Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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determinazione temporale […]. Divengono prove: quasi fulgurazioni». 31 L’attimo, la<br />
«fulgurazione» in cui il tempo si contrae, al di là della progressione dalla gioia al<br />
dolore, ha la possibilità di ripetersi continuamente. In questo modo l’amore <strong>che</strong><br />
sospende il tempo e l’atto poetico <strong>che</strong> è fuori dal tempo si saldano al qui e ora<br />
dell’esistenza. 32 La poesia è viaggio e continuo ritorno. Il presente in questo senso<br />
vorrebbe significare, per Penna, l’immutabilità, e la parola, sempre pronunciata come se<br />
fosse l’ultima, non descrive e non narra nulla, ma vibra e coglie gli attimi. A ben vedere<br />
la poesia di Penna è immersa nella sostanza stessa del tempo, in cui si sviluppa il<br />
rapporto tra percezione e memoria, l’una rivolta alla dimensione fisica del reale, l’altra<br />
ad un soprassalto spirituale. 33 Non si tratta di proustiane rivelazioni, ma del rapporto<br />
dialettico interno alla dimensione temporale, la cui sintesi è data dal ricordo, <strong>che</strong> svela<br />
la vita nella duplice dimensione della perdita e del desiderio, dell’essere e del divenire.<br />
Si realizza in tal modo la solidarietà tra presente, passato e futuro:<br />
D’une part «le moment suivant contient toujours en sus du précédent le<br />
souvenir que celui-ci lui a laissé»; d’autre part, les deux moments se<br />
contractent ou se condensent l’un dans l’autre, puisque l’un n’a pas encore<br />
disparu quand l’autre paraît. […] le «présent» qui dure se divise à chaque<br />
«instant» en deux directions, l’une orientée et dilatée vers le passé, l’autre<br />
contractée, se contractant vers l’avenir. 34<br />
Poiché tutto è durata ed entra nel flusso di contrazione-dilatazione-ripetizione, l’io e il<br />
tempo recuperano quel monismo, <strong>che</strong> il Novecento aveva negato: la poesia consiste in<br />
una molteplicità <strong>che</strong> viene attualizzata nel ricordo, nel ripetersi dei moti del cuore e<br />
nella riscrittura, in cui trovano il loro spazio tempo ed eros, gli elementi simmetrici<br />
31 Pier Paolo Pasolini, Passione e ideologia, cit., p. 448.<br />
32 Cfr. Daniela Mar<strong>che</strong>schi, in Sandro Penna. Corpo, tempo e narratività, cit., pp. 72-73: «Contano l’uso<br />
frequente dei verbi all’imperfetto dal valore affettivo […] e al presente indicativo – deittico, abituale ecc. –; le scarse<br />
specificazioni; l’altalenarsi delle formule; il concatenamento delle ripetizioni […]. Tali aspetti fanno sì <strong>che</strong> nel<br />
racconto singolativo penetri di fatto la dimensione iterativa. Con le sue eventuali estensioni, quest’ultima avvicina le<br />
prose alle poesie e ribadisce, nell’ambiguità degli statuti formali, il noto sentimento penniano di ciclicità e ripetizione<br />
dell’esperienza del bisogno naturale o desiderio, della vita. In quel sentimento il ricordo e le sue istanze possono<br />
prontamente, e an<strong>che</strong> leopardianamente, saldarsi al “qui e ora” dell’esistenza. Il tempo di Penna è ciclico e<br />
pendolare».<br />
33 Cfr. Gilles Deleuze, Le bergsonisme, cit., pp. 16-17: «C’est donc la mémoire qui fait que le corps est autre<br />
chose qu’instantané, et lui donne une durée dans le temps […]. Bref, la représentation en général se divise en deux<br />
directions […]: celle de la perception qui nous met d’emblée dans la matière, celle de la mémoire qui nous met<br />
d’emblée dans l’esprit».<br />
34 Gilles Deleuze, Le bergsonisme, cit., p. 46. E a p. 50: «C’est du présent qu’il faut dire à chaque instant déjà<br />
qu’il «était», et du passé, qu’il «est», qu’il est éternellement, de tout temps». Si legga an<strong>che</strong> Gaston Ba<strong>che</strong>lard, La<br />
dialectique de la durée, cit., p. 2: « Il a réservé une solidarité entre le passé et l’avenir, une viscosité de la durée, qui<br />
fait que le passé reste la substance du présent, ou, autrement dit, que l’instant présent n’est jamais que le phénomène<br />
du passé».<br />
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