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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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poteva negare l’esistenza di tre realtà perché, per averla negata, Sabellio cadde<br />

nell’eresia 61. E dalla Scrittura risulta, con assoluta certezza, ciò che si deve credere con<br />

fedeltà, e l’occhio dello spirito percepisce con piena chiarezza: che esiste il Padre, esiste il<br />

Figlio, esiste lo Spirito Santo, ma che il Figlio non è lo stesso che il Padre, e lo Spirito<br />

Santo non è lo stesso che il Padre o il Figlio. La povertà umana si è chiesta come<br />

designare queste tre realtà e le ha chiamate sostanze o Persone, con i quali termini volle<br />

escludere tanto la diversità di essenza quanto l’unicità delle Persone, in modo da<br />

suggerire non solo l’idea di unità con l’espressione "una essenza", ma anche l’idea di<br />

Trinità con l’espressione "tre sostanze o Persone". Infatti se in Dio essere è la stessa cosa<br />

che sussistere, non bisogna parlare di tre sostanze, come non si parla di tre essenze,<br />

come - dato che in Dio essere è la stessa cosa che essere sapiente - non si parla di tre<br />

sapienze allo stesso modo che non si parla di tre essenze. Così dunque, poiché in Dio<br />

essere Dio è la stessa cosa che essere, non è permesso dire tre essenze, come non è<br />

permesso dire tre dèi. Se, al contrario, in Dio essere e sussistere si oppongono tra loro,<br />

come essere Dio ed essere Padre ed essere Padrone - essere si dice in senso assoluto,<br />

essere Padre in senso relativo al Figlio, essere Padrone in senso relativo alla creatura,<br />

che è suddita - allora Dio sussiste sotto forma di relazione, come sotto forma di relazione<br />

genera e come sotto forma di relazione domina. Allora la sostanza non sarà più sostanza,<br />

perché sarà una relazione. Come infatti la parola "essenza" deriva da "essere", così da<br />

"sussistere" deriva la parola "sostanza". Ma è un’assurdità dare alla parola "sostanza" un<br />

senso relativo, perché ogni cosa sussiste in rapporto a se stessa; con quanta maggior<br />

ragione Dio?<br />

Sostanza ed essenza in Dio<br />

5. 10. Ma sostanza è una parola degna di Dio? Esattamente si usa il nome "sostanza" per<br />

indicare il soggetto di cui hanno bisogno certe cose per esistere; per esempio il colore o<br />

la forma di un corpo. Il corpo sussiste e perciò è sostanza, le altre cose invece esistono<br />

nel corpo sussistente e sottostante, non sono sostanze, ma nella sostanza. Dunque se<br />

quel colore o quella forma cessano d’esistere non privano il corpo del suo essere corpo,<br />

perché per il corpo essere non è la stessa cosa che conservare questa o quella forma.<br />

Sono dunque le cose mutevoli e composte che si chiamano propriamente sostanze. Ma,<br />

se Dio sussiste in modo da poter essere detto propriamente sostanza, qualcosa esiste in<br />

lui come in soggetto, e non è l’essere semplice per il quale essere è identico a qualsiasi<br />

altro attributo che si applica a lui in senso assoluto, come grande, onnipotente, buono ed<br />

ogni altro attributo degno di lui. Ora è proibito affermare che Dio sussista e sia soggetto<br />

della sua bontà; è proibito affermare che questa bontà non sia sostanza, o piuttosto<br />

essenza, e che Dio non sia la sua bontà, ma che al contrario la bontà esista in lui come in<br />

un soggetto. Perciò è chiaro che Dio si chiama sostanza in senso improprio, per far<br />

intendere con un nome più corrente che è essenza, termine giusto e proprio, al punto che<br />

forse solo Dio si deve chiamare essenza. Infatti lui solo "è" veramente, perché è<br />

immutabile, e con questo nome ha designato se stesso al suo servitore Mosè, quando gli<br />

disse: lo sono colui che sono, e: Dirai a loro: Colui che è mi ha mandato a voi 62.<br />

Tuttavia lo si chiami essenza 63, termine proprio, o sostanza 64, termine improprio,<br />

ambedue questi termini sono assoluti, non relativi 65. Perciò per Dio essere è la stessa<br />

cosa che sussistere, e dunque se la Trinità è una sola essenza, essa è anche una sola<br />

sostanza. Allora è forse più esatto parlare di tre Persone che di tre sostanze 66.<br />

Perché non si dice che nella Trinità c’è una sola persona e tre essenze<br />

6. 11. Ma perché non sembri che io usi parzialità in favore dei nostri, spingiamo più a<br />

fondo la nostra ricerca su questo punto. I Greci, è vero, se volessero, potrebbero<br />

chiamare i Tre prosopa: tre persone, come chiamano le tre ipostasi: tre sostanze. Ma<br />

hanno preferito questa espressione, che forse è più conforme alla natura della loro<br />

lingua. D’altra parte per le "persone" le cose stanno allo stesso modo che per la<br />

"sostanza", perché per Dio essere ed essere persona non sono cose diverse, ma<br />

assolutamente la stessa cosa. Se essere è un termine assoluto, persona invece relativo,<br />

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