28.05.2013 Views

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Sereni assume come definitiva l’incertezza dell’esistere, e la consapevolezza del non-<br />

sapere («e non si sa <strong>che</strong> altro un altro anno prepari»). L’autore parla da un tempo<br />

liminare e compiuto («fine luglio», ma an<strong>che</strong> il compleanno del titolo), in cui la luce<br />

assoluta del sole restituisce l’essenza delle cose, rendendole oggetti psichici speculari al<br />

«tempo sperperato»: così il «colore del vuoto» (Autostrada della Cisa) qui si<br />

concretizza nell’immagine del «gran catino vuoto» di San Siro, <strong>che</strong>, a sua volta,<br />

reagisce con il «colore dell’estate». Alle forme immerse nel tempo della storia si oppone<br />

la stasi dell’opera senza tempo: 29 la poesia è un movimento vitale <strong>che</strong> non si compie in<br />

un’unica direzione o in un unico momento, ma <strong>che</strong> ci accompagna per tutta la nostra<br />

esistenza e <strong>che</strong> ci svela a tratti la verità latente delle cose. 30 Il poeta-osservatore deve<br />

cercare di fare emergere l’essenza al di là della luce e delle ombre, <strong>che</strong>, definendo lo<br />

spazio tridimensionale, sanciscono l’inevitabile distanza tra le parti, tra ciò <strong>che</strong> è al di<br />

qua e ciò <strong>che</strong> è al di là. L’immagine cresce emotivamente e il senso si moltiplica,<br />

eludendo la scissione fra io e realtà: «trasecola» indica un al di là del tempo e dello<br />

spazio, ovvero il passaggio verso un altro mondo. Si arriva progressivamente alla<br />

significazione assoluta di versi <strong>che</strong> concretizzano l’accettazione di un transito obbligato<br />

(«passiamola questa soglia una volta di più»). L’intravedere dell’autore è consapevole<br />

<strong>che</strong> il vero sguardo è quello <strong>che</strong> va oltre la superficie e sa cogliere il “contenuto<br />

rappresentativo” delle cose, la loro profondità psichica e filosofica, cioè poetica: lo<br />

stadio di San Siro, per intenderci, non è ciò <strong>che</strong> si vede, ma l’emozione <strong>che</strong>, fissata nella<br />

29 Cfr. Pier Vincenzo Mengaldo, Tempo e memoria in Sereni, in La tradizione del Novecento. Quarta serie, cit.,<br />

p. 237: «è in Stella Variabile <strong>che</strong> il nichilismo del poeta, giunto allo stadio terminale, finisce per distruggere né più né<br />

meno <strong>che</strong> l’articolazione del tempo, e la speranza in un futuro diverso dal presente <strong>che</strong> risarcisca almeno i venturi, se<br />

non più noi stessi».<br />

30 A questo proposito appare significativo il fatto <strong>che</strong> le parole di Altro compleanno siano in certo qual modo il<br />

risultato di riflessioni <strong>che</strong> Sereni aveva elaborato già nel lontano 1946, in una lettera a Alessandro Parronchi, in cui<br />

evocando l’anno trascorso dal suo ritorno dalla prigionia scrive: «Ma questi sono stati giorni di spreco del poco di<br />

vivo <strong>che</strong> rimane ancora in me. Davvero quest’appendice burocratica alle peripezie militari non ci voleva ed è stato un<br />

altro anno sciupato, con prospettive non troppo liete per il prossimo […]. In queste condizioni […] non so proprio <strong>che</strong><br />

cosa possa uno combinare di buono. E dire <strong>che</strong> la voglia di vivere e di godere, se non atro, esplode a tratti<br />

pericolosamente in me dopo aver sonnecchiato per circa tutto un anno dopo il ritorno. Ora ho davanti l’estate con lo<br />

sgomento <strong>che</strong> sempre m’è nato con lei e una specie di volontà distruttiva e febbrile» (Vittorio Sereni, Un tacito<br />

mistero. Il carteggio Vittorio Sereni-Alessandro Parronchi (1941-1982), cit., lettera 36, p. 109). E in un’altra lettera<br />

scrive: «Ho cercato di reagire leggendo, terrorizzato dall’inoltrarsi della stagione verso quel punto <strong>che</strong> rappresenta la<br />

mia morte annuale e <strong>che</strong> coincide di solito col tempo di chiusura delle scuole e della partenza per le vacanze.<br />

Nemmeno quest’anno so bene dove andare a finire […]. I pochi momenti in cui mi sono illuso di fare qualcosa con la<br />

fede di farlo e di arrivare fino in fondo senza sfiducia, si sono spenti istantaneamente. E ancora una volta mi vedo<br />

ridotto in quell’annullamento <strong>che</strong> in altri periodi mi ha permesso di tornare alla poesia» (Vittorio Sereni, Un tacito<br />

mistero. Il carteggio Vittorio Sereni-Alessandro Parronchi (1941-1982), cit., lettera 72, p. 209).<br />

164

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!