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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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immagini che informavano il pensiero, intervenendo la volontà come terzo elemento che<br />

univa questo a quelle, a somiglianza di come era informato al di fuori lo sguardo degli<br />

occhi, che la volontà dirigeva verso la cosa visibile per produrre la visione, unendo l’uno<br />

all’altra, aggiungendosi, essa stessa, anche in questo caso, come terzo elemento. Ma non<br />

facciamo entrare forzatamente tale argomento in questo libro, affinché, nel seguente, se<br />

Dio ci aiuterà, lo si possa indagare con pieno agio e si possa esporre ciò che avremo<br />

trovato.<br />

La sapienza è il culto di Dio<br />

LIBRO QUATTORDICESIMO<br />

1. 1. Ora dobbiamo trattare della sapienza, non di quella di Dio che senza alcun dubbio è<br />

Dio, perché sapienza di Dio è chiamato il suo Figlio unigenito 1 , ma parleremo della<br />

sapienza dell’uomo, però della vera, che è secondo Dio, e che è il vero e principale culto<br />

reso a lui, che i Greci chiamano con una sola parola<br />

. Questo termine i Latini,<br />

come ho ricordato, volendo tradurlo anch’essi con una sola parola, l’hanno tradotto con<br />

pietas, benché la pietas sia chiamata più ordinariamente dai Greci<br />

, ma<br />

, poiché non si può rendere nel suo pieno significato con una sola parola, è<br />

meglio tradurla con due parole e dire di preferenza "culto di Dio". Che questa sia la<br />

sapienza dell’uomo, come ho stabilito già nel libro XII di quest’opera 2 , ce lo dimostra<br />

l’autorità della Sacra Scrittura, nel libro del servo di Dio Giobbe, dove si legge che la<br />

sapienza di Dio ha detto all’uomo: Ecco: la pietà è sapienza; astenersi invece dal male è<br />

scienza 3 ; o ancora, secondo la traduzione che alcuni fanno del greco<br />

, è<br />

disciplina, termine che deriva certamente da discere (imparare), e per questo si può<br />

anche chiamare "scienza", perché qualsiasi cosa si apprenda, lo si fa per saperla 4 .<br />

Tuttavia il termine disciplina è usato di solito in un’altra accezione: designa i mali che<br />

ciascuno, a motivo dei suoi peccati, sopporta per emendarsi. Per questo si legge<br />

nell’Epistola agli Ebrei: Qual è il figlio al quale il padre non applichi la disciplina? E più<br />

chiaramente nella stessa Epistola: Ma ogni disciplina sembra dapprima causa di dolore e<br />

non di gioia; tuttavia in seguito produrrà, in coloro che per mezzo di essa hanno<br />

combattuto, frutti di pace e di giustizia 5 . È dunque Dio stesso la sapienza suprema,<br />

invece il culto di Dio è la sapienza dell’uomo, sapienza di cui ora parliamo. Infatti: La<br />

sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio 6 . Di questa sapienza, che è culto di Dio<br />

7<br />

, parla la Scrittura quando dice: La moltitudine dei sapienti è la salvezza del mondo 8 .<br />

Il filosofo amico della sapienza<br />

1. 2. Ma se è privilegio dei sapienti discutere della sapienza 9 , che faremo noi? Oseremo<br />

far professione di sapienza per non arrossire nel discutere su di essa? Non saremo<br />

trattenuti dall’esempio di Pitagora? Questi, non avendo osato dirsi saggio, preferì dirsi<br />

filosofo, cioè amico della sapienza; la parola "filosofo", che trae origine da lui, ebbe in<br />

seguito presso coloro che vennero dopo di lui tanto successo, che nessuno, per quanto<br />

eminente apparisse ai suoi occhi o agli occhi degli altri per l’ampiezza delle sue<br />

conoscenze riguardanti la sapienza, non ricevette altro nome che quello di filosofo 10 . Se<br />

dunque nessuno di questi uomini osava dirsi sapiente, è perché forse pensavano che il<br />

sapiente è senza peccato? Ma non dicono questo le nostre Scritture, che affermano:<br />

Riprendi il sapiente e ti amerà 11 . Certamente giudicano peccatore colui che ritengono che<br />

si debba riprendere. Tuttavia nemmeno in questo senso io oso dichiararmi sapiente; mi<br />

basta sapere - e questo nemmeno gli antichi lo possono contestare - che è compito<br />

anche del filosofo, cioè di colui che ama la sapienza, discutere circa la sapienza. Non<br />

hanno fatto a meno di far questo essi, che si sono proclamati amici della sapienza,<br />

piuttosto che sapienti.<br />

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