Sant'Agostino "De Trinitade"
Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.
Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.
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essere qualcosa che non c’era prima che ci rifugiassimo in lui? È in noi dunque che<br />
avviene un cambiamento: infatti eravamo peggiori prima che ci rifugiassimo in lui, e<br />
rifugiandoci in lui diventiamo migliori, ma in lui non avviene alcun cambiamento. Così egli<br />
comincia ad essere nostro Padre quando siamo rigenerati per mezzo della sua grazia,<br />
perché ci ha dato il potere di divenire figli di Dio 67. Il nostro essere si cambia dunque in<br />
meglio, quando diventiamo suoi figli; nello stesso tempo anche lui comincia ad essere<br />
nostro Padre, ma senza alcuna modificazione del suo essere. Gli appellativi di origine<br />
temporale che si applicano a Dio e che prima non si predicavano in lui, hanno<br />
chiaramente un senso relativo, ma non indicano degli accidenti in Dio come se qualche<br />
cosa gli accadesse, ma indicano gli accidenti dell’essere in rapporto al quale Dio riceve un<br />
nome relativo nuovo. Ancora, per il fatto che l’amico di Dio 68 comincia ad essere giusto,<br />
muta. Ma quanto a Dio non sogniamoci neppure di pensare che egli ami qualcuno nel<br />
tempo, quasi si trattasse di un amore nuovo che in lui prima non c’era; in lui per il quale<br />
il passato non passa ed il futuro esiste già. Perché tutti i suoi santi li ha amati prima della<br />
creazione del mondo 69, come li ha anche predestinati, ma quando si convertono e lo<br />
incontrano, si dice che cominciano ad essere amati da lui, per parlare in modo accessibile<br />
alla nostra comprensione. Allo stesso modo quando si dice che è irritato con i cattivi e<br />
amabile con i buoni, sono essi che cambiano, non lui. Egli è come la luce: insopportabile<br />
agli occhi malati, gradevole ai sani. Ma sono gli occhi che cambiano, non la luce.<br />
LIBRO SESTO<br />
Alcuni argomentavano contro gli Ariani partendo dalle parole della Scrittura: Cristo è la forza e la<br />
sapienza di Dio<br />
1. 1. Alcuni ritengono che l’uguaglianza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo sia<br />
difficilmente concepibile in quanto la Scrittura dice: Cristo è la forza di Dio e la sapienza<br />
di Dio 1. Non sembra vi sia uguaglianza perché il Padre non è personalmente la forza e la<br />
sapienza, ma il genitore della forza e della sapienza. E certamente indagare in che senso<br />
il Padre si chiami Dio della forza e della sapienza è cosa che ordinariamente esige una<br />
riflessione tutt’altro che superficiale. Ora l’Apostolo afferma: Cristo è la forza di Dio e la<br />
sapienza di Dio. Partendo da questo testo alcuni dei nostri hanno argomentato contro gli<br />
Ariani, contro quelli precisamente che per primi si ribellarono alla fede cattolica,<br />
contrapponendo il seguente ragionamento. Si attribuisce allo stesso Ario questa<br />
argomentazione: Se Cristo è figlio, è nato. Se è nato vi fu un tempo in cui il figlio non<br />
esisteva 2. Ario dunque non comprendeva che anche l’essere nato, in Dio, è eterno,<br />
cosicché il Figlio è coeterno al Padre, come lo splendore che il fuoco genera e diffonde è<br />
coevo al fuoco e sarebbe coeterno se il fuoco fosse eterno. Perciò alcuni Ariani più tardi<br />
hanno respinto questa opinione ed ammesso che il Figlio di Dio non ha avuto inizio nel<br />
tempo. Ma nelle controversie che i nostri sostennero con coloro che affermavano: Vi fu<br />
un tempo in cui il Figlio non esisteva, alcuni inserivano anche questo ragionamento: "Se il<br />
Figlio di Dio è la forza e la sapienza di Dio, e se Dio non è mai stato senza la forza e la<br />
sapienza, il Figlio è coeterno a Dio Padre. Ora l’Apostolo afferma: Cristo è la forza e la<br />
sapienza di Dio, ed è stolto pretendere che Dio in qualsiasi momento non abbia avuto la<br />
forza e la sapienza; dunque non vi fu alcun momento in cui non esistesse il Figlio 3".<br />
Inconvenienti di questo modo di argomentare<br />
1. 2. Questo ragionamento ci obbliga ad ammettere che Dio Padre non è sapiente se non<br />
in quanto possiede la sapienza da lui generata 4, non in quanto è da sé la stessa<br />
sapienza. Inoltre, se le cose stanno così, bisogna vedere se anche lo stesso Figlio possa<br />
essere chiamato "Sapienza da sapienza", come è chiamato "Dio da Dio", "Luce da luce",<br />
nel caso che il Padre non sia la sapienza stessa, ma il genitore della sapienza. In questa<br />
ipotesi, perché il Padre non sarebbe anche il genitore della sua grandezza e della sua<br />
bontà, della sua eternità, della sua onnipotenza, in modo da non essere lui stesso la sua<br />
grandezza e la sua bontà e la sua eternità e la sua onnipotenza, ma grande per la<br />
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