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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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sono generate le creature inferiori, essi non debbono turbare la riservatezza ed il ritegno<br />

di nessuno, affinché per evitare un vano orrore non si cada in un pernicioso errore. Ci si<br />

abitui a trovare nei corpi le vestigia delle realtà spirituali, in modo tale da non trascinare<br />

con sé nelle cose più elevate ciò che si disprezza in quelle più basse, quando, sotto la<br />

guida della ragione, si comincia quell’ascesa che, a partire dal temporale, ci dirige verso<br />

l’alto per farci giungere alla verità immutabile per mezzo della quale queste cose sono<br />

state fatte. Il fatto che il nome di sposa evochi al pensiero l’unione corruttibile necessaria<br />

alla generazione della prole non ha distolto lo scrittore sacro da scegliersi in sposa la<br />

sapienza, né la sapienza stessa è di sesso femminile, per il fatto che tanto in greco<br />

quanto in latino la si esprime con un vocabolo di genere femminile.<br />

Confutazione dell’opinione precedente<br />

6. 6. Non respingiamo dunque questa opinione perché temiamo di considerare questa<br />

santa, inviolabile ed immutabile carità come la sposa di Dio Padre, dal quale trae origine<br />

la sua esistenza, senza tuttavia essere sua prole destinata a generare il Verbo per mezzo<br />

del quale sono state fatte tutte le cose 9 , ma perché la divina Scrittura ne mostra con<br />

evidenza la falsità. Infatti Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza 10 .<br />

E poco dopo è detto: E Dio fece l’uomo ad immagine di Dio 11 . La parola: nostra, essendo<br />

un plurale, sarebbe impropria, se l’uomo fosse stato fatto a immagine di una sola<br />

persona, sia quella del Padre, del Figlio o dello Spirito Santo. Ma poiché veniva fatto ad<br />

immagine della Trinità, per questo si ha l’espressione: ad immagine nostra. Al contrario,<br />

per evitare che ritenessimo di dover credere che ci sono tre dèi nella Trinità, dato che<br />

questa stessa Trinità è un solo Dio, la Scrittura dice: E Dio fece l’uomo a immagine di<br />

Dio; come se dicesse: Ad immagine sua 12 .<br />

6. 7. Le Scritture spesso usano espressioni tali, alle quali alcuni, sebbene affermino la<br />

loro fede cattolica, non fanno sufficientemente attenzione, cosicché intendono queste<br />

parole: Dio fece (l’uomo) ad immagine di Dio, come se fosse detto: "Il Padre fece<br />

(l’uomo) ad immagine del Figlio", volendo provare così che nelle sante Scritture anche il<br />

Figlio è chiamato Dio, come se mancassero altri testi probanti, assai sicuri ed assai chiari,<br />

in cui il Figlio è detto non solo Dio, ma vero Dio 13 . Infatti, a proposito di questa<br />

testimonianza, mentre vogliono risolvere altre difficoltà, cadono in un tale groviglio dal<br />

quale non si possono districare. Perché se il Padre creò l’uomo a immagine del Figlio,<br />

cosicché l’uomo non sia immagine del Padre, ma del Figlio, il Figlio non è simile al Padre.<br />

Però se una pia fede ci insegna, come difatti ci insegna, che la somiglianza del Figlio al<br />

Padre giunge fino all’uguaglianza dell’essenza, ciò che è stato creato a somiglianza del<br />

Figlio è stato creato anche a somiglianza del Padre. Inoltre, se il Padre ha creato l’uomo,<br />

non a sua immagine, ma a immagine del Figlio, perché non disse: "Facciamo l’uomo ad<br />

immagine e somiglianza tua", ma invece: a immagine e somiglianza nostra 14 , se non<br />

perché l’immagine della Trinità veniva prodotta nell’uomo in modo che così l’uomo fosse<br />

l’immagine del solo Dio 15 , perché la Trinità stessa è un solo vero Dio? Simili espressioni<br />

sono innumerevoli nelle Scritture, ma basterà addurre le seguenti. Si legge nei Salmi:<br />

Dal Signore viene la salvezza e sul tuo popolo è la tua benedizione 16 , come si parlasse ad<br />

un altro, non più a colui cui si diceva: Dal Signore viene la salvezza. E in un altro Salmo:<br />

Tu mi salverai dalla tentazione e nel mio Dio salterò il muro 17 , come se le parole: tu mi<br />

salverai dalla tentazione fossero indirizzate ad un altro. Si legge ancora: I popoli<br />

cadranno ai tuoi piedi, nel cuore dei nemici del re 18 , come se dicesse: "Nel cuore dei tuoi<br />

nemici". È proprio al re, cioè al Signore nostro Gesù Cristo, che il Salmista diceva: I<br />

popoli cadranno ai tuoi piedi, ed è a questo stesso re che volle alludere quando aggiunse:<br />

nel cuore dei nemici del re. Tali espressioni si trovano più raramente nel Nuovo<br />

Testamento. Tuttavia l’Apostolo scrive nella Lettera ai Romani: <strong>De</strong>l Figlio suo, nato dalla<br />

discendenza di David secondo la carne, che fu predestinato Figlio di Dio con potenza,<br />

secondo lo Spirito di santificazione, per mezzo della risurrezione dai morti di Gesù Cristo<br />

nostro Signore 19 , come se all’inizio del passo avesse parlato di un altro. Chi è infatti il<br />

Figlio di Dio predestinato per la risurrezione dai morti di Gesù Cristo, se non lo stesso<br />

Gesù Cristo, che è stato predestinato ad essere il Figlio di Dio? Dunque quando leggiamo:<br />

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