Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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Fortini continua a disseminare nella propria Arte poetica ulteriori tracce di dissoluzione<br />
e perdita: a «la poesia non vale / l’incanto non ha forza» si aggiungono i «giorni <strong>che</strong><br />
presto / saranno disfatti» (Arte poetica, in Poesia e errore), <strong>che</strong> troveranno la loro<br />
sintesi nel titolo dell’ultima raccolta, Composita solvantur. La scrittura continua a<br />
dichiarare un carattere di autolimitazione vitale, sino a porsi in un «esilio quasi<br />
metafisico», 56 da cui giunge una parola straniata <strong>che</strong> sacrifica il presente e la presenza di<br />
sé nella dialettica dei tempi dentro al tempo:<br />
Il verbo al presente porta tutto il mondo.<br />
Mi chiedo dove sono i popoli scomparsi.<br />
Il fattorino vestito di grigio in cortile mi dice<br />
<strong>che</strong> alcuni stanno nascosti sotto il primo sottoscala.<br />
Ho portato con me sotto il primo sottoscala<br />
le ceneri di Alessandro, il pianto di Ra<strong>che</strong>le.<br />
Il verbo al presente mi permette di scomparire.<br />
Il fattorino non vede più dove sono scomparso.<br />
(Il falso vecchio, IV, in Questo muro)<br />
Nel presente si realizza la compenetrazione col passato e la scomparsa dell’io <strong>che</strong> si<br />
scioglie nel magma della totalità dei tempi, perché il presente dell’oggi è il passato di<br />
domani e «Il futuro, cioè il presente di domani, è continuità-dissoluzione del presente di<br />
ieri, cioè del passato». 57 A questo punto il rapporto io-mondo, soggetto-oggetto, si<br />
realizza come disgregazione di ogni attuale presente, <strong>che</strong> trova fondamento nel passato<br />
e <strong>che</strong> solo nella fine troverà un nuovo inizio:<br />
Guardo le acque e le canne<br />
di un braccio di fiume e il sole<br />
dentro l’acqua.<br />
Guardavo, ero ma sono.<br />
La melma si asciuga fra le radici.<br />
Il mio verbo è al presente.<br />
Questo mondo residuo d’incendi<br />
vuole esistere.<br />
Insetti tendono<br />
trappole lunghe millenni.<br />
Le effimere sfumano. Si sfanno<br />
impresse nel dolce vento d’Arcadia.<br />
[…]<br />
Confido alle canne false eterne<br />
la grande strategia da Yenan allo Hopei.<br />
Seguo il segno <strong>che</strong> una mano armata incide<br />
56 Marco Forti, Tempi della poesia, cit., p. 212.<br />
57 Alfonso Berardinelli, Franco Fortini, cit., p. 76.<br />
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