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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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18. 24. L’apostolo Giovanni, da parte sua, dice: O miei diletti, ora noi siamo figli di Dio, e<br />

ancora non è stato mostrato quello che saremo. Sappiamo che quando ciò sarà<br />

manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è 111 . Da questo testo appare<br />

che in questa immagine di Dio si realizzerà la piena rassomiglianza di lui, quando essa<br />

possederà la piena visione di lui. Quantunque questa affermazione dell’apostolo Giovanni<br />

si possa intendere anche dell’immortalità del corpo 112 . Anche in essa noi saremo simili a<br />

Dio, ma soltanto al Figlio, perché egli è l’unico nella Trinità che ha assunto un corpo che,<br />

morto, ha risuscitato ed ha condotto al Cielo. Perché si dice pure che questa è immagine<br />

del Figlio di Dio, immagine secondo la quale come lui avremo un corpo immortale, resi<br />

conformi sotto questo aspetto non alla immagine del Padre o dello Spirito Santo, ma<br />

soltanto del Figlio, perché di lui solo leggiamo e ce lo conferma una fede pienamente<br />

ortodossa: Il Verbo si è fatto carne 113 . Ecco perché l’Apostolo dice: Coloro infatti che<br />

preconobbe li ha pure predestinati conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il<br />

primogenito fra molti fratelli 114 . Primogenito, certamente, tra i morti 115 , secondo lo stesso<br />

Apostolo, per quella morte per cui è stata sotterrata la sua carne come un seme<br />

nell’ignominia, ed è risuscitata nella gloria. Secondo questa immagine del Figlio, al quale<br />

per l’immortalità noi ci conformeremo nel corpo, compiamo anche ciò che similmente dice<br />

lo stesso Apostolo: Come abbiamo portato l’immagine dell’uomo terrestre, così<br />

rivestiremo pure l’immagine di quello celeste 116 ; parole scritte perché teniamo con una<br />

fede sincera ed una speranza ferma e sicura che, noi, dopo essere stati mortali secondo<br />

Adamo, saremo immortali secondo Cristo. Così infatti noi possiamo portare ora questa<br />

immagine, non ancora nella visione, ma nella fede; non ancora nella realtà, ma nella<br />

speranza. È della risurrezione del corpo che parlava l’Apostolo, quando diceva queste<br />

parole 117 .<br />

L’immagine, che si rinnova interiormente per mezzo della conoscenza di Dio, raggiungerà<br />

la perfezione nella visione<br />

19. 25. Ma per quanto riguarda l’immagine della quale è stato detto: Facciamo l’uomo ad<br />

immagine e somiglianza nostra 118 , dato che il testo non dice: "a mia immagine", né "a<br />

tua immagine", crediamo che l’uomo è stato fatto ad immagine della Trinità e, per quanto<br />

ci è stato possibile, abbiamo cercato di comprendere ciò attraverso la nostra indagine. Di<br />

conseguenza è piuttosto in questo senso che bisogna ugualmente comprendere<br />

l’espressione dell’Apostolo: Saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è 119 . Perché<br />

queste parole concernono colui del quale egli aveva detto: Siamo figli di Dio 120 .<br />

L’immortalità della carne troverà anch’essa la sua perfezione nell’istante della<br />

risurrezione di cui l’apostolo Paolo dice: In un batter d’occhio, al suono dell’ultima<br />

tromba, anche i morti risorgeranno incorruttibili, e noi saremo trasformati 121 . Perché in<br />

questo istante, in un batter d’occhio, prima del giudizio, risorgerà nella forza,<br />

nell’incorruttibilità, nella gloria 122 come corpo spirituale il corpo animale che ora è<br />

seminato nell’infermità, nella corruzione, nell’ignominia. Invece l’immagine che, non<br />

esteriormente, ma interiormente, nello spirito dell’anima intellettiva, con la conoscenza di<br />

Dio 123 , si rinnova di giorno in giorno 124 , essa troverà la sua perfezione nella visione, che<br />

allora, dopo il giudizio, sarà a faccia a faccia 125 , mentre ora progredisce per mezzo di uno<br />

specchio ed in enigma 126 . È a riguardo di questa perfezione che bisogna intendere questa<br />

affermazione: Saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è 127 . Questo dono ci sarà<br />

dato, quando ci sarà detto: Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del<br />

Regno che è stato preparato per voi 128 . Allora sarà cacciato l’empio perché non veda la<br />

sublimità del Signore, quando quelli che sono a sinistra andranno nel supplizio eterno,<br />

mentre quelli che stanno a destra andranno nella vita eterna 129 . Ora, come dice la verità,<br />

la vita eterna è questa: che conoscano te, solo vero Dio e colui che hai mandato, Gesù<br />

Cristo 130 .<br />

La sapienza sarà perfetta nella beatitudine<br />

19. 26. È questa sapienza contemplativa che, a mio parere, le Scritture chiamano<br />

propriamente sapienza, distinguendola dalla scienza; sapienza dell’uomo certamente, ma<br />

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