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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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specifico, tutti i singoli uomini che sono individui sono contenuti nella stessa definizione,<br />

e non entra in essa alcun elemento specifico che non s’incontri nell’uomo. Invece se<br />

definisco l’oro, apparterranno all’oro non solo le statue, supponendo che siano d’oro, ma<br />

anche gli anelli e tutto ciò che è formato da questo metallo. Anche se non si costruisce<br />

nulla con esso, rimane oro, perché le statue si possono fare anche senza l’oro. Allo stesso<br />

modo nessuna specie va oltre i limiti della definizione del suo genere. Infatti quando<br />

definisco l’animale, poiché il cavallo è una specie di questo genere, ogni cavallo è<br />

animale, ma non ogni statua è d’oro. Perciò, sebbene a proposito di tre statue d’oro, sia<br />

esatto parlare di tre statue e di un solo lingotto d’oro, non diciamo questo per fare<br />

intendere che l’oro è il genere, le statue la specie. Non è dunque in questo senso che noi<br />

chiamiamo la Trinità tre Persone o sostanze, una essenza ed un solo Dio, come se vi<br />

fossero tre realtà che sussistono formate dalla stessa materia, sebbene questa materia -<br />

qualunque cosa essa sia - sia suddivisa tra questi Tre. Infatti non c’è qualche altra cosa<br />

che appartenga alla essenza divina in aggiunta alla Trinità. Tuttavia diciamo: le tre<br />

Persone sono della stessa essenza, o le tre Persone sono una sola essenza, ma non<br />

diciamo: le tre Persone sono state formate dalla stessa essenza - come se qui una cosa<br />

fosse l’essenza, altra cosa la persona - come possiamo parlare di tre statue formate dallo<br />

stesso oro, perché in questo caso una cosa è essere oro, altra cosa essere statue. E<br />

quando diciamo: tre uomini sono una sola natura, o: tre uomini sono di una stessa<br />

natura, possiamo anche dire: tre uomini provengono da una stessa natura, perché anche<br />

altri tre uomini possono aver origine dalla stessa natura. Nell’essenza della Trinità,<br />

invece, è assolutamente impossibile che qualsiasi altra persona possa aver origine da<br />

questa stessa essenza. Inoltre nelle cose di questo mondo, un uomo solo non è tanto,<br />

quanto tre uomini insieme, e due uomini sono più che un uomo solo; e se sono della<br />

stessa dimensione c’è più oro in tre statue insieme che in una sola e c’è meno oro in una<br />

che in due. Ma in Dio le cose non stanno così; il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo insieme<br />

non costituiscono un’essenza più grande che il Padre solo o il Figlio solo, ma insieme<br />

queste tre sostanze o Persone (se si deve chiamarle così), sono uguali a ciascuna di esse.<br />

È ciò che l’uomo carnale non comprende 67, perché i fantasmi che volteggiano nella sua<br />

anima rappresentandogli i corpi, gli permettono di concepire soltanto masse ed<br />

estensioni, piccole o grandi.<br />

Ciò che deve credere chi non comprende; l’uomo ad immagine e immagine di Dio<br />

6. 12. Fino a che non sia purificato da questa impurità l’uomo carnale creda nel Padre,<br />

nel Figlio e nello Spirito Santo, in un solo Dio, unico, grande, onnipotente, buono, giusto,<br />

misericordioso, creatore di tutte le cose visibili ed invisibili 68 e tutto ciò che secondo le<br />

capacità umane si può affermare essere degno di lui e vero. Quando sente dire che il<br />

Padre è il solo Dio, non ne separi il Figlio o lo Spirito Santo 69, perché il Padre è un solo<br />

Dio soltanto in unione con Colui con il quale è Dio unico, perché anche quando sentiamo<br />

dire che il Figlio è il solo Dio, bisogna intenderlo senza esclusione del Padre e dello Spirito<br />

Santo. Se parla di un’unica essenza lo faccia senza pensare ad una superiorità di<br />

grandezza o di valore dell’uno o ad una qualsiasi sua diversità nei riguardi dell’altro. Ma<br />

tuttavia non pensi che il Padre è il Figlio e lo Spirito Santo e che ogni persona abbia<br />

qualsiasi attributo che esprima la relazione delle singole Persone. Per esempio "Verbo"<br />

designa solo il Figlio, "Dono" lo Spirito Santo 70. Per questo d’altra parte le persone<br />

ammettono il numero plurale come nel passo del Vangelo in cui è scritto: Io e il Padre<br />

siamo una sola cosa 71. Da una parte il Signore dice: una sola cosa, dall’altra siamo; una<br />

sola cosa, secondo l’essenza, perché sono un unico Dio; siamo secondo la relazione<br />

perché il primo è Padre, l’altro Figlio. A volte è passata sotto silenzio l’unità dell’essenza e<br />

sono menzionate solo le relazioni al plurale: Io e il Padre verremo a lui e dimoreremo<br />

presso di lui 72. Verremo e dimoreremo sono al plurale perché prima aveva detto: Io e il<br />

Padre, cioè il Figlio e il Padre, termini indicanti mutua relazione. A volte le relazioni sono<br />

designate in maniera del tutto velata, come nel Genesi: Facciamo l’uomo a nostra<br />

immagine e somiglianza 73. Facciamo e nostra è un plurale che si deve intendere<br />

soltanto nel senso delle relazioni. Non ha da intendersi infatti nel senso che a fare l’uomo<br />

sarebbero stati degli dèi o che lo avrebbero fatto ad immagine e somiglianza degli dèi,<br />

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