Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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La rosa è una vita nascosta e marginale di intelletto ed emozione, è una verità profonda,<br />
<strong>che</strong> nasce dallo sguardo sul passato ed esprime «una possibilità di fioritura o di<br />
speranza». 51 Da una parte la norma, la razionalità <strong>che</strong> tutto controlla, dall’altra il<br />
sentimento, l’emozione della rosa-poesia, <strong>che</strong> può capovolgere il disastro del mondo nel<br />
segno del cambiamento. 52 Accanto alle rose fortiniane bisognerebbe leggere l’immagine<br />
della bambina con la rosa in mano <strong>che</strong> troviamo nelle Poesie della fine del mondo di<br />
Antonio Delfini, 53 pubblicate nel 1961, ovvero due anni prima dell’uscita di <strong>Una</strong> volta<br />
per sempre:<br />
Siamo la prima squadra: ci guida una bambina.<br />
Saremo la seconda, la terza, la quarta squadra:<br />
sarà il riscatto contro il maschilismo cristiano.<br />
La nostra bambina è senza croce. Tiene in mano<br />
una rosa infiammata di odio e di amore.<br />
(Noi minacciamo di fare la guerra, in Poesie della fine del mondo)<br />
Il rapporto contraddittorio e doloroso tra individuo e storia può essere superato solo con<br />
gli opposti sentimenti di cui è portatrice la poesia, qui rappresentata dalla rosa della<br />
bambina, «infiammata di odio e di amore», brandita come una spada, come a dire <strong>che</strong> la<br />
poesia è l’unica arma per vendicare ideali e dolori della Storia ed è an<strong>che</strong>,<br />
dialetticamente, possibilità di rigenerazione. Odio ed amore sono gli estremi dell’agire<br />
etico e poetico di Fortini, nell’antitetico rapporto tra scrittura e non scrittura da cui<br />
siamo partiti: 54<br />
In ira contro siepi di spade cerco una piccola poesia.<br />
Non lamentarsi. Chino il capo. Non si può scrivere più.<br />
118<br />
(Dopo una strage, in Questo muro)<br />
Se si scrive, è per nominare i nemici e per accusare se stessi come aveva fatto in<br />
Traducendo Brecht, secondo una volontà autopunitiva, intesa come mezzo di<br />
distanziamento per giudicare meglio sé e il presente, e farlo reagire con la storia. 55<br />
51 Romano Luperini, Il futuro di Fortini, cit., p. 19.<br />
52 Franco Fortini, Napoleoni, Supplemento «Carte», 30, in «il manifesto», 5 agosto 1990, ora in Saggi ed<br />
epigrammi, cit., pp. 1673-1674: «il riconoscimento di un altro nel medesimo […] la latenza di quello in questo; di<br />
alcunché di futuro […] dà ragione del presente e del passato. È la nozione di Figura quale Auerbach ebbe a<br />
identificare per l’età romanico-gotica e in Dante. Essa s’accompagna, si lega, alla inseparabilità di apparenza e di<br />
sostanza. È fondamento di ogni dover essere an<strong>che</strong> politico».<br />
53 Antonio Delfini, Poesie della fine del mondo, Milano, Feltrinelli, 1961.<br />
54 La coppia odio e amore l’avevamo trovata già in Foglio di via, nella poesia Coro di deportati.<br />
55 Cfr. Romano Luperini, Il futuro di Fortini, cit., pp. 18 e 24.