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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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non Verbo, per la stessa ragione che è sapienza - Verbo infatti s’intende relativamente,<br />

sapienza essenzialmente - quando si dice Verbo lo dobbiamo prendere come equivalente<br />

a sapienza nata 12, nello stesso senso di Figlio ed Immagine 13. E nell’espressione<br />

sapienza nata, il termine nata lo indica come Verbo, come Immagine, come Figlio; tutti<br />

vocaboli non assoluti, ma relativi, mentre il termine "sapienza" che è anche assoluto,<br />

essendo sapienza per se stessa, indica pure l’essenza e l’identità tra l’essenza e la<br />

sapienza 14. Presi dunque insieme il Padre e il Figlio sono una stessa sapienza, perché<br />

una stessa essenza, e presi singolarmente il Figlio è sapienza da sapienza, come essenza<br />

da essenza. Non si deve dunque pensare che, perché il Padre non è il Figlio, e il Figlio<br />

non è il Padre, o perché l’uno non è generato e l’altro è generato, per questo essi non<br />

sono una stessa essenza: i nomi di Padre e di Figlio indicano le loro relazioni, ma<br />

ambedue sono insieme una sola sapienza, una sola essenza, perché in essi si identificano<br />

essere ed essere sapiente. Tuttavia non sono entrambi insieme Verbo o Figlio perché non<br />

è la stessa cosa essere ed essere Verbo o Figlio, in quanto già abbiamo sufficientemente<br />

mostrato il senso relativo di questi termini.<br />

Nella Scrittura "Sapienza" designa il Verbo<br />

3. 4. Perché dunque nella Scrittura quasi in nessun luogo si parla della sapienza, se non<br />

per indicare che è generata o creata da Dio 15? Generata, quando si tratta della sapienza<br />

per mezzo della quale tutte le cose sono state fatte 16; creata o fatta, per esempio, negli<br />

uomini, quando si volgono verso la sapienza che non è stata creata né fatta, ma<br />

generata, e ne sono illuminati; in essi infatti diviene allora ciò che si chiama la loro<br />

sapienza; o ancora quando le Scritture preannunciano o raccontano che il Verbo si è fatto<br />

carne ed abitò fra noi 17. Infatti in questo modo Cristo è la sapienza fatta 18, perché si è<br />

fatto uomo. O forse nei Libri santi la sapienza non parla o non se ne tratta che per<br />

mostrarla come nata da Dio o fatta da Dio, sebbene anche il Padre sia la stessa sapienza,<br />

per raccomandarci ed invitarci ad imitare questa sapienza, ad imitazione della quale noi<br />

siamo formati 19? Il Padre infatti la dice, perché sia il suo Verbo, ma non alla maniera in<br />

cui si proferisce con la bocca il verbo sonoro o come questo è concepito prima di venir<br />

proferito, perché questo verbo per realizzarsi richiede periodi di tempo; quello invece è<br />

eterno e, illuminandoci, ci dice di sé e del Padre ciò che occorre dire agli uomini. Perciò<br />

afferma: Nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il<br />

Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo 20, perché è per mezzo del Figlio, cioè per<br />

mezzo del suo Verbo, che il Padre rivela. Se infatti il verbo che noi proferiamo è<br />

temporale e transitorio, e tuttavia manifesta se stesso e ciò di cui parliamo, quanto più il<br />

Verbo di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose 21? E manifesta il Padre<br />

proprio come il Padre è, perché anche lui è come è il Padre e ciò che è il Padre, in quanto<br />

è sapienza ed anche essenza. Infatti in quanto Verbo, non è ciò che è il Padre, perché il<br />

Verbo non è il Padre, e il Verbo è un termine relativo, come Figlio, ciò che il Padre<br />

evidentemente non è. Cristo è la potenza e la sapienza di Dio 22, proprio perché anche<br />

lui potenza e sapienza, ma dalla potenza e dalla sapienza che è il Padre, come è luce<br />

dalla luce che è il Padre, e fonte di vita 23 presso Dio Padre, che certo è fonte di vita.<br />

Poiché presso di te, dice la Scrittura, è la fonte della vita, nella tua luce vedremo la luce<br />

24, perché come il Padre ha in se stesso la vita, così ha dato al Figlio di avere la vita in se<br />

stesso 25; ed egli era la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 26.<br />

Ora questa luce era il Verbo presso Dio, ma anche il Verbo era Dio 27; ma Dio è luce e<br />

tenebra alcuna non è in lui 28; luce non materiale, ma spirituale e non una luce spirituale<br />

ottenuta attraverso un’illuminazione come il Signore dice agli Apostoli: Voi siete la luce<br />

del mondo 29; ma la luce che illumina ogni uomo 30, la sapienza stessa che è Dio, la<br />

sapienza suprema, di cui ora trattiamo 31. Dunque il Figlio è sapienza dalla sapienza che<br />

è il Padre, come è "luce da luce", "Dio da Dio", in modo tale che il Padre è luce preso<br />

singolarmente, ed anche il Figlio è luce preso singolarmente; il Padre è Dio<br />

individualmente, ed anche il Figlio è Dio individualmente, e di conseguenza il Padre è<br />

sapienza individualmente ed anche il Figlio è sapienza individualmente. E come entrambi<br />

sono insieme una sola luce, ed un solo Dio, così sono entrambi una sola sapienza. Ma il<br />

Figlio è diventato per noi sapienza da parte di Dio, e giustizia e santificazione 32, perché<br />

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