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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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Il sogno è sospensione, ma è an<strong>che</strong> il sostituto della realtà: «Un altro mondo si<br />

dischiude: un sogno» recita l’incipit dell’ultima poesia di Stranezze; è lo spazio del<br />

desiderio <strong>che</strong> permette di raggiungere ciò <strong>che</strong> nella veglia sembra inattingibile, o di<br />

recuperare ciò <strong>che</strong> sembra perduto. Se la «luce d’oro» è finita, il sogno è la possibilità di<br />

ricominciare ciò <strong>che</strong> è stato interrotto, è un nuovo inizio. La dinamica onirica si riflette<br />

an<strong>che</strong> nella percezione di due realtà, una diurna e una notturna:<br />

Oh nella notte il cane<br />

<strong>che</strong> abbaia di lontano.<br />

Di giorno è solo il cane<br />

<strong>che</strong> ti lecca la mano.<br />

(Sandro Penna, Oh nella notte il cane, in Appunti)<br />

Ma è an<strong>che</strong> la distinzione tra una realtà «<strong>che</strong> non sa» (la città, il mondo severo degli<br />

adulti) e una (il fanciullo e il poeta) <strong>che</strong> invece partecipa di una bellezza sovraumana:<br />

Fanciullo tutte queste tue bellezze<br />

in questa cameretta mia borghese<br />

fra la città severa <strong>che</strong> non sa<br />

niente di tutte queste tue bellezze.<br />

(Sandro Penna, Fanciullo tutte queste tue bellezze, in Croce e delizia)<br />

In questo modo nella poesia è possibile una vita nuova e diversa, <strong>che</strong> integra la vita<br />

imperfetta della veglia, 7 o <strong>che</strong> prolunga nell’attesa i piaceri dei sensi:<br />

Trasalire dei sensi – con le vele,<br />

fuori, nel vento? – Io sogno ancora un poco<br />

(Sandro Penna, Nel sonno incerto sogno ancora un poco, in Poesie)<br />

Contro le sofferenze l’io trova salvezza e protezione nella durata dell’evento onirico,<br />

<strong>che</strong> trattiene su una soglia liminare, tra un mondo interiore, profondo, e un mondo<br />

esterno, abbozzato con tratti delicatamente superficiali, <strong>che</strong> sfiorano il vuoto da cui ha<br />

7 Si legga an<strong>che</strong> Daniela Mar<strong>che</strong>schi, Sandro Penna. Corpo, Tempo e Narratività, cit., pp. 57-60: «Allora, il<br />

“sogno” è an<strong>che</strong> il presente del bisogno naturale o desiderio, come il “ricordarsi di un risveglio” è il ‘presente’ del<br />

bisogno naturale o desiderio passato: si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia. […] Si tratta quindi del<br />

sonno <strong>che</strong> consente all’uomo, con spirito libero e libero cuore, di proiettarsi verso una vita e una cultura nuova. […]<br />

La “realtà non vince il sogno” – tanto per ricordare il Betocchi del 1932 –, perché il sogno ne è parte viva».<br />

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