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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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da Dio è o il Figlio o lo Spirito Santo. Ma nel seguito del testo Giovanni, dopo aver parlato<br />

dell’amore di Dio, non dell’amore con cui noi amiamo Dio, ma di quello con cui egli stesso<br />

ci ha amato ed ha inviato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 195 ed<br />

averne approfittato per esortarci ad amarci l’un l’altro affinché Dio abiti in noi, poiché<br />

aveva definito Dio come amore, volendo spiegare più chiaramente questo punto aggiunge<br />

subito: Da questo conosciamo che noi siamo in lui ed egli è in noi, perché ci ha dato del<br />

suo Spirito 196 . È dunque lo Spirito Santo, del quale egli ci ha dato, che fa sì che noi<br />

restiamo in Dio e lui in noi: ora questo è opera dell’amore. È dunque lo Spirito Santo il<br />

Dio amore. Infine poco dopo, avendo ripetuto che Dio è amore, aggiunge subito: E colui<br />

che è nell’amore è in Dio, e Dio in lui 197 , presenza mutua di cui prima aveva detto:<br />

Sappiamo che noi siamo in lui e lui in noi, perché ci ha dato del suo Spirito 198 . È dunque<br />

lo Spirito che è designato in questa affermazione: Dio è amore 199 . Ecco perché lo Spirito<br />

Santo, Dio che procede da Dio, una volta dato all’uomo, l’accende d’amore per Dio e per<br />

il suo prossimo, essendo lui stesso amore 200 . L’uomo infatti non riceve se non da Dio<br />

l’amore per amare Dio. Per questo poco dopo afferma: Noi dobbiamo amarlo, perché egli<br />

per primo ci ha amati 201 . Anche l’apostolo Paolo dice: La carità di Dio è stata diffusa nel<br />

nostri cuori, mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato 202 .<br />

Lo Spirito Santo è dono di Dio<br />

18. 32. Non c’è dunque dono di Dio più eccellente della carità 203 ; è il solo che distingue i<br />

figli del regno eterno dai figli della perdizione eterna 204 . Ci sono dati altri doni mediante lo<br />

Spirito Santo 205 , ma senza la carità non servono a nulla 206 . Perciò chiunque non abbia<br />

ricevuto lo Spirito Santo in tal misura da renderlo innamorato di Dio e del prossimo, non<br />

passa dalla parte sinistra alla destra 207 . E lo Spirito non è chiamato propriamente dono<br />

che a motivo dell’amore; chi non lo possiederà, anche se parlerà le lingue degli uomini e<br />

degli Angeli non è che un bronzo sonoro, un cembalo squillante; avesse pure la profezia,<br />

conoscesse i misteri tutti e tutta la scienza e possedesse la pienezza della fede al punto<br />

di trasportare le montagne, non è nulla; distribuisse pure tutti i suoi beni e desse il suo<br />

corpo a bruciare, a nulla gli giova. Che grande bene è dunque quello senza il quale dei<br />

beni così grandi non possono condurre nessuno alla vita eterna? Ma, se colui che non<br />

parla le lingue, non conosce tutti i misteri, e tutta la scienza, non distribuisce tutti i suoi<br />

beni ai poveri - sia che non ne abbia da distribuire, sia che il bisogno gli impedisca di<br />

farlo -, non dà il suo corpo alle fiamme, perché gli manca l’occasione di soffrire tale<br />

martirio, possiede la dilezione o carità (infatti i due nomi designano una sola cosa), essa<br />

lo conduce al regno, dato che solo la carità può fare in modo che la fede stessa sia utile.<br />

Senza dubbio, senza la carità la fede può esistere, ma non essere utile. Per questo anche<br />

l’apostolo Paolo dice: Perché in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né<br />

l’incirconcisione, ma solo la fede operante per la carità 208 , distinguendo così questa fede<br />

da quella con la quale credono e tremano i demoni 209 . L’amore che è da Dio e che è Dio è<br />

dunque propriamente lo Spirito Santo, mediante il quale viene diffusa nei nostri cuori la<br />

carità di Dio, facendo sì che la Trinità intera abiti in noi 210 . Per questo motivo lo Spirito<br />

Santo, essendo Dio, è chiamato nello stesso tempo molto giustamente anche Dono di Dio<br />

211<br />

. Tale Dono che cosa deve designare propriamente se non la carità, che conduce a Dio<br />

e senza la quale qualsiasi altro dono di Dio non conduce a Dio?<br />

Si dimostra dalla Scrittura che lo Spirito Santo è il Dono di Dio<br />

19. 33. Dobbiamo provare anche che lo Spirito Santo è chiamato Dono di Dio nelle Sacre<br />

Scritture? Se si desidera tale prova, la troviamo nel Vangelo di Giovanni che riferisce<br />

queste parole del Signore Gesù: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Dall’intimo di<br />

chi crede in me, come dice la Scrittura, scaturiranno fiumi d’acqua viva 212 . L’Evangelista<br />

aggiunge poi subito: Disse questo dello Spirito che avrebbero ricevuto quelli che<br />

avessero creduto in lui 213 . Per questo anche l’apostolo Paolo dice: Tutti siamo stati<br />

dissetati con un solo Spirito 214 . Ma qui è chiamata dono di Dio quest’acqua, che è lo<br />

Spirito Santo? Ecco ciò che è in questione. Ma come troviamo che in questo passo<br />

quest’acqua è chiamata Spirito Santo, così in un altro passo dello stesso Vangelo<br />

213

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