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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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8. 10. I Greci usano anche la parola ma ignoro che differenza pongano tra<br />

e<br />

, e la maggior parte di coloro che fra noi trattano di queste cose, in<br />

greco dicono abitualmente: , in latino: unam<br />

essentiam, tres substantias.<br />

9. Ma poiché presso di noi il linguaggio parlato ha fatto sì che la parola essenza significhi<br />

la stessa cosa che la parola sostanza, non osiamo dire: "un’essenza, tre sostanze", ma:<br />

"un’essenza o sostanza e tre persone". Di questa formula molti latini che hanno trattato<br />

di queste questioni e meritano credito hanno fatto uso, non trovando un’espressione più<br />

appropriata per esprimere con parole ciò che concepivano senza parole. In effetti, poiché<br />

il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre, e lo Spirito Santo, che è anche chiamato<br />

dono di Dio 27, non è né il Padre né il Figlio, sono tre evidentemente, per questo la<br />

Scrittura dice al plurale: Io e il Padre siamo una sola cosa 28. Non disse infatti: "è una<br />

sola cosa", come pretendono i Sabelliani 29, ma: siamo una sola cosa. Tuttavia se si<br />

chiede che cosa sono questi Tre, dobbiamo riconoscere l’insufficienza estrema dell’umano<br />

linguaggio. Certo si risponde: "tre persone", ma più per non restare senza dir nulla, che<br />

per esprimere quella realtà.<br />

In Dio non ci sono tre grandezze, né tre grandi<br />

10. 11. Dunque, come non diciamo tre essenze, così non diciamo tre grandezze, né tre<br />

grandi. Infatti nelle cose che sono grandi per partecipazione alla grandezza e per le quali<br />

essere ed essere grandi non è la stessa cosa, come: una grande casa, una grande<br />

montagna, un grande spirito; in queste cose altro è la grandezza, altro ciò che la<br />

grandezza rende grande; una grande casa non è evidentemente la grandezza. Ma la vera<br />

grandezza è quella che non solo rende grande una casa che è grande, grande ogni<br />

montagna che è grande, ma quella che fa grande tutto ciò che è grande, in modo che<br />

una cosa sia la grandezza, un’altra ciò che per essa riceve l’attributo di grande. Questa<br />

grandezza è grande originariamente e molto superiore a ciò che è grande perché ad essa<br />

partecipa. Dio non è grande di una grandezza che sia altra cosa che Lui stesso, come se<br />

Dio ad essa partecipasse per essere grande. Altrimenti quella grandezza sarebbe più<br />

grande di Dio, mentre non c’è nulla che sia più grande di Dio. Perciò Egli è grande di<br />

quella grandezza che fa di Lui la stessa grandezza. Perciò, come non diciamo tre essenze,<br />

così non diciamo tre grandezze, perché per Dio essere è la stessa cosa che essere<br />

grande. Per la stessa ragione non diciamo tre grandi, ma un solo grande, perché Dio non<br />

è grande per la partecipazione alla grandezza, ma è grande perché è Lui stesso grande,<br />

dato che egli è la sua stessa grandezza. Altrettanto si deve dire della bontà, dell’eternità,<br />

dell’onnipotenza, di tutti i predicamenti che si possono applicare a Dio e che abbiano<br />

significato assoluto e si applichino in senso proprio, non figurato e metaforico; ammesso<br />

però che la bocca dell’uomo possa dire di Lui qualcosa in senso proprio.<br />

Gli attributi relativi nella Trinità<br />

11. 12. Invece le attribuzioni fatte in senso proprio a ogni singola persona della Trinità<br />

non riguardano aspetti assoluti, ma concernono le relazioni delle Persone tra loro o con le<br />

creature, e perciò si predicano in senso relativo, non in senso sostanziale. Nel senso in<br />

cui la Trinità si dice un solo Dio, grande, buono, eterno, onnipotente, nel senso in cui Dio<br />

può dirsi la sua stessa deità, la sua stessa grandezza, la sua stessa Trinità, la sua stessa<br />

onnipotenza, non può invece la Trinità dirsi Padre se non forse in senso traslato, rispetto<br />

alle creature a motivo della filiazione adottiva. Infatti il testo biblico: Ascolta, Israele, il<br />

Signore Dio tuo è l’unico Signore 30, non deve intendersi escludendo il Figlio e lo Spirito<br />

Santo. E questo unico Signore nostro Dio lo chiamiamo giustamente anche nostro Padre<br />

31, in quanto ci rigenera con la sua grazia. Al contrario la Trinità non si può chiamare<br />

Figlio in alcun modo 32. Quanto a Spirito Santo è un’espressione che si può prendere in<br />

senso generale, come nella Scrittura: Dio è Spirito 33, perché anche il Padre è Spirito,<br />

anche il Figlio è Spirito, come pure anche il Padre è santo, anche il Figlio è santo. Perciò il<br />

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