23.02.2018 Views

Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

trovato una specie di trinità, ossia lo spirito, la conoscenza con cui si conosce, l’amore<br />

con cui ama se stesso e la conoscenza che ha di sé; ho mostrato che queste tre cose<br />

sono uguali tra loro ed appartengono ad una medesima essenza 31 . Nel libro decimo, ho<br />

ripreso lo stesso argomento con più attenzione e precisione e sono stato condotto a<br />

trovare nello spirito una trinità più manifesta: quella della memoria, dell’intelligenza,<br />

della volontà 32 . Ma, poiché ho scoperto pure che lo spirito non può mai esistere senza<br />

ricordarsi di sé, senza comprendersi, senza amarsi, sebbene esso non pensi sempre a se<br />

stesso e, quando pensa a sé, non sempre riesca in questo stesso atto di pensiero a<br />

distinguersi dagli oggetti sensibili, ho rimandato a più tardi lo studio circa la Trinità, di cui<br />

lo spirito è immagine, per cercare una trinità nella stessa percezione degli oggetti visibili<br />

e permettere all’attenzione del lettore di esercitarsi su realtà che essa percepisce più<br />

chiaramente 33 . Per questo, nel libro undicesimo mi sono soffermato sullo studio del senso<br />

della vista sapendo che ciò che vi avrei scoperto si sarebbe potuto applicare anche agli<br />

altri quattro sensi, senza bisogno di ripeterlo. E così è apparsa la trinità dell’uomo<br />

esteriore: trinità costituita dal corpo percepito, dalla forma da esso impressa nello<br />

sguardo del soggetto percipiente, e dall’attenzione della volontà che unisce l’uno all’altra<br />

34<br />

. Ma apparve manifesto che questi tre elementi non sono uguali tra loro e non<br />

appartengono alla medesima sostanza. Poi, nell’anima stessa, a partire da ciò che,<br />

sentito all’esterno, è come introdotto in noi, ho scoperto un’altra trinità in cui i tre<br />

elementi sembrano appartenere alla medesima sostanza: l’immagine del corpo presente<br />

nella memoria, la forma che la riproduce quando lo sguardo del soggetto che pensa si<br />

volge ad essa, e l’attenzione della volontà che unisce l’una all’altra. Ma si è visto che<br />

questa trinità appartiene ancora all’uomo esteriore, perché ha la sua origine nei corpi che<br />

percepiamo dall’esterno. Nel libro dodicesimo ci è parso di dover distinguere la sapienza<br />

dalla scienza 35 , e di dover cercare prima in quella che si chiama propriamente scienza,<br />

perché è inferiore alla sapienza, una specie di trinità nel suo genere; sebbene essa<br />

appartenga già all’uomo interiore, tuttavia non bisogna né dire né pensare che sia<br />

immagine di Dio 36 . È questo l’argomento trattato nel libro tredicesimo, mostrando il<br />

valore della fede cristiana 37 . Nel libro quattordicesimo invece è proprio la vera sapienza<br />

dell’uomo, cioè quella che gli è data per dono di Dio nella sua partecipazione a Dio stesso<br />

e che è distinta dalla scienza 38 , che costituisce l’oggetto della mia indagine. Tale indagine<br />

è giunta a scoprire una trinità nell’immagine di Dio, che è l’uomo considerato nel suo<br />

spirito, che si rinnova nella conoscenza di Dio secondo l’immagine di Colui che ha creato<br />

l’uomo 39 a sua immagine 40 , e così si percepisce che la sapienza si trova là dove c’è<br />

contemplazione delle realtà eterne.<br />

Tutta la natura ci spinge a risalire a Dio<br />

4. 6. Cerchiamo dunque ormai quella Trinità che è Dio in quelle realtà eterne, incorporee<br />

ed immutabili, nella cui piena contemplazione ci è promessa la vita beata, che è tale solo<br />

perché eterna 41 . Infatti, non è soltanto l’autorità delle divine Scritture che ci insegna che<br />

Dio esiste, ma tutta intera la natura stessa che ci circonda, e di cui noi stessi facciamo<br />

parte, proclama l’esistenza di un supremo Creatore 42 , che ha dotato la nostra natura di<br />

uno spirito e di una ragione, con cui vediamo di dover preferire gli esseri viventi ai non<br />

viventi, quelli dotati di senso ai non senzienti, quelli intelligenti ai non intelligenti, quelli<br />

immortali ai mortali, quelli potenti ai privi di potenza, quelli giusti agli ingiusti, quelli belli<br />

ai deformi, quelli buoni ai cattivi, quelli incorruttibili ai corruttibili, quelli immutabili ai<br />

mutevoli, quelli invisibili ai visibili, quelli incorporei ai corporei, quelli felici agli infelici. Per<br />

questo stesso motivo, perché noi poniamo senza esitazione il Creatore al di sopra delle<br />

creature, dobbiamo confessare che egli possiede la pienezza della vita, che sente e<br />

comprende tutto; che egli non può morire, corrompersi, mutare; che egli non è corpo ma<br />

lo spirito di tutti più potente, più giusto, più bello, più buono e più beato.<br />

Le numerose perfezioni vengono ricondotte a poche fondamentali<br />

5. 7. Ma queste affermazioni e tutte le altre che, espresse in modo simile con linguaggio<br />

umano, sembrano degne di Dio, convengono sia alla Trinità tutta intera, che è un Dio<br />

196

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!