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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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sé, come se prima fosse sconosciuto a se stesso; mentre era noto a se stesso, alla stessa<br />

maniera che sono note le cose che sono contenute nella memoria, sebbene non siano<br />

pensate; diciamo infatti che un uomo conosce le lettere anche quando non pensa alle<br />

lettere, ma ad altre cose. Queste due conoscenze, quella che genera e quella che è<br />

generata, sono unite da un terzo termine, la dilezione, che non è altro che la volontà la<br />

quale appetisce e possiede qualcosa per fruirne. È dunque ancora per mezzo di queste<br />

tre parole, riteniamo, che si deve dare un’idea della trinità dello spirito: memoria,<br />

intelligenza, volontà 34 .<br />

Diversità tra il conoscersi ed il pensare sé: lo spirito si ricorda sempre di sé, sempre si<br />

conosce e si ama<br />

6. 9. Ma poiché abbiamo detto verso la fine del libro X che lo spirito si ricorda sempre di<br />

sé, che esso sempre si comprende e si ama, sebbene non si pensi sempre come distinto<br />

dalle cose che non sono ciò che esso è 35 , bisogna indagare in che senso l’intelligenza<br />

appartenga al pensiero e d’altra parte in che senso si dica che la conoscenza (notitia) di<br />

tutto ciò che è nello spirito, anche quando esso non vi pensa, appartenga alla memoria.<br />

Se infatti è così, lo spirito non possedeva queste tre cose: la memoria, l’intelligenza, e<br />

l’amore di sé; aveva soltanto la memoria di sé, ed è in un secondo momento, quando<br />

incomincia a pensarsi, che ha intelligenza e amore di sé.<br />

7. Consideriamo dunque con maggiore attenzione l’esempio addotto, con l’aiuto del quale<br />

abbiamo mostrato che una cosa è il non conoscere una realtà, altra cosa il non pensarla;<br />

e che può accadere che un uomo conosca qualcosa a cui non pensa, quando il suo<br />

pensiero è fisso su un altro argomento, non su quello. Perciò un uomo, versato in due o<br />

più scienze, quando pensa ad una, conosce tuttavia l’altra, o le altre, anche se non vi<br />

pensa. Ma possiamo forse essere nel giusto, se affermiamo: "Questo musicista conosce<br />

certamente la musica, ma ora non la comprende, perché non pensa ad essa; comprende<br />

invece ora la geometria, perché vi pensa"? Questa frase è assurda, per quel che mi pare.<br />

Che dire ora di questa frase: "Questo musicista conosce certamente la musica, ma ora<br />

non la ama, fin quando non vi pensa; ama ora invece la geometria, perché pensa ad<br />

essa"? Tale frase non è forse ugualmente assurda? Invece è perfettamente giusto<br />

affermare: "Quest’uomo che vedi discutere di geometria, è anche un perfetto musicista;<br />

infatti, e ricorda quella scienza e la comprende e l’ama; ma, sebbene la conosca e l’ami,<br />

ora non vi pensa, perché pensa alla geometria della quale discute". Questo esempio ci<br />

rivela che abbiamo, nel segreto dello spirito, delle conoscenze di alcune cose, che in<br />

qualche modo vengono in piena luce e si situano con maggior chiarezza sotto lo sguardo<br />

dello spirito, quando vi pensiamo; è allora infatti che lo spirito si accorge che ricordava,<br />

comprendeva e amava anche ciò cui non pensava, quando pensava ad altro. Ma quanto<br />

alle cose a cui non abbiamo pensato per lungo tempo e alle quali non siamo capaci di<br />

pensare senza esservi incitati, non so per qual mistero dello stesso genere accade che, se<br />

posso dirlo, non sappiamo che le sappiamo. Finalmente quando un uomo invita un altro a<br />

ricordarsi di qualche cosa ha ragione di dirgli: "Tu sai questo, ma non sai di saperlo; te lo<br />

ricorderò e scoprirai che sapevi ciò che credevi di non sapere" 36 . La stessa funzione la<br />

possono svolgere i libri, quando trattano di cose di cui il lettore, sotto la guida della<br />

ragione, scopre la verità; non quelle che egli ritiene vere basandosi sulla testimonianza<br />

dello scrittore, come accade per la storia, ma quelle che scopre vere lui stesso, sia<br />

guardando in se stesso, sia guardando in quella verità che è la guida dello spirito. Colui<br />

che, anche quando si attira su di esse la sua attenzione, è incapace di comprendere<br />

queste cose, per un grande accecamento del cuore è immerso più profondamente nelle<br />

tenebre dell’ignoranza ed ha bisogno di un aiuto divino più straordinario per giungere alla<br />

vera sapienza.<br />

7. 10. Ecco perché ho voluto dare alcuni esempi circa il pensiero, al fine di poter<br />

mostrare come il contenuto della memoria informi lo sguardo di chi ricorda, e come si<br />

generi, quando l’uomo pensa, un qualcosa del tutto simile a ciò che si trovava, prima che<br />

pensasse, nella sua memoria; perché è più facile distinguere i due momenti, quando la<br />

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