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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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perché i suoi lavori sono le virtù. Ma in una maniera è inviata perché sia con l’uomo, in<br />

un’altra perché sia essa stessa uomo. Infatti: Essa si trasfonde nelle anime sante e ne fa<br />

degli amici di Dio e Profeti 151 , alla maniera in cui riempie anche gli Angeli santi e per<br />

mezzo di essi opera tutto ciò che armonizza con questa specie di funzioni. Ma quando<br />

venne la pienezza dei tempi fu mandata 152 , non per riempire gli Angeli, né perché fosse<br />

un Angelo (eccetto nella misura in cui annunciava le intenzioni del Padre, che erano<br />

anche le sue), non perché fosse con gli uomini o negli uomini, come era anche prima nei<br />

Patriarchi e nei Profeti, ma perché il Verbo stesso si facesse carne, cioè diventasse uomo.<br />

In questo sacramento posteriormente rivelato c’era la salvezza anche dei sapienti e dei<br />

santi che nacquero dalla donna, prima che egli nascesse dalla Vergine. Nel suo<br />

compimento e nel suo annuncio c’è la salvezza di tutti coloro che credono, che sperano,<br />

che amano. Ecco: Il grande mistero della pietà, che fu manifestato nella carne,<br />

giustificato nello spirito, apparve agli Angeli, fu predicato alle genti, fu creduto nel<br />

mondo, fu elevato nella gloria 153 .<br />

La missione del Figlio consiste nella sua venuta nel mondo e nella sua presenza nelle<br />

anime<br />

20. 28. Dunque il Verbo di Dio è mandato da Colui del quale è Verbo; è mandato da Colui<br />

dal quale è nato; manda colui che genera, è mandato colui che è generato. Ed egli è<br />

mandato a qualcuno nel momento in cui lo si conosce e lo si comprende, per quanto<br />

permette di conoscerlo e comprenderlo la forza penetrativa di un’anima razionale che<br />

progredisce verso Dio o che in Dio è già perfetta. Dunque il Figlio non è detto mandato<br />

per il fatto stesso che è nato dal Padre, ma quando o si manifesta in questo mondo il<br />

Verbo fatto carne 154 , per cui egli dice: Sono nato dal Padre e sono venuto in questo<br />

mondo 155 , o nel corso del tempo è percepito dallo spirito di qualcuno, nel senso in cui è<br />

detto: Mandala, affinché mi assista e condivida il mio lavoro 156 . Ora ciò che è nato<br />

dall’Eterno esiste in eterno: È lo splendore della luce eterna 157 , mentre ciò che è mandato<br />

nel corso del tempo è conosciuto da qualcuno. Ma quando il Figlio di Dio si è manifestato<br />

nella carne, è in questo mondo che egli è stato mandato, nella pienezza dei tempi, per la<br />

sua nascita da donna: Perché, siccome nella Sapienza di Dio il mondo con la propria<br />

sapienza non ha potuto conoscere Dio, dato che la luce splende nelle tenebre, ma le<br />

tenebre non l’hanno compresa 158 , piacque a Dio di salvare con la stoltezza della<br />

predicazione coloro che credono fermamente 159 . Gli piacque cioè che il Verbo si facesse<br />

carne ed abitasse tra noi. Invece quando nel corso del tempo qualcuno prende coscienza<br />

del suo progresso si dice giustamente che il Verbo è mandato, ma non in questo mondo<br />

160<br />

, perché evidentemente non appare in maniera sensibile, cioè non cade sotto i sensi del<br />

corpo. Perché anche noi, in quanto secondo le nostre possibilità attingiamo con lo spirito<br />

qualcosa di eterno, non siamo in questo mondo, come anche gli spiriti dei giusti, anche<br />

quelli che vivono in questo corpo, in quanto esperimentano la dolcezza delle cose divine,<br />

non sono in questo mondo. Ma il Padre, anche quando lo si conosce temporalmente, non<br />

si dice mandato, perché non ha alcuno dal quale ricevere l’essere o dal quale procedere.<br />

La Sapienza esclama: Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo 161 , e dello Spirito Santo è<br />

detto: Egli procede dal Padre 162 , ma il Padre da nessuno.<br />

La missione dello Spirito Santo consiste nella conoscenza che abbiamo della sua<br />

processione dal Padre<br />

20. 29. Dunque come il Padre ha generato, il Figlio è stato generato, così il Padre ha<br />

mandato, il Figlio è stato mandato. Ma come nel caso di colui che ha generato e di colui<br />

che è stato generato, colui che ha mandato e colui che è stato mandato sono una sola<br />

cosa, perché il Padre e il Figlio sono una sola cosa. Così pure lo Spirito Santo è una cosa<br />

sola con essi, perché i Tre sono una sola cosa 163 . Come infatti per il Figlio nascere è<br />

essere dal Padre, così per il Figlio essere mandato è essere conosciuto nella sua origine<br />

dal Padre. Alla stessa maniera come per lo Spirito Santo essere il dono di Dio è procedere<br />

dal Padre, così per lui essere mandato è venir conosciuto nella sua processione dal Padre,<br />

e non possiamo dire che lo Spirito Santo non proceda anche dal Figlio. Non per nulla<br />

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