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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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distinzione di sesso tra due esseri umani, significare qualcosa che si deve cercare in ogni<br />

essere umano, considerato individualmente 76 .<br />

Altra interpretazione simbolica: l’opinione che l’uomo significhi lo spirito, la donna i sensi<br />

13. 20. Non ignoro che, prima di noi, illustri difensori della fede cattolica 77 e<br />

commentatori delle divine Scritture, cercando questi due principi nell’uomo individuale, la<br />

cui anima, buona nel suo insieme, considerarono come una specie di paradiso,<br />

affermarono che l’uomo rappresenta lo spirito, la donna il senso del corpo. E se si accetta<br />

poi questa distinzione che vede nell’uomo l’immagine dello spirito, nella donna quella del<br />

senso del corpo, tutto sembra accordarsi in maniera perfetta qualora si considerino<br />

attentamente le cose, ma con questa riserva però: che è scritto che fra tutte le bestie e<br />

tutti gli uccelli non è stato trovato per l’uomo un aiuto simile a lui 78 , ed allora fu creata la<br />

donna traendola dal suo costato 79 . Per questo non ho creduto di dover considerare la<br />

donna come simbolo del senso corporeo che, come sappiamo, ci è comune con le bestie,<br />

ma ho voluto vedere in lei il simbolo di qualcosa che le bestie non avessero; così ho<br />

pensato che si dovesse invece vedere nel serpente il simbolo del senso corporeo; il<br />

serpente che è, secondo la Scrittura, il più astuto degli animali della terra 80 . Fra quei beni<br />

naturali, che vediamo esserci comuni con gli animali, eccelle per la sua vivacità il senso,<br />

non quel senso di cui parla l’Epistola agli Ebrei, quando dice: Il nutrimento solido è per gli<br />

uomini perfetti, i cui sensi sono esercitati dall’abitudine a discernere il bene dal male 81 ,<br />

perché questi sono sensi della natura razionale ed appartengono all’intelligenza; quello<br />

invece è un senso corporeo che si divide in cinque sensi e mediante il quale non solo noi,<br />

ma anche le bestie, percepiscono le forme e i movimenti corporei.<br />

13. 21. Ma sia che si debba intendere in questo o in quel modo, o in un altro ancora, ciò<br />

che l’Apostolo dice quando afferma che l’uomo è immagine e gloria di Dio, la donna<br />

invece gloria dell’uomo 82 , in ogni caso appare chiaro che, quando viviamo secondo Dio, il<br />

nostro spirito, teso verso le perfezioni invisibili di Dio, deve progressivamente ricevere la<br />

sua forma modellandosi sulla sua eternità, sulla sua verità, sulla sua carità, ma che una<br />

parte della nostra attenzione razionale, cioè dello stesso spirito, deve essere diretta verso<br />

l’uso delle cose mutevoli e corporee, senza di che non si può vivere questa vita; ma non<br />

per conformarci a questo mondo 83 , ponendo il nostro fine in questi beni e deviando su di<br />

essi il nostro appetito di felicità, ma perché, quanto facciamo razionalmente nell’uso dei<br />

beni temporali, lo facciamo senza cessare di contemplare i beni eterni da conseguire,<br />

passando attraverso quelli, unendoci a questi.<br />

Sapienza e scienza<br />

14. Perché anche la scienza è benefica alla sua maniera, se ciò che in essa gonfia o suole<br />

gonfiare è dominato dall’amore delle cose eterne, che non gonfia, ma che, come<br />

sappiamo, edifica 84 . Senza la scienza infatti non possono esistere nemmeno le virtù con<br />

le quali si possa dirigere questa misera vita in modo da raggiungere quella eterna, che è<br />

veramente beata.<br />

Differenza tra la sapienza e la scienza<br />

14. 22. C’è tuttavia una differenza tra la contemplazione delle cose eterne e l’azione con<br />

la quale facciamo buon uso delle cose temporali: quella si attribuisce alla sapienza,<br />

questa alla scienza. Sebbene infatti anche la sapienza possa venir chiamata scienza,<br />

come lo mostra l’affermazione dell’Apostolo, che dice: Ora conosco parzialmente, allora<br />

conoscerò come sono conosciuto 85 , per questa scienza egli intende certamente la<br />

contemplazione di Dio, che sarà il premio supremo dei santi; tuttavia dove l’Apostolo<br />

dice: Ad uno è dato per mezzo dello Spirito il linguaggio della sapienza, ad un altro il<br />

linguaggio della scienza secondo lo stesso Spirito 86 , distingue, senza dubbio, l’una<br />

dall’altra, benché non spieghi la natura della loro differenza, e i caratteri che permettano<br />

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