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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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viviamo, ci muoviamo e siamo 54 . Se dicesse queste parole riguardo al corpo, si<br />

potrebbero pure intendere di questo mondo corporeo, perché anche in esso, in quanto<br />

corpi, viviamo e ci muoviamo e siamo. Dunque bisogna applicare queste parole allo<br />

spirito, che è stato creato ad immagine di Dio, in un senso ben superiore, non più<br />

sensibile, ma spirituale. Che c’è infatti, che non sia in Colui di cui il testo ispirato dice:<br />

Poiché da lui e per mezzo di lui e in lui sono tutte le cose 55 ? Perciò, se in lui sono tutte le<br />

cose, in chi possono vivere gli esseri che vivono, e muoversi gli esseri che si muovono, se<br />

non in Colui in cui sono 56 ? Non tutti però sono con lui al modo di Colui al quale è stato<br />

detto: Io sono sempre con te 57 . E lui stesso non è con tutti nella maniera in cui diciamo:<br />

"il Signore sia con voi" 58 . Pertanto è gran miseria per l’uomo non essere con Colui, nel<br />

quale è, e tuttavia, se non si ricorda di lui e non lo comprende, né lo ama, non è con lui.<br />

Ora ciò che qualcuno ha completamente dimenticato non si può certamente farglielo<br />

ricordare.<br />

Dimenticanza e ricordo di Dio<br />

13. 17. Per la nostra dimostrazione prendiamo un esempio dalle cose visibili. Qualcuno<br />

che tu non riconosci ti dice: "Tu mi conosci", e perché te ne risovvenga ti dice dove,<br />

quando, come tu lo hai conosciuto. Se tuttavia, quando egli ha fatto uso di tutti i segni<br />

capaci di farti rievocare il ricordo di sé, non lo riconosci, la dimenticanza è tale, ormai,<br />

che ogni conoscenza di lui si è cancellata dalla tua anima e non ti resta altro che, o<br />

prestar fede a colui che ti dice che una volta lo conoscevi, o non ti resta nemmeno<br />

questo, se colui che ti parla non ti sembra degno di fede. Ma se tu lo ricordi, certamente<br />

ricerchi nella tua memoria e in essa trovi ciò che non era stato totalmente cancellato a<br />

causa della dimenticanza. Ritorniamo all’argomento a motivo del quale abbiamo fatto<br />

ricorso a questo esempio tolto dai rapporti umani. Il Salmo 9 dice tra le altre cose: Si<br />

volgano i peccatori verso l’inferno, tutte le genti che si scordano di Dio 59 . È scritto ancora<br />

nel Salmo 21: Se ne ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i confini della terra 60 .<br />

Queste nazioni non avevano dunque dimenticato il Signore al punto di non ricordarsi di<br />

lui, almeno se lo si ricorda loro. Dimenticandosi di Dio, come se si fossero dimenticate<br />

della loro vita, si erano volte verso la morte, cioè verso l’inferno. Ma quando lo si fa loro<br />

ricordare, si convertono al Signore, come rivivificate ricordando la loro vita, di cui erano<br />

cadute in dimenticanza. Si legge ancora nel Salmo 93: Comprendete ora, voi che siete<br />

stupidi fra il popolo; voi insensati, rinsavite. Colui che ha piantato l’orecchio non udrà? 61 .<br />

Queste parole sono rivolte a coloro che, non comprendendo Dio, hanno avuto su di lui<br />

opinioni menzognere.<br />

Lo spirito non può amare rettamente se stesso, non amando Dio<br />

14. 18. Circa la dilezione di Dio, si trovano nelle divine Scritture molte testimonianze. In<br />

queste testimonianze sono di conseguenza comprese anche le altre due facoltà, perché<br />

nessuno ama ciò che non ricorda e ciò che ignora totalmente. Ecco perché il più<br />

conosciuto e il più importante dei Comandamenti è questo: Amerai il Signore Dio tuo 62 .<br />

Lo spirito umano è così costituito che mai cessa di ricordarsi di sé, mai di comprendersi,<br />

mai di amarsi. Ma, poiché colui che odia qualcuno si dà da fare per nuocergli, si ha<br />

ragione di dire che anche lo spirito umano, quando nuoce a se stesso, si odia. Esso non<br />

ha coscienza di volere il suo male, quando non ritiene che ciò che vuole gli nuoce; ma<br />

tuttavia esso vuole il suo male, quando vuole ciò che gli nuoce. Perciò è scritto: Colui che<br />

ama l’iniquità, odia la sua anima 63 . Perciò colui che sa amarsi 64 , ama Dio; invece colui<br />

che non ama Dio, anche se ama se stesso, cosa che gli è connaturale, si può dire a<br />

ragione che si odia, perché fa ciò che gli è contrario e persegue se stesso come suo<br />

nemico. Errore certamente mostruoso: mentre tutti vogliono il loro bene, molti non fanno<br />

che ciò che è loro dannoso in grado supremo. Il poeta descrive un male simile negli<br />

animali privi di parola:<br />

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