Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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questi tre autori si infittiscono: il «codice disperso» e la «controparola» di Un posto di<br />
vacanza sono i semi di quella crisi del <strong>lingua</strong>ggio <strong>che</strong> produce la «<strong>lingua</strong> non più sua»<br />
di Fortini e la «disappropriata maniera» dell’ultimo Caproni, mentre la «lucente<br />
inesistenza» dell’utopia fortiniana si contrappone alle luci «lontane immotivate<br />
immobili» <strong>che</strong> negano l’ipotesi di una meta salvifica:<br />
da un codice disperso è la mia controparola.<br />
Non passerà la barriera di tenebra e di vento.<br />
Non passerà il richiamo già increspato d’inverno<br />
a un introvabile<br />
traghettatore.<br />
Così lontane immotivate immobili<br />
di là da questo a<strong>che</strong>ronte<br />
non provano nulla non chiamano me<br />
né altri quelle luci.<br />
Occorre rovesciare la prospettiva:<br />
(Vittorio Sereni, Un posto di vacanza, II, in Stella variabile)<br />
Ne fu colto<br />
il disegno profondo<br />
nel punto dove si fa più palese<br />
- non una storia mia o di altri<br />
non un amore nemmeno una poesia<br />
ma un progetto<br />
sempre in divenire sempre<br />
«in fieri» di cui essere parte<br />
per una volta senza umiltà né orgoglio<br />
sapendo di non sapere.<br />
Sul rovescio dell’estate.<br />
Nei giorni di sole di un dicembre.<br />
(Vittorio Sereni, Un posto di vacanza, VII, in Stella variabile)<br />
Sereni procede «sul rovescio dell’estate», come se la realtà fosse scritta su un foglio di<br />
cui considera contemporaneamente il recto e il verso («sul rovescio dell’estate la chiave<br />
dell’estate», Un posto di vacanza, I). Ampliando la metafora, utilizzata an<strong>che</strong> da Fortini<br />
per parlare di sé, si potrebbe dire <strong>che</strong> mentre quest’ultimo coglie la duplicità dialettica<br />
del presente in una lettura <strong>che</strong> procede oltre il recto e il verso del foglio, per cui «l’estate<br />
non è tutto» dice <strong>che</strong> il senso è da cercare in un’altra realtà e <strong>che</strong> il rovescio del presente<br />
è il futuro, Sereni per dare un senso al «colore del vuoto» (Autostrada della Cisa, in<br />
Stella variabile), legge dietro al foglio e considera la realtà da un punto di vista<br />
memoriale («Nei giorni di sole di un dicembre»). La conoscenza nasce da «un senso<br />
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