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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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questo è niente, in che modo Dio è carità 35? E se questo non è sostanza, in che modo<br />

Dio è sostanza?<br />

In che senso la sostanza divina è semplice e molteplice<br />

6. 8. Se ci si chiede come questa sostanza è semplice e molteplice, bisogna prima<br />

osservare perché la creatura è composta e in nessun modo veramente semplice.<br />

Anzitutto l’universo corporeo si compone, beninteso, di parti in modo che vi è una parte<br />

più grande, un’altra più piccola, e l’universo è più grande di qualsiasi sua parte, per<br />

quanto grande essa sia. Infatti il cielo e la terra sono parti della massa dell’universo e la<br />

terra sola o il cielo solo a loro volta si compongono di innumerevoli parti e la terza parte<br />

è minore del resto e la metà minore del tutto. L’insieme del mondo che si è soliti<br />

chiamare con i nomi delle sue due parti, il cielo e la terra, è più grande certo che il cielo e<br />

la terra presi separatamente. Inoltre in ogni corpo altra cosa è la grandezza, altra il<br />

colore, altra la forma. Infatti può diminuire la grandezza, pur restando immutati il colore<br />

e la forma; può mutare il colore, restando identica la forma e la grandezza; può cambiare<br />

la forma, pur conservando il corpo la sua grandezza e il suo colore. Tutte le proprietà<br />

fisiche attribuite al corpo possono trasformarsi tutte insieme o alcune senza le altre. Di<br />

qui si ha la prova che la natura corporea è composta e manca assolutamente di<br />

semplicità. La stessa creatura spirituale, l’anima per esempio, paragonata al corpo è<br />

molto più semplice, ma al di fuori di questo paragone, è composta; anch’essa è priva di<br />

semplicità. Certo è più semplice del corpo, perché non espande la sua mole nello spazio,<br />

ma in ogni corpo è tutta intera nel tutto, tutta intera in ogni parte e per questo, quando<br />

accade nella più piccola particella del corpo un qualcosa che l’anima possa sentire,<br />

sebbene ciò non accada nel corpo intero, l’anima lo sente tutta intera, perché ad essa<br />

tutta intera non sfugge. Tuttavia anche per l’anima una cosa è essere attiva, altra essere<br />

inerte; una cosa aver lo spirito penetrante, altra la memoria fedele; una cosa è il<br />

desiderio, altra il timore; una cosa è la gioia, altra la tristezza, e queste disposizioni<br />

possono trovarsi nella natura dell’anima le une senza le altre, alcune con maggiore<br />

intensità, altre con minore, in maniera infinita, incalcolabile. È perciò evidente che<br />

l’anima non è una natura semplice, ma molteplice. Infatti nulla di ciò che è semplice è<br />

mutevole, ma qualsiasi creatura è mutevole.<br />

Dio è Trinità, ma non per questo è triplice<br />

7. Dio invece riceve molti attributi: grande, buono, sapiente, beato, verace e ogni altro<br />

non indegno di lui. Ma la sua grandezza s’identifica con la sua sapienza (infatti non è<br />

grande per la sua mole, ma per la sua potenza), e la sua bontà è la stessa cosa che la<br />

sua sapienza e grandezza, e la stessa verità è la identica cosa che tutto questo. Ed in lui<br />

non è altra cosa l’essere beato e l’essere grande e sapiente, o vero, o buono, o<br />

semplicemente l’essere.<br />

7. 9. Né perché è Trinità ne consegue che si debba ritenerlo triplice: altrimenti il Padre<br />

solo, o il Figlio solo sarebbero minori del Padre e Figlio insieme. Sebbene d’altra parte<br />

non si veda come si possa parlare di Padre solo e di Figlio solo, perché l’uno è sempre<br />

inseparabilmente con il Figlio, l’altro con il Padre; non che siano tutti e due Padre o tutti e<br />

due Figlio, ma perché sono sempre l’uno con l’altro, mai solo né l’uno né l’altro. Allo<br />

stesso modo noi diciamo un Dio "solo" la stessa Trinità, benché sia sempre in compagnia<br />

degli spiriti e delle anime sante, ma noi lo chiamiamo "solo" in quanto è Dio, perché<br />

questi non sono Dio con lui, altrettanto diciamo del Padre che è "solo", non perché sia<br />

separato dal Figlio, ma perché non sono Padre tutti e due insieme.<br />

Nessun accrescimento in Dio per il numero<br />

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