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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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3. 6. Ecco dunque che per togliere le nostre due morti il Salvatore ha pagato con una<br />

sola morte da parte sua e per procurare ambedue le nostre risurrezioni ha preposto e<br />

proposto come sacramento ed esempio una sola risurrezione da parte sua. Infatti non fu<br />

né peccatore, né empio in modo da aver necessità di rinnovarsi secondo l’uomo interiore<br />

43<br />

, come se fosse uno spirito morto, e da essere richiamato alla vita della giustizia, come<br />

ravvedendosi. Ma rivestito di carne mortale, non morendo che per essa, non risuscitando<br />

che per essa, per essa sola si mise in armonia con noi per la morte e la risurrezione,<br />

facendosi in essa sacramento dell’uomo interiore e modello di quello esteriore. Al<br />

sacramento del nostro uomo interiore si riferisce, per significare la morte della nostra<br />

anima, quel gemito di Cristo non solo nel Salmo, ma anche sulla croce: Dio mio, Dio mio,<br />

perché mi hai abbandonato? 44 . A questo grido corrisponde bene la parola dell’Apostolo:<br />

Resi persuasi di questo, che l’uomo vecchio nostro è stato crocifisso con lui, affinché<br />

fosse distrutto il corpo del peccato in modo da non essere più schiavi del peccato 45 .<br />

Crocifissione dell’uomo interiore sono i dolori della penitenza e le torture salutari della<br />

continenza. Una morte questa che sopprime la morte del peccato in cui Dio non ci lascia.<br />

E così questa croce distrugge il corpo del peccato, perché non offriamo più le nostre<br />

membra al peccato come strumenti di iniquità 46 , poiché, se l’uomo interiore si rinnova di<br />

giorno in giorno 47 , è evidente che prima di rinnovarsi era vecchio. È nell’interno che si<br />

realizza ciò che lo stesso Apostolo dice: Spogliatevi dell’uomo vecchio e rivestitevi del<br />

nuovo 48 . E ne spiega il significato più avanti: Perciò lasciate la menzogna e ciascuno parli<br />

secondo la verità 49 . Dove ci si spoglia della menzogna se non nell’interno perché abiti sul<br />

santo monte di Dio, colui che parla secondo la verità, nel profondo del suo cuore 50 ? Che<br />

la risurrezione del corpo del Signore interessi anche il mistero della nostra risurrezione<br />

interiore appare dal passo in cui Cristo, dopo la risurrezione, dice alla donna: Non<br />

toccarmi; io non sono ancora asceso al Padre mio 51 . Con questo mistero concorda la<br />

parola dell’Apostolo: Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose dell’alto dov’è<br />

il Cristo, assiso alla destra di Dio; gustate le cose dell’alto 52 . Non toccare Cristo, se non<br />

dopo l’ascensione al Padre, significa non avere per Cristo un attaccamento sensibile 53 . Ad<br />

esempio poi della morte del nostro uomo esteriore 54 vale la morte corporale del Signore,<br />

perché è soprattutto con una tale passione che ha incoraggiato i suoi servi a non temere<br />

coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima 55 . Per questo dice<br />

l’Apostolo: Da parte mia completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo<br />

56<br />

. E ad esempio della risurrezione del nostro uomo esteriore vale la risurrezione del corpo<br />

del Signore, perché egli disse ai discepoli: Palpate e vedete; uno spirito non ha ossa e<br />

carne come vedete che io ho 57 . Ed uno dei suoi discepoli, inoltre, tastando le sue cicatrici<br />

esclamò: Signore mio e Dio mio 58 . Nella evidente e totale integrità della sua carne<br />

apparve chiara la verità di ciò che aveva detto ai discepoli per incoraggiarli: Nemmeno un<br />

capello del vostro capo perirà 59 . Perché infatti, dopo aver detto dapprima: Non toccarmi,<br />

non sono ancora asceso al Padre mio 60 , si lascia poi toccare dai suoi discepoli prima di<br />

ascendere al Padre, se non per suggerire in un caso il sacramento dell’uomo interiore e<br />

per offrire nell’altro un modello di quello esteriore? O ci sarà per caso qualcuno così stolto<br />

e così nemico della verità da avere il coraggio di dire che prima dell’ascensione si lasciò<br />

toccare dagli uomini, ma dalle donne soltanto dopo l’ascensione 61 ? È dunque al modello<br />

della nostra futura risurrezione corporale, offerto anticipatamente nel Signore, che si<br />

riferiscono queste parole dell’Apostolo: Prima di tutti Cristo, poi quelli che sono di Cristo<br />

62<br />

. In questo passo si tratta precisamente della risurrezione del corpo, a proposito della<br />

quale dice anche: Trasformerà il corpo della nostra umiliazione, rendendolo simile al<br />

corpo della sua gloria 63 . Perciò l’unica morte del nostro Salvatore ha rimediato alle nostre<br />

due morti. L’unica sua risurrezione ha donato a noi due risurrezioni, avendo concorso il<br />

suo corpo come opportuna medicina, in ambedue le direzioni della morte e della<br />

risurrezione, come sacramento per il nostro uomo interiore e come esempio per il nostro<br />

uomo esteriore.<br />

Il rapporto di semplice a doppio ha la sua fonte nella perfezione del numero sei<br />

4. 7. Questo rapporto del semplice al doppio ha la sua origine nel numero tre. Uno più<br />

due fanno tre e la somma dei numeri di cui ho parlato dà come totale sei: infatti uno più<br />

55

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