28.05.2013 Views

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

sapevo. È dietro la Parola.<br />

(Giorgio Caproni, Io solo, in Il Conte di Kevenhüller)<br />

La parola <strong>che</strong> esaurisce se stessa, da un lato, ma <strong>che</strong>, dall’altro, continua a vibrare<br />

nell’inesauribile variazione dei temi ricorrenti, si compone di contraddizioni,<br />

riconoscimenti e allontanamenti, coincidenze e separazioni, ricer<strong>che</strong> e sparizioni, <strong>che</strong> si<br />

perpetuano, semplicemente cambiando forma. Si concretizza a livello quasi figurativo<br />

l’abbandono di ogni forma metrica, rimpiazzata da una strutturazione informale <strong>che</strong><br />

procede per frantumazioni, in cui il rapporto tra l’io e la realtà o è assente o viene<br />

ridotto ad un gioco di specchi:<br />

Quello <strong>che</strong> tu, mio vecchio,<br />

scorgi oltre frontiera<br />

è quanto è qua.<br />

La barriera<br />

– non te ne accorgi? – è uno specchio.<br />

(Giorgio Caproni, La barriera, in Res amissa)<br />

Lo spazio è frontiera, limite invalicabile, barriera-specchio, <strong>che</strong> segna la separazione,<br />

l’impossibilità della speranza. L’immagine riflessa, lungi dal trasformarsi in visione<br />

dell’interiorità, diventa abdicazione dell’io. La <strong>lingua</strong> non è più logos, ma luogo di<br />

menzogna e ambiguità, doppiezza <strong>che</strong> dimezza, <strong>che</strong>, contrariamente a quanto ci si<br />

aspetterebbe, anziché favorire la comprensione di una realtà condivisa, ha come effetto<br />

quello di produrre un vuoto di senso, l’incapacità di andare in profondità. Sereni rompe<br />

lo «specchio ora uniforme e immemore» dell’imitazione e cerca una verità ulteriore, una<br />

possibilità di interpretazione; Caproni vede in questo specchio una barriera invalicabile,<br />

<strong>che</strong> cambia l’oltre nel «quanto è qua». Non c’è apertura al futuro, perché se guardare<br />

avanti è in realtà un vedere ciò <strong>che</strong> sta alle nostre spalle, ogni approdo è un ritorno, la<br />

ricerca una perdita, l’inseguito è l’inseguitore, il qui è già altrove, e il vero problema è<br />

quello ontologico:<br />

Il Nulla, spiegano,<br />

è il «non essere».<br />

E allora,<br />

come può, allora,<br />

«essere» il «non essere»?<br />

(Giorgio Caproni, Pierineria, in Res amissa)<br />

195

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!