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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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una dimostrazione esteriore per condurli dalla manifestazione temporale di colui che<br />

veniva alla misteriosa eternità di Colui che è sempre presente.<br />

La creatura in cui lo Spirito Santo si è manifestato non è stata da lui assunta come la<br />

natura umana dal Figlio<br />

6. 11. Tuttavia in nessun passo della Scrittura è affermato che Dio Padre è superiore allo<br />

Spirito Santo, o lo Spirito Santo inferiore a Dio Padre, perché la creatura che servì allo<br />

Spirito Santo per apparire non fu da lui assunta, come la persona del Verbo di Dio<br />

assunse la natura umana per presentarsi in forma di uomo. Quell’uomo non era in<br />

possesso del Verbo di Dio alla pari di altri uomini dotati di santità e di sapienza, bensì al<br />

di sopra di essi 69 , non certo nel senso che avesse in misura più larga il Verbo di Dio in<br />

modo da eccellere su di essi per sapienza, ma nel senso che era lo stesso Verbo. Una<br />

cosa infatti è il Verbo nella carne, ed altra cosa il Verbo fatto carne. Cioè una cosa è il<br />

Verbo nell’uomo, un’altra il Verbo uomo. Infatti carne è sinonimo di "uomo"<br />

nell’affermazione: il Verbo si è fatto carne 70 , come nell’altra: E vedrà ogni carne<br />

ugualmente la salvezza di Dio 71 . Non si tratta di carne senza anima o senza spirito, ma<br />

ogni carne significa "ogni uomo". Perciò la creatura in cui si doveva manifestare lo Spirito<br />

Santo non è stata assunta come è stata assunta quella carne umana e quella natura<br />

umana dalla vergine Maria 72 . Infatti lo Spirito Santo non ha beatificato quella colomba o<br />

quel vento o quel fuoco, né li unì a sé ed alla propria persona in un medesimo stato per<br />

sempre. Altrimenti sarebbe variabile e convertibile la natura dello Spirito Santo, se quei<br />

fenomeni non si fossero compiuti per cambiamento delle creature, ma lo stesso Spirito<br />

Santo si fosse in maniera mutevole cambiato in una cosa ed in un’altra, come l’acqua si<br />

muta in ghiaccio. Quelle creature invece apparvero quando era opportuno che<br />

apparissero, perché la creatura serve al Creatore 73 e si è mutata e trasformata 74 ,<br />

secondo la volontà di Colui che resta immutabile in se stesso, per significarlo e rivelarlo<br />

come era necessario significarlo e rivelarlo ai mortali. Pertanto, sebbene la Scrittura<br />

chiami quella colomba Spirito e di quel fuoco dica: e apparvero distinte l’una dall’altra<br />

delle lingue che parevano di fuoco, che si posò sopra ciascuno di loro, e cominciarono a<br />

parlare in varie lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi 75 , per indicare che<br />

lo Spirito era stato manifestato attraverso quel fuoco come attraverso la colomba,<br />

tuttavia non possiamo dire che lo Spirito Santo è Dio e colomba, è Dio e fuoco, come<br />

diciamo che il Figlio è Dio e uomo. Nemmeno possiamo dirlo alla stessa maniera che<br />

diciamo che il Figlio è l’Agnello di Dio, sia con Giovanni Battista che dice: Ecco l’Agnello di<br />

Dio 76 , sia con Giovanni Evangelista, quando nell’Apocalisse vede l’Agnello ucciso 77 , poiché<br />

questa visione profetica non è stata offerta agli occhi corporei attraverso forme corporee<br />

78<br />

, ma si è manifestata nello spirito attraverso immagini spirituali dei corpi. Invece, tutti<br />

coloro che li videro, hanno visto quella colomba e quel fuoco con gli occhi. Veramente si<br />

può discutere, circa il fuoco, (a causa della costruzione della frase) se si tratti di una<br />

visione corporea o spirituale. Il testo non dice infatti: "videro dividersi delle lingue di<br />

fuoco" ma: apparvero delle lingue di fuoco 79 . Ora non siamo soliti dire "mi è apparso" allo<br />

stesso modo in cui diciamo "ho visto". E precisamente per le apparizioni spirituali di<br />

immagini sensibili c’è l’uso di dire "mi è apparso" e "ho visto", invece per le cose che<br />

cadono materialmente sotto i nostri occhi non diciamo "mi è apparso" ma "ho visto".<br />

Circa quel fuoco si può dunque chiedersi come sia stato visto, se attraverso una visione<br />

interna spirituale ma in maniera che apparisse in modo veramente esterno, oppure in<br />

modo realmente oggettivo con gli occhi della carne. Per quanto riguarda quella colomba<br />

della quale è stato detto che è discesa corporalmente, nessuno ha mai dubitato che non<br />

la si sia vista con gli occhi. Non possiamo nemmeno dire che lo Spirito Santo è colomba e<br />

fuoco, come diciamo che il Figlio è pietra (infatti la Scrittura dice: e la roccia era Cristo<br />

80<br />

). Perché quella pietra esisteva già in natura e fu chiamata Cristo in funzione di simbolo<br />

per un nuovo intervento divino. Come la pietra sulla quale Giacobbe posò la testa e che<br />

poi egli assunse anche con l’unzione a figura del Signore 81 . Così era il Cristo Isacco in<br />

atto di portare la legna per il sacrificio di se stesso 82 . A queste cose già esistenti venne<br />

ad aggiungersi una destinazione simbolica; non comparvero invece istantaneamente,<br />

come quella colomba e quel fuoco, solo per essere dei simboli. La colomba e il fuoco mi<br />

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