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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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essere creata che per mezzo di Colui per mezzo del quale sono state create tutte le cose<br />

e senza del quale nulla è stato fatto 94 , sebbene sia mutevole, tuttavia non è visibile, essi<br />

invece hanno ritenuto visibile il Verbo stesso e la stessa Sapienza divina, per mezzo della<br />

quale sono state fatte tutte le cose, mentre la Sapienza non è soltanto invisibile come lo<br />

è anche l’anima ma anche immutabile, mentre l’anima non lo è; è questa sua<br />

immutabilità che ci è stata ricordata nell’affermazione della Scrittura: rimanendo in se<br />

stessa, rinnova ogni cosa 95 . E costoro, come sforzandosi di sostenere il loro errore<br />

traballante con le testimonianze delle divine Scritture, si servono delle affermazioni<br />

dell’apostolo Paolo e quanto viene affermato dell’unico e solo Dio, in cui riconosciamo la<br />

Trinità stessa, lo interpretano come affermato soltanto del Padre, non anche del Figlio e<br />

dello Spirito Santo. L’Apostolo afferma: Al re dei secoli, immortale, invisibile, unico Dio,<br />

onore e gloria nei secoli dei secoli 96 . Egli dice anche: Beato e solo potente, re dei re e<br />

dominatore dei dominanti, il solo che possiede l’immortalità ed abita una luce<br />

inaccessibile che nessun uomo ha mai veduto né può vedere 97 . Ci pare di esserci già<br />

sufficientemente intrattenuti sul modo in cui vanno interpretate tali affermazioni.<br />

Confutazione di coloro che credevano solo il Padre immortale ed invisibile<br />

9. 15. Coloro che vogliono che queste parole vadano intese come dette non del Figlio né<br />

dello Spirito Santo ma soltanto del Padre, affermano che il Figlio è visibile non per la<br />

carne assunta dalla Vergine ma già prima, per se stesso. Infatti affermano: "Egli è<br />

apparso agli occhi dei Patriarchi". Fate loro questa obiezione: "Se il Figlio è visibile per se<br />

stesso è anche mortale per se stesso, e questo perché possiate essere coerenti con voi<br />

stessi, dato che volete intendere come dette solo del Padre le parole: Colui che solo ha<br />

l’immortalità; infatti se il Figlio è mortale soltanto dopo l’incarnazione, ammettete che il<br />

Figlio non sia ugualmente visibile che per l’incarnazione". Essi vi rispondono che secondo<br />

la loro opinione il Figlio non è mortale per l’incarnazione ma che era mortale, come era<br />

visibile, già prima dell’incarnazione. Infatti se si ammette che il Figlio è mortale solo per<br />

l’incarnazione, allora non è soltanto il Padre, con l’esclusione del Figlio, ad avere<br />

l’immortalità, perché anche il Verbo di lui, per mezzo del quale sono state fatte tutte le<br />

cose, ha l’immortalità. D’altra parte il Figlio, assumendo la carne mortale, non ha per<br />

questo perduto la sua immortalità, dato che nemmeno all’anima umana accade di morire<br />

con il corpo, secondo la testimonianza del Signore stesso: Non temete coloro che<br />

uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima 98 . Ovvero anche lo Spirito Santo<br />

avrebbe dovuto incarnarsi. Ecco ciò che metterà certamente in imbarazzo i nostri<br />

contraddittori se il Figlio è mortale per l’incarnazione: spiegare come il Padre soltanto<br />

abbia l’immortalità con l’esclusione del Figlio e dello Spirito Santo. Ma lo Spirito Santo<br />

non si è incarnato. Allora nel caso che lo Spirito Santo, sebbene non si sia incarnato, sia<br />

tuttavia mortale, è chiaro che nemmeno il Figlio è mortale per l’incarnazione; se invece lo<br />

Spirito Santo è immortale, allora l’affermazione: egli solo ha l’immortalità, non va intesa<br />

solo del Padre. L’argomento con il quale costoro credono di poter dimostrare che il Figlio<br />

era per se stesso mortale anche prima dell’incarnazione è tutto qui: si può chiamare<br />

giustamente mortalità la stessa mutabilità 99 . In tal senso si dice che muore anche<br />

l’anima, non perché essa si cambi in un corpo o in un’altra sostanza ma perché ogni cosa<br />

che adesso si trova ad esistere diversamente da prima, pur conservando la propria<br />

sostanza, si rivela mortale nella misura in cui ha cessato di essere ciò che era prima.<br />

"Ebbene, dicono, poiché il Figlio di Dio prima di nascere dalla vergine Maria è apparso,<br />

proprio lui in persona, ai Padri nostri, non sempre sotto un’unica e identica forma, ma in<br />

diverse forme ora in un modo ora in un altro, egli è sia visibile di per se stesso, perché,<br />

non essendosi ancora incarnato, si è manifestato nella sua sostanza immortale, sia<br />

mortale in quanto soggetto a mutamento. Così pure lo Spirito Santo che apparve una<br />

volta sotto forma di colomba, altra volta sotto forma di fuoco" 100 . "Perciò, essi<br />

concludono, non concerne la Trinità ma singolarmente e propriamente il Padre<br />

l’affermazione: All’immortale, all’invisibile, all’unico Dio 101 ; e l’altra: Colui che solo ha<br />

l’immortalità ed abita in una luce inaccessibile, Colui che nessun uomo vide mai, né può<br />

vedere 102 ".<br />

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