Sant'Agostino "De Trinitade"
Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.
Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.
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ma bisogna mostrare che non c’era né vi sarebbe potuto essere un altro modo più<br />
conveniente per risanare la nostra miseria. Infatti, per risollevare la nostra speranza, per<br />
impedire agli spiriti dei mortali, abbattuti per la condizione della loro mortalità, di<br />
disperare nell’immortalità, che c’era di più necessario che mostrarci quanto Dio ci<br />
apprezzi e quanto ci ami? Esisteva di ciò una prova più luminosa e convincente di questa:<br />
che il Figlio di Dio, immutabilmente buono, restando in se stesso ciò che egli era, e<br />
ricevendo da noi, per noi, ciò che non era, degnatosi, senza nulla perdere della sua<br />
natura, di divenire partecipe della nostra, abbia prima portato su di sé i nostri mali senza<br />
aver mai demeritato, commettendo qualcosa di male, e così, credendo noi ormai quanto<br />
Dio ci ami e sperando ormai ciò di cui disperavamo, abbia sparso su di noi, con una<br />
larghezza totalmente gratuita, i suoi doni, senza che nulla meritassimo per aver fatto<br />
qualcosa di buono, anzi avendo demeritato per quanto abbiamo fatto di male?<br />
I nostri meriti sono doni di Dio<br />
10. 14. Perché anche quelli che sono chiamati meriti nostri, sono suoi doni. Infatti<br />
affinché: La fede operi per mezzo dell’amore 51 , la carità di Dio è stata diffusa nei nostri<br />
cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 52 . Ora ci è stato dato quando Gesù<br />
è stato glorificato con la risurrezione. È allora infatti che egli ha promesso di mandare lo<br />
Spirito e l’ha mandato 53 , perché allora, come è stato scritto e predetto di lui: Ascendendo<br />
in alto, ha resa schiava la schiavitù, dette doni agli uomini 54 . Questi doni sono i nostri<br />
meriti, mediante i quali giungiamo al Bene supremo della beatitudine eterna 55 . Dio, dice<br />
l’Apostolo, mostra la sua carità verso di noi, in questo, che, quando eravamo ancora<br />
peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, che siamo giustificati per il suo<br />
sangue, saremo per mezzo di lui salvati dalla sua ira 56 . Egli aggiunge ancora: Se infatti,<br />
essendo nemici, siamo stati riconciliati con Dio, per mezzo della morte del Figlio suo, a<br />
maggior ragione, una volta riconciliati, saremo salvi nella sua vita 57 . Coloro che prima ha<br />
chiamato peccatori, li chiama poi nemici di Dio, e coloro che prima ha chiamato<br />
giustificati per mezzo del sangue di Gesù Cristo, li chiama poi riconciliati per mezzo della<br />
morte del Figlio di Dio, e coloro che prima ha chiamato salvi dall’ira per mezzo di lui, li<br />
chiama poi salvi nella vita di lui. Dunque, prima di questa grazia non eravamo dei<br />
peccatori qualsiasi, ma eravamo immersi in tali peccati da essere nemici di Dio. Prima lo<br />
stesso Apostolo ci aveva chiamati peccatori e nemici di Dio, con due nomi nello stesso<br />
tempo, uno in qualche modo indulgente, l’altro senz’altro molto severo, affermando: Se<br />
dunque Cristo, quando noi ancora eravamo deboli, nel tempo stabilito, è morto per gli<br />
empi 58 . Coloro che chiama deboli, li chiama anche empi. La debolezza sembra un male<br />
leggero, ma essa giunge talvolta al punto di meritare il nome di empietà. Tuttavia, se<br />
non fosse debolezza, non avrebbe necessità del medico; che è ciò che significa Gesù in<br />
ebraico, in greco, Salvatore nella nostra lingua. Prima la lingua latina non<br />
possedeva questa parola, ma poteva possederla, come poté possederla quando lo volle.<br />
Ora questa frase dell’Apostolo che ho appena citato: Quando eravamo ancora deboli, nel<br />
tempo stabilito è morto per gli empi, è in armonia con le due seguenti in cui, nell’una ci<br />
chiama peccatori, nell’altra nemici di Dio, come se volesse stabilire una corrispondenza,<br />
parola per parola, tra i peccatori e i deboli, i nemici di Dio e gli empi.<br />
Difficoltà circa la redenzione<br />
11. 15. Ma che significano le parole: Giustificati nel suo sangue 59 ? Qual è, chiedo, la<br />
forza di questo sangue, capace di giustificare i credenti? E che significano queste parole:<br />
Riconciliati per mezzo della morte del Figlio suo 60 ? Bisognerà forse pensare che, essendo<br />
Dio Padre adirato contro di noi, vide morire il Figlio suo per noi e placò la sua ira contro<br />
di noi? Suo Figlio si era dunque riconciliato con noi fino al punto di degnarsi di morire per<br />
noi, mentre il Padre restava ancora adirato contro di noi fino al punto di non riconciliarsi<br />
con noi, se non nel caso che il Figlio suo morisse per noi? Ma allora che significa ciò che<br />
dice in un altro passo lo stesso Dottore dei Gentili: Che diremo allora a riguardo di tutto<br />
questo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio<br />
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