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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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sempre verità perché in essa c’è l’eternità), dunque la Verità ha detto: Questa è la vita<br />

eterna: che conoscano te solo vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo 132 ; quando<br />

dunque nella visione la nostra fede diverrà verità, allora l’eternità possederà la nostra<br />

mortalità trasfigurata 133 . In attesa che ciò accada ed affinché accada, poiché accordiamo<br />

alle cose che nascono l’adesione della nostra fede, come nelle eterne speriamo la verità<br />

della contemplazione, affinché non vi fosse discordanza tra la fede della vita mortale e la<br />

verità di quella eterna, la stessa Verità coeterna al Padre è nata sulla terra 134 , quando il<br />

Figlio di Dio venne per diventare Figlio dell’uomo e per ricevere lui stesso in sé la nostra<br />

fede che ci conducesse alla verità di lui, che ha assunto la nostra mortalità in modo da<br />

non perdere la sua eternità. C’è infatti tra le cose che cominciano e l’eternità lo stesso<br />

rapporto che c’è tra la fede e la verità 135 . Così ci era necessaria una purificazione che<br />

permettesse a lui di nascere per noi, pur rimanendo eterno, affinché non lo possedessimo<br />

in un modo nella fede e in un altro nella verità. Noi certo abbiamo avuto origine ma non<br />

per questo avremmo potuto passare all’eterno, se l’Eterno, partecipando alla nostra sorte<br />

col nascere come noi, non ci avesse trasportati all’eternità. Ora perciò la nostra fede se<br />

ne è andata in qualche modo là dove è salito Cristo, oggetto della nostra fede per la<br />

quale lo crediamo nato, morto, risorto e asceso. Di queste quattro tappe conoscevamo<br />

personalmente le prime due; sappiamo infatti che gli uomini nascono e muoiono. Quanto<br />

alle altre due, la risurrezione e l’ascensione, abbiamo il diritto di sperare che si<br />

realizzeranno in noi perché crediamo che già si sono realizzate in lui. Quindi, dato che in<br />

lui anche ciò che ha avuto origine è passato all’eterno, passerà all’eterno anche in noi<br />

quando la fede sarà giunta alla verità. Ecco ciò che disse ai credenti perché<br />

perseverassero nella parola della fede e da ciò condotti alla verità e per essa all’eternità,<br />

fossero liberati dalla morte: Se persevererete nei miei insegnamenti, siete veramente<br />

miei discepoli 136 . E, come se avessero chiesto: "Con quale vantaggio?", proseguendo<br />

disse: E conoscerete la verità 137 . Quasi poi insistessero di nuovo: "Che vantaggio porta ai<br />

mortali la verità?", continuò: E la verità vi farà liberi 138 . Da che cosa se non dalla morte,<br />

dalla corruzione, dalla mutevolezza? Sì, la verità resta immortale, incorrotta, immutabile.<br />

Ora la vera immortalità, la vera incorruttibilità, la vera immutabilità è l’eternità stessa 139 .<br />

Annunci della missione del Figlio<br />

19. 25. Ecco per qual fine il Figlio di Dio è stato mandato o meglio che cos’è la missione<br />

del Figlio di Dio. Tutti i fatti compiuti nel corso del tempo in seno alle cose che hanno<br />

avuto inizio e che nell’eternità hanno avuto la loro origine ed hanno il loro termine, per<br />

costituire la nostra fede, dalla quale siamo purificati per contemplare la verità,<br />

costituiscono o delle testimonianze di questa missione o la stessa missione del Figlio di<br />

Dio. Ma alcune testimonianze annunciavano la sua venuta futura, altre attestavano la sua<br />

venuta passata. Era conveniente che fattosi creatura Colui per mezzo del quale è stata<br />

fatta ogni creatura, avesse come testimonio ogni creatura. Se infatti molti inviati non<br />

avessero annunciato l’inviato unico, non si sarebbe tenuto l’unico dopo aver rimandato i<br />

molti. E se non ci fossero stati dei testimoni così considerevoli da sembrar grandi ai<br />

piccoli, non lo si sarebbe ritenuto abbastanza grande da poter fare grandi gli altri, lui che,<br />

piccolo, è stato mandato ai piccoli. Ora il cielo, la terra e tutto ciò che contengono sono<br />

opere del Figlio di Dio 140 , dato che per mezzo di lui tutte le cose sono state fatte 141 ,<br />

incomparabilmente più importanti che i miracoli e i portenti profusi per testimoniarlo.<br />

Tuttavia gli uomini sono condotti a credere, loro piccoli, a queste sue opere veramente<br />

grandi dal timore di queste dimostrazioni giudicate grandi ma in realtà piccole.<br />

Cristo conosciuto nella sua inferiorità rispetto al Padre, sconosciuto nella sua uguaglianza<br />

al Padre<br />

19. 26. Dunque, quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, fatto da<br />

donna, fatto sotto la Legge 142 ; fatto e perciò piccolo, e mandato appunto perché fatto. Se<br />

dunque è il superiore che invia l’inferiore, riconosciamo anche noi che colui che è fatto è<br />

inferiore in quanto fatto, e che in tanto è fatto in quanto è mandato. Infatti ha mandato il<br />

suo Figlio fatto da donna; ma poiché tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, non<br />

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