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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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infatti il medesimo Spirito Santo è detto Spirito del Padre e del Figlio 164 . Né vedo che altro<br />

abbia voluto dire Cristo quando, soffiando sul volto dei discepoli ha dichiarato: Ricevete<br />

lo Spirito Santo 165 , perché quel soffio corporeo, che procede dal corpo con una<br />

sensazione di contatto fisico non era la sostanza dello Spirito Santo, ma la<br />

rappresentazione, attraverso un simbolo adatto, che lo Spirito Santo non procede solo dal<br />

Padre, ma anche dal Figlio. In verità chi sarà così insensato da affermare che c’è uno<br />

Spirito che egli ha dato con il suo soffio e un altro che ha mandato dopo la sua<br />

ascensione 166 ? Un unico spirito infatti è lo Spirito di Dio, Spirito del Padre e del Figlio, lo<br />

Spirito Santo, che opera tutto in tutti 167 . Ora il fatto che egli sia stato mandato due volte<br />

è cosa che concerne certo l’economia del simbolismo. Ne discuteremo a suo luogo, per<br />

quanto il Signore ce lo concederà. Quando dunque il Signore parla di colui che vi<br />

manderò da presso il Padre 168 , rivela lo Spirito del Padre e del Figlio. D’altra parte, dopo<br />

aver parlato di colui che il Padre manderà, ha aggiunto: in nome mio 169 , ma non ha<br />

affatto detto: "Colui che il Padre manderà da presso me", come ha detto: Colui che io<br />

manderò da presso il Padre, mostrando così che il Padre è il Principio di tutta la Divinità,<br />

o, con espressione più esatta, di tutta la deità. Di conseguenza colui che procede dal<br />

Padre e dal Figlio si riferisce a colui dal quale è nato il Figlio. Quanto a questa espressione<br />

dell’Evangelista: Lo Spirito non era ancora stato dato, perché egli non era ancora stato<br />

glorificato 170 , che senso attribuirle, se non che dopo la glorificazione di Cristo doveva<br />

esserci una tale donazione o missione dello Spirito Santo quale non c’era mai stata<br />

antecedentemente? Prima infatti non era mancata, ma non era stata uguale. Se prima lo<br />

Spirito Santo non veniva dato, di che spirito erano pieni i Profeti quando parlarono? La<br />

Scrittura dichiara in modo netto ed in molti passi che essi hanno parlato mossi dallo<br />

Spirito Santo. Così di Giovanni il Battista è detto: E sarà pieno di Spirito Santo fin dal<br />

seno di sua madre 171 ; e vediamo suo padre Zaccaria, pieno di Spirito Santo 172 , nel<br />

profetizzare le grandezze del Figlio e così pure vediamo Maria piena di Spirito Santo nel<br />

magnificare le opere del Signore che portava nel suo seno 173 , come anche Anna e<br />

Simeone nel riconoscere la grandezza di Cristo bambino 174 . Come dunque lo Spirito Santo<br />

non era stato ancora dato perché Cristo non era stato ancora glorificato 175 , se non nel<br />

senso che quella dispensazione, o quella donazione, o quella missione dello Spirito Santo<br />

avrebbe avuto nel suo compimento una particolare caratteristica mai riscontrata prima di<br />

allora? In nessun luogo infatti noi leggiamo di uomini che parlano lingue loro sconosciute,<br />

per la discesa in loro dello Spirito Santo, come è accaduto quando c’era necessità di<br />

provare la sua venuta con segni sensibili, i quali rivelassero che tutta la terra e tutte le<br />

nazioni fondate sulla diversità delle lingue, avrebbero creduto in Cristo per il dono dello<br />

Spirito Santo, in modo che si adempisse ciò che si canta nel Salmo: Non ci sono<br />

linguaggi, non ci sono parole di cui non si intenda la voce. Il loro suono si espande per<br />

tutta la terra e i loro accenti fino ai confini del mondo 176 .<br />

20. 30. Così al Verbo di Dio l’uomo si unì e, in qualche modo, si mescolò nell’unità della<br />

persona quando, giungendo la pienezza dei tempi, il Figlio di Dio fu mandato in questo<br />

mondo, nato da donna per essere anche Figlio dell’uomo, a beneficio dei figli degli uomini<br />

177<br />

. Antecedentemente gli Angeli avevano potuto rappresentare questa unione personale<br />

allo scopo di preannunciarla, non l’avevano potuta realizzare in se stessi.<br />

Inseparabilità delle tre Persone nell’azione, separabilità nella manifestazione<br />

21. Per quanto riguarda la manifestazione sensibile dello Spirito Santo sotto forma di<br />

colomba 178 o di lingue di fuoco 179 , poiché una creatura sottoposta e docile 180 , con<br />

mutazioni e forme transitorie, manifestava la sua sostanza coeterna al Padre e al Figlio e<br />

altrettanto immutabile senza venir assunta da lui in unità di persona come la carne del<br />

Verbo incarnato 181 non oso affermare che prima di allora non sia accaduto nulla di simile.<br />

Al contrario affermo con piena sicurezza che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, di una<br />

sola e identica sostanza, Dio creatore, Trinità onnipotente, operarono inseparabilmente,<br />

ma non possono invece essere indicati inseparabilmente da una creatura tanto inferiore,<br />

specialmente se è corporea 182 . Per esempio, con le nostre parole, che hanno certamente<br />

un suono sensibile, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non possono essere nominati se<br />

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