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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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probabili o anche più probabili di queste. In ogni caso nessuno sarà così sciocco e di<br />

cattivo gusto da sostenere che la loro presenza nella Sacra Scrittura è priva di<br />

importanza e che la loro frequenza non è caratterizzata da intenzioni mistiche. Le ragioni<br />

che da parte mia ho offerto le ho ricavate dall’autorità della Chiesa, che ci hanno<br />

tramandato gli antichi, dalla testimonianza della Scrittura, dalle leggi dei numeri e delle<br />

proporzioni. Ora contro la ragione non andrà mai il buon senso, contro le Scritture il<br />

senso cristiano, contro la Chiesa il senso della pace.<br />

Dispersi nella moltitudine, per mezzo di un unico Mediatore siamo reintegrati nell’Unità<br />

7. 11. Di questo sacramento, di questo sacrificio, di questo sacerdote, di questo Dio,<br />

prima che fosse mandato e fosse venuto nascendo da una donna, furono immagini sia<br />

tutte le sacre e mistiche apparizioni avute dai nostri padri per prodigi angelici sia le opere<br />

da essi stessi compiute, cosicché ogni creatura in qualche modo parlasse con i fatti di<br />

quell’uno che sarebbe stato l’unica salvezza di quanti dovevano essere strappati alla<br />

morte. Poiché infatti distaccandoci dall’unico, sommo e vero Dio per reato di empietà ed<br />

opponendoci a lui ci eravamo dispersi e vanificati in una moltitudine di cose, distratti in<br />

esse, attaccati ad esse, occorreva che al cenno ed al comando del misericordioso Dio le<br />

stesse cose nella loro moltitudine invocassero la venuta di quell’uno, che egli alla sua<br />

venuta fosse salutato dalle molte cose, che tutte le cose lo testimoniassero come già<br />

venuto; che noi, liberati dalle molte cose, ci serrassimo attorno a quell’uno; che morti<br />

nell’anima per molti peccati e destinati a morire nel corpo in pena del peccato, amassimo<br />

quest’uno, morto per noi nella carne senza peccato; che noi credendo in quell’uno risorto<br />

e con lui spiritualmente risorgendo per fede, fossimo giustificati diventando una cosa sola<br />

nell’unico Giusto 88 ; che noi non disperassimo di poter risuscitare anche nella carne 89 ,<br />

vedendoci preceduti, noi moltitudine di membra, da lui come unico capo; in cui, purificati<br />

adesso per mezzo della fede, e reintegrati in futuro per mezzo della visione, riconciliati<br />

con Dio per la sua funzione di Mediatore, dobbiamo aderire all’Uno 90 , godere dell’Uno,<br />

perseverare nell’Unità.<br />

Cristo vuole riportarci all’unità<br />

8. 12. Così lo stesso Figlio di Dio, Verbo di Dio e nello stesso tempo Mediatore di Dio e<br />

degli uomini come Figlio dell’uomo, uguale al Padre 91 per l’unità della divinità e nostro<br />

simile per l’umanità che assunse, pregando il Padre per noi con la sua umanità, senza<br />

tacere tuttavia di essere con il Padre una sola cosa nella divinità, tra le altre cose dice:<br />

Non soltanto per questi prego ma anche per quelli che crederanno in me, per la loro<br />

parola, affinché tutti siano una cosa sola, come tu sei in me, o Padre, ed io in te, affinché<br />

anche loro siano una cosa sola in noi; affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E<br />

la gloria che tu mi desti, io l’ho data a loro affinché siano una cosa sola, come noi siamo<br />

una cosa sola 92 .<br />

Natura dell’unità in Cristo<br />

9. Non disse: "Che io e loro siamo una cosa sola", sebbene come capo della Chiesa ed<br />

essendo la Chiesa il suo corpo 93 potesse dire: "Che io e loro siamo, non una cosa sola,<br />

ma uno solo", perché il capo e il corpo è un solo Cristo 94 . Ma manifestando la sua divina<br />

consustanzialità con il Padre (riferendosi a questo, in un altro passo dice: Io e il Padre<br />

siamo una sola cosa 95 ), consustanzialità di un genere proprio a lui, cioè uguaglianza<br />

consustanziale nella medesima natura, vuole che i suoi siano una sola cosa, ma in lui.<br />

Infatti in se stessi ne sarebbero incapaci, disuniti l’uno dall’altro dalle opposte volontà,<br />

dalle passioni, dalle immondezze dei peccati. Per questo sono purificati dal Mediatore per<br />

essere una sola cosa in lui, non solo nell’unità della natura, nella quale da uomini mortali<br />

diventano uguali agli Angeli 96 , ma anche per l’identità di una volontà che cospira in pieno<br />

accordo alla medesima beatitudine, fusa in qualche modo in un solo spirito dal fuoco della<br />

carità. È questo il senso dell’espressione: Che essi siano una sola cosa come noi siamo<br />

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