28.05.2013 Views

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

mutamento continuo, con il bisogno di essere scandagliato e interpretato […] nello<br />

spazio reattivo dei rapporti sociali, là dove l’individuo si forma e si definisce a contatto<br />

con altri individui». 3 In questo spazio paradossale ma oggettivabile, la parola viene<br />

ritrovata, recuperata al rapporto tra esperienza individuale e storica, tra io e natura, in<br />

nome di una strenua fedeltà al valore critico della poesia: come scrive Blanchot,<br />

l’esperienza è «contatto con l’essere, rinnovamento di se stessi a contatto con l’essere», 4<br />

il <strong>che</strong> significa <strong>che</strong> la prova dell’essere – e dell’esserci – risulta determinante. Al<br />

contempo la parola poetica scarta ogni nostro tentativo di definizione del reale e la sua<br />

apparizione modifica il campo sul quale ci si trova ad agire e gli aggiunge significato<br />

attraverso la finzione, nelle due varianti dell’utopia e del vuoto.<br />

Per fronteggiare la tabula rasa del mondo, si deve affrontare il problema del rapporto<br />

e della frontiera tra soggetto e oggetto, parola e cosa. Il tema della frontiera e del limite<br />

<strong>che</strong> non può essere superato, ma in cui si è già, del passaggio da un’epoca a un’altra, e<br />

dalla vita alla morte, radicalizza il rapporto con l’alterità e si unisce alla necessità di una<br />

coscienza critica del presente, da contrapporre al deserto e alla pianificazione<br />

industriale, o, alla maniera di Jünger, allo «spettacolo offerto dalla civiltà e dai suoi<br />

rapporti svuotati di senso». 5 Del resto, come suggeriscono an<strong>che</strong> i titoli stessi delle<br />

raccolte, il presente è anzitutto privazione e vertigine del senso e della parola.<br />

4.1. Il presente falso e vero<br />

In una lettera a Franco Fortini del 22 ottobre 1962 Sereni parla di un «crescente<br />

sospetto circa la capacità della poesia di comunicare e di interessare», al quale segue un<br />

altro dubbio doloroso, «<strong>che</strong> uno sforzo come il mio – scrive Sereni – rimanga sterile,<br />

privo di vera forza comunicativa, schiacciato com’è tra una poesia di argomenti e una<br />

poesia nata dal paradosso dell’informale come unica forma possibile». 6 Sereni coglie i<br />

rischi e le possibilità di una poesia <strong>che</strong>, abbandonata la mimesi del reale, rimane sospesa<br />

tra la comunicazione di un contenuto oggettivo di verità e conoscenza, e la perdita di<br />

questo contenuto nel venir meno del contatto tra le parole e le cose, nello sgretolarsi del<br />

3 Ezio Raimondi, Letteratura, cit., p. 36.<br />

4 Maurice Blanchot, Lo spazio letterario, Torino, Einaudi, 1975, p. 69.<br />

5 Ernst Jünger, Trattato del ribelle, Milano, Adelphi, 1990, p. 85.<br />

6 Vittorio Sereni, Poesie, cit., p. 594.<br />

178

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!