23.02.2018 Views

Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

natura" 261 . Che restava dunque all’eretico se non tacere e vedersi, con la sua stessa<br />

domanda, imprigionato in un legame insolubile? Ma la volontà di Dio, se bisogna<br />

attribuirla in proprio a qualche persona della Trinità, è allo Spirito Santo che conviene di<br />

più, come la carità. Infatti che altro è la carità se non la volontà?<br />

Riassunto di quanto detto sopra: l’uomo, immagine della Trinità, deve orientare tutto se<br />

stesso a ricordare, contemplare, amare la Trinità<br />

20. 39. Vedo che ciò che ho detto in questo libro 262 basandomi sulle Sacre Scritture circa<br />

lo Spirito Santo dà ai fedeli una sufficiente istruzione. Essi già sapevano che lo Spirito<br />

Santo è Dio 263 , che è della stessa sostanza del Padre, che non è inferiore al Padre e al<br />

Figlio, verità che ho provato nei libri precedenti basandomi su queste stesse Scritture 264 .<br />

Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di<br />

condurre coloro che chiedono ragione di tali cose a contemplare con l’intelligenza, per<br />

quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto<br />

particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad<br />

immagine di Dio 265 , per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e,<br />

se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà 266 . Chiunque,<br />

con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina,<br />

costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo<br />

spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile; la ricorda<br />

con la memoria, la contempla con l’intelligenza, l’abbraccia con l’amore, certamente vi<br />

scopre l’immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema<br />

Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo<br />

ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per<br />

quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità,<br />

che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità<br />

come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in<br />

questa tenue somiglianza.<br />

L’immagine del Padre e del Figlio nella nostra memoria e intelligenza<br />

21. 40. Ecco Dio Padre e Dio Figlio, il Dio generante che, in qualche modo, "ha detto" nel<br />

suo Verbo, che gli è coeterno, tutto ciò che possiede sostanzialmente, e lo stesso Dio<br />

Verbo del Padre, che, anch’egli, possiede sostanzialmente né più né meno ciò che è Colui<br />

che ha generato non con menzogna ma veracemente il Verbo. Mi sono sforzato di<br />

significare questa relazione come ho potuto, non come se vedessimo già queste realtà a<br />

faccia a faccia 267 , ma per congettura attraverso questa rassomiglianza in enigma, per<br />

quanto debole essa sia, che si trova nell’intimo dello spirito nella relazione della memoria<br />

e della intelligenza: attribuendo alla memoria tutto ciò che sappiamo, sebbene da questa<br />

conoscenza non nasca alcun pensiero, all’intelligenza invece una informazione del<br />

pensiero secondo il modo che le è proprio. Infatti quando pensiamo una cosa di cui<br />

avremo scoperto la verità, diciamo che ne abbiamo una perfetta intelligenza, poi la<br />

lasciamo di nuovo nella memoria. Ma c’è una profondità più segreta della memoria, in cui<br />

l’atto del pensiero giunge a farci scoprire ciò che ne è l’elemento primitivo, e in cui è<br />

generato il verbo intimo, che non appartiene a nessuna lingua, come un sapere che<br />

proviene da un sapere, una visione che proviene da una visione, una intelligenza che si<br />

manifesta nel pensiero, intelligenza che proviene da un’intelligenza già presente nella<br />

memoria, ma ancora nascosta; ancorché se anche il pensiero stesso non avesse una sua<br />

specie di memoria, non ritornerebbe sulla conoscenza che aveva lasciato nella memoria,<br />

quando pensava ad altra cosa.<br />

La nostra volontà immagine dello Spirito Santo<br />

21. 41. Invece per quanto riguarda lo Spirito Santo non abbiamo scoperto in questo<br />

enigma 268 niente che gli rassomigli se non la volontà, o l’amore o la dilezione, che non è<br />

217

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!