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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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mezzo di lui 106 . Giustificati, dice, nel suo sangue. Siamo pienamente giustificati per il<br />

fatto che siamo liberati da tutti i peccati, e siamo stati liberati da tutti i peccati perché il<br />

Figlio di Dio, che era senza peccato 107 , è stato ucciso per noi. Saremo, dunque, salvi<br />

dall’ira per mezzo di lui 108 ; sì, salvi dall’ira di Dio che non è altro che una giusta vendetta<br />

109<br />

. Perché l’ira di Dio non è, come quella dell’uomo, un perturbamento dell’anima, ma è<br />

l’ira di Colui al quale la Sacra Scrittura dice in un altro passo: Tu che sei il Signore della<br />

virtù, giudichi con tranquillità 110 . Se dunque la giusta vendetta di Dio ha ricevuto tale<br />

nome, la riconciliazione di Dio, se la si intende bene, che altro è se non la fine di tale ira<br />

111<br />

? Noi non eravamo nemici di Dio che nella misura in cui i peccati sono nemici della<br />

giustizia. Una volta rimessi i peccati, tali inimicizie cessano, e quelli che il Giusto stesso<br />

giustifica vengono riconciliati con lui 112 . Tuttavia li ha amati anche quando erano suoi<br />

nemici, poiché non risparmiò il proprio Figlio, ma per noi tutti, quando ancora eravamo<br />

nemici, lo ha consegnato 113 . A ragione dunque l’Apostolo continua ed aggiunge: Se<br />

dunque, quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte<br />

del Figlio suo, morte per la quale ci sono stati rimessi i peccati, a maggior ragione, una<br />

volta riconciliati, saremo salvi nella sua vita 114 . Salvi nella vita, coloro che sono stati<br />

riconciliati per mezzo della morte. Chi potrebbe infatti dubitare che egli non darà la sua<br />

vita a quegli amici per i quali, quand’erano nemici, ha dato la sua morte? Non solo,<br />

aggiunge l’Apostolo, ma ci gloriamo anche in Dio, per mezzo del Signor nostro Gesù<br />

Cristo, per merito del quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione 115 . Non solo, egli dice,<br />

saremo salvi, ma ci gloriamo anche, però non in noi, bensì in Dio, né per mezzo di noi,<br />

ma per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, per merito del quale ora abbiamo ricevuto<br />

la riconciliazione, nel senso che abbiamo spiegato prima. L’Apostolo prosegue: Per<br />

questo, così come per mezzo di un solo uomo entrò in questo mondo il peccato, e per<br />

mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata in tutti gli uomini, nel quale tutti<br />

hanno peccato 116 , e poi vengono altri passi in cui tratta lungamente dei due uomini:<br />

l’uno, il primo Adamo, per il peccato e la morte del quale noi, suoi posteri, siamo<br />

incatenati come a mali ereditari; l’altro, il secondo Adamo che non è soltanto uomo, ma<br />

anche Dio e che, pagando per noi un debito che non doveva pagare, ci ha liberato dai<br />

debiti paterni e personali 117 . Poiché dunque per causa di quel solo primo uomo, coloro che<br />

venivano generati dalla sua viziosa concupiscenza carnale tutti li teneva schiavi il diavolo,<br />

è giusto che per il Cristo solo lasci in libertà tutti coloro che vengono rigenerati per mezzo<br />

della sua immacolata grazia spirituale.<br />

Altri benefici dell’Incarnazione<br />

17. 22. Vi sono anche molte altre cose nell’Incarnazione di Cristo - la quale dispiace ai<br />

superbi - che è salutare comprendere e meditare. Una di queste è l’aver mostrato<br />

all’uomo il posto che occupa tra gli esseri creati da Dio: in quanto la natura umana ha<br />

potuto unirsi a Dio così intimamente da fare di due sostanze una sola persona, e per<br />

questo anzi di tre: Dio, l’anima e il corpo, cosicché quegli spiriti maligni e superbi, che<br />

sotto l’apparenza di aiutare l’uomo, s’interpongono come mediatori per ingannarlo, non<br />

osino più anteporsi all’uomo, con il pretesto che sono esenti dalla carne; perché,<br />

soprattutto, il Figlio di Dio ha spinto la sua condiscendenza fino al punto di morire in<br />

questa stessa carne, non possono più farsi onorare come dèi per la ragione che si<br />

mostrano immortali. Un secondo insegnamento consiste nel fatto che nell’umanità di<br />

Cristo ci è stata manifestata la grazia di Dio non preceduta da alcun merito 118 , perché<br />

neppure Cristo ottenne in virtù di meriti precedenti di unirsi con il vero Dio tanto<br />

intimamente da fare con lui una persona in qualità di Figlio di Dio. Ma nello stesso istante<br />

in cui cominciò ad essere uomo, è anche Dio; per questo è detto: E il Verbo si è fatto<br />

carne 119 . Vi è anche un terzo insegnamento: un così grande abbassamento da parte di<br />

Dio era proprio adatto a confondere e guarire la superbia dell’uomo, che è il più grande<br />

ostacolo alla sua unione con Dio 120 . L’uomo impara anche quanto si sia allontanato da<br />

Dio; ciò gli dia forza a sopportare le sofferenze salutari nel ritornare, per mezzo di tale<br />

Mediatore, che come Dio soccorre gli uomini con la sua divinità, e come uomo è simile a<br />

loro nella debolezza 121 . E qual maggiore esempio di obbedienza per noi, che eravamo<br />

periti per disobbedienza, di quello di Dio Figlio obbediente a Dio Padre fino alla morte in<br />

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