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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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distruggere Sodoma? Vediamo dunque il seguito del testo: Vennero - dice la Scrittura -<br />

due Angeli a Sodoma sul far della sera. Lot sedeva alla porta di Sodoma. Appena li vide,<br />

Lot andò loro incontro e si prostrò fino a terra dicendo: Vi prego, signori, degnatevi di<br />

venire in casa del vostro servo 137 . Qui appare chiaro che gli Angeli erano due, che essi al<br />

plurale furono invitati in casa, che sono stati rispettosamente chiamati signori, perché<br />

forse erano stati presi per uomini.<br />

12. 22. V’è però un’altra difficoltà: se non avesse riconosciuto in essi degli Angeli di Dio,<br />

Lot non si sarebbe prostrato dinanzi a loro fino a terra. Ma perché allora offre alloggio e<br />

vitto a loro, come se avessero bisogno di tale cortesia? Ma qualunque sia il segreto che<br />

qui si cela, continuiamo a trattare il tema che avevamo iniziato. Appaiono in due,<br />

ambedue sono detti Angeli, sono invitati al plurale, Lot parla con loro al plurale fino<br />

all’uscita da Sodoma. Poi la Scrittura continua e dice: E dopo averli fatti uscire, essi gli<br />

dissero: Mettiti in salvo, ne va della vita! Non guardare indietro e non fermarti in nessun<br />

luogo della pianura, va’ al monte, là sarai salvo, che per caso non perisca. Ma Lot rispose<br />

loro: Te ne prego, Signore, ecco il tuo servo ha trovato grazia agli occhi tuoi 138 . Che<br />

significa ciò: Disse loro: Te ne prego, Signore..., se era già partito colui che era il Signore<br />

e che aveva mandato gli Angeli? Perché è detto: Te ne prego, Signore, e non: "Ve ne<br />

prego, Signori"? Se Lot volle interpellare uno di loro, perché la Scrittura dice: Disse Lot a<br />

loro: Te ne prego, Signore, ecco il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi? Dobbiamo<br />

vedere anche qui nel plurale due persone? E poi l’unico Dio Signore nell’unità della sua<br />

natura, per il fatto che ai due ci si rivolge come ad uno solo? Ma di quali due persone si<br />

tratta? <strong>De</strong>l Padre e del Figlio, o del Padre e dello Spirito Santo, oppure del Figlio e dello<br />

Spirito Santo? Forse l’ultima ipotesi è la più convincente. Infatti essi dicono di essere stati<br />

mandati, ciò che noi affermiamo del Figlio e dello Spirito Santo, mentre in nessun luogo<br />

della Scrittura noi troviamo che il Padre sia stato mandato.<br />

Il roveto ardente<br />

13. 23. Quando Mosè fu mandato per liberare il popolo d’Israele dall’Egitto 139 , ecco come,<br />

secondo la Scrittura, Dio gli apparve: Stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero,<br />

sacerdote di Madian, e nel guidare il gregge oltre il deserto giunse al monte di Dio,<br />

Horeb. E l’Angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un roveto.<br />

Ed egli osservò che il roveto era tutto una fiamma di fuoco e non si consumava. E Mosè<br />

disse: Voglio andar là a vedere questa grande visione: per quale ragione il roveto non si<br />

consuma! E il Signore vide che egli si era avvicinato da una parte ad osservare e lo<br />

chiamò di mezzo al roveto dicendo: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di<br />

Isacco, il Dio di Giacobbe 140 . Anche qui si parla prima di un Angelo del Signore, poi di Dio.<br />

L’Angelo è dunque forse il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe? Si può allora<br />

giustamente pensare che si tratti del Salvatore stesso, del quale l’Apostolo dice: Coloro ai<br />

quali appartengono i Patriarchi e dai quali è uscito il Cristo secondo la carne, Colui che è<br />

al di sopra di tutte le cose, Dio benedetto nei secoli 141 . Com’è dunque il Dio benedetto nei<br />

secoli al di sopra di tutte le cose, non irragionevolmente si pensa che sia anche qui egli<br />

stesso il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Ma perché prima è chiamato<br />

Angelo del Signore, quando appare nella fiamma di fuoco in mezzo al roveto 142 ? Forse<br />

perché era uno degli innumerevoli Angeli ma incaricato di rappresentare la persona del<br />

suo Signore? Oppure era stata assunta qualche creatura che si manifestasse visibilmente<br />

per compiere quella funzione e a cui far pronunciare le parole sensibili con le quali fosse<br />

segnalata la presenza del Signore anche ai sensi umani, in maniera adatta per mezzo di<br />

una creatura sottomessa a Dio? Se era qualcuno degli Angeli, chi può dire<br />

incontestabilmente se sia stato incaricato di rappresentare la persona del Figlio o dello<br />

Spirito Santo o di Dio Padre o semplicemente la stessa Trinità, Dio unico e solo, cosicché<br />

l’Angelo poté dire: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe 143 ? Infatti<br />

non si può affermare che il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe sia il Figlio<br />

di Dio e non il Padre, e nessuno oserà dire che lo Spirito Santo o la stessa Trinità che è,<br />

come crediamo e pensiamo, il Dio unico, non sia il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio<br />

di Giacobbe. Poiché non è il Dio di quei Patriarchi chi non è Dio. Ora se non solamente il<br />

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