28.05.2013 Views

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

procinto di essere spazzati via dagli eventi tragici di quegli anni, piuttosto carica i versi<br />

di una profondità <strong>che</strong> è già interpretazione morale, sguardo aperto sul mondo, rivolto ad<br />

una «bianca disperazione» 32 <strong>che</strong> lascia intravedere quella «disperazione / calma e senza<br />

sgomento» di cui parlerà Caproni nel Congedo del viaggiatore cerimonioso e <strong>che</strong><br />

diventerà colonna portante del suo sistema ideologico e poetico:<br />

Anni per me di bianca e quasi forsennata disperazione, la quale proprio<br />

nell’importance formale della scrittura […] e quindi nell’anch’essa disperata<br />

tensione metrica […] forse cercava per via di paradosso, ma con lucida<br />

coscienza, e certo del tutto controcorrente […] un qualsiasi tetto all’intima<br />

dissoluzione non tanto della mia privata persona, ma di tutto un mondo<br />

d’istituzioni e di miti sopravvissuti e sbugiardati, e quindi di tutta una<br />

generazione d’uomini <strong>che</strong>, nata nella guerra e quasi interamente coperta – per<br />

la guerra – dai muraglioni ciechi della dittatura, nello sfacelo dell’ultimo<br />

conflitto mondiale, già in anticipo presentito e patito senza la possibilità o la<br />

capacità, se non in extremis, d’una ribellione attiva, doveva veder conclusa la<br />

propria (ironia d’un inno <strong>che</strong> voleva essere di vita) «giovinezza». 33<br />

Più <strong>che</strong> di disperazione si tratta forse di stoicismo, di saper accettare la<br />

vita e di saperla vivere degnamente al di fuori o al di sopra d’ogni illusione. 34<br />

Ma è an<strong>che</strong> quella «lenta morte senza disperazione» di una lirica di Penna, 35 ed è più in<br />

generale<br />

la prostrazione dell’uomo del Novecento, <strong>che</strong> uscendo da bugie e illusioni,<br />

pure patisce di quelle mancanze e, nel vuoto, s’aggira tristemente, perfino<br />

incapace di disperare. Perché disperazione è dolore pieno, incontrollato.<br />

Dunque negato a chi si aggira nel dubbio. 36<br />

Fortini, dal canto suo, non descrive il nulla ma vi si oppone; e questo già in Foglio di<br />

via, con immagini dall’immediata fisicità <strong>che</strong> alludono an<strong>che</strong> ad una dimensione altra,<br />

più profonda. Si confrontino i suoi versi con quelli degli altri autori:<br />

La fila lunga dei soldati<br />

è passata; sul prato è rimasto<br />

aspro l’odore dell’erba<br />

pestata – e l’eco<br />

32 Ivi, p. 1060.<br />

33 Così Caproni, nel preambolo a Il terzo libro e altre cose, Torino, Einaudi, 1968.<br />

34 Da un dattiloscritto di Giorgio Caproni ad Antonio Barbuto, in Antonio Barbuto, Giorgio Caproni. Il destino<br />

d’Enea, Roma, Ateneo & Bizzarri, 1980, p. 6.<br />

35 Com’è forte il rumore dell’alba!, in Sandro Penna, <strong>Una</strong> strana gioia di vivere, Milano, All’insegna del pesce<br />

d’oro, 1956.<br />

36 Così Elio Pecora, Premessa alla nuova edizione, in Sandro Penna: una <strong>che</strong>ta follia, Milano, Frassinelli, 2006,<br />

p. VI.<br />

22

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!