Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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Essere in disarmonia<br />
con l’epoca (andare<br />
contro i tempi a favore<br />
del tempo) è una nostra mania.<br />
Crediamo nell’anacronismo.<br />
Nel fulmine. Non nell’avvenirismo.<br />
93<br />
(A certuni, in Res amissa)<br />
C’è, insomma, la coscienza di un’opposizione radicale e il rifiuto di uno stato di cose<br />
<strong>che</strong> non può più considerarsi fatale, ma <strong>che</strong> è, invece, fondato su precise colpe di pochi,<br />
interessatissimi al condizionamento dei molti:<br />
Coi mezzi attuali di propaganda, non ci vuol molto a un “partito di<br />
massa” per creare una “massa”. Cioè un agglomerato di gente <strong>che</strong> la pensa<br />
tutta allo stesso modo, senza persone realmente capaci di pensare in proprio.<br />
E a questo modo i partiti di massa non fan <strong>che</strong> ripetere la chiesa, con la<br />
differenza <strong>che</strong> alla giustificazione d’un premio ultraterreno, al crescete e<br />
moltiplicate, sostituiscono il miraggio d’un premio terreno: un aspirapolvere,<br />
un frigorifero, una macchina, una casa, una villeggiatura (campa cavallo) per<br />
tutti. 24<br />
In questa direzione si sviluppano i vari alter ego del poeta, le allegorie attraverso cui<br />
egli addita le colpe e le discrepanze di una società <strong>che</strong> si vorrebbe democratica e sana.<br />
Sono figure o voci di “esuli”, di “fuggitivi”, le cui parole si stagliano contro l’ottusa<br />
animosità di chi ha «la testa sulle spalle» e «i piedi per terra», come dice il preticello del<br />
Lamento o boria, frequente bersaglio polemico del Caproni pubblicista:<br />
Contro la comoda società del benessere d’oggi, tutta tesa ai beni<br />
elettrodomestici, al carrierismo ecc., facendosi puntello, magari, d’un Dio nel<br />
quale, in fondo all’animo, non crede più. Il “bisogno di Dio” del preticello è<br />
soprattutto bisogno d’un poco di giustizia, di un poco di “luce”, di un poco di<br />
“anima” in tanta massa condizionata dai potenti mezzi di diffusione (e di<br />
educazione alla rovescia) oggi esistenti. 25<br />
Negli anni Sessanta inizia uno scoperto j’accuse rivolto alla società, e seppure i fatti<br />
da cui nasce questa critica non siano mai esplicitamente detti, ma soltanto suggeriti, è<br />
chiaro il giudizio e la condanna di tutto un sistema di istituzioni (religiose, morali,<br />
politi<strong>che</strong>, sociali etc.) <strong>che</strong>, ormai svuotate di ogni contenuto e giustificazione, sono<br />
mantenute in vita e sopravvivono soltanto come strumento di salvaguardia di interessi<br />
non confessabili:<br />
24 Giorgio Caproni, Politica e cultura, «Critica d’oggi», 12-13, settembre-novembre 1962.<br />
25 Giorgio Caproni in Ferdinando Camon, Il mestiere di poeta, cit., p. 109.