Una lingua che combatte - DSpace@Unipr
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a lavarci nei fontanili.<br />
(Franco Fortini, Le stagioni, in Poesia e errore)<br />
In questi pochi versi di Fortini sembra concentrarsi una semantica comune ai quattro<br />
autori presi in esame, ma portata qui ad un più alto grado di significazione. Possiamo<br />
allora isolarne alcuni elementi: il sonno e il sogno, l’immagine emblematica di un<br />
risveglio <strong>che</strong>, se da una parte fa pensare a Penna, dall’altra non si concede alla<br />
luminosità e alle rivelazioni tipi<strong>che</strong> del poeta perugino; ma an<strong>che</strong> la dimensione onirica<br />
come dimensione separata, momento di crisi dello sguardo <strong>che</strong> si rivolge al reale e nello<br />
stesso tempo scopre inedite intersezioni tra l’io e il mondo, tra le parole e le cose; poi ci<br />
sono elementi naturali dalla fisicità evidente, come i rumori, il vento, le stagioni, i<br />
fontanili, la «prima luce», le rovine e l’inverno, dal sapore così fortemente caproniano; e<br />
ancora, i morti e gli amici, <strong>che</strong> sembrano richiamare temi e valori <strong>che</strong> percorrono tutta<br />
l’opera di Sereni; sono figure decentrate, sospese, <strong>che</strong> partecipano di una condizione<br />
altra, di assenza o di inafferrabilità, come an<strong>che</strong> le «asparizioni» caproniane, o gli stessi<br />
fanciulli di Penna. A queste immagini fa da pendant una dimensione temporale tesa tra<br />
il presente e il futuro: i nervi scoperti della riflessione poetica <strong>che</strong> si snoda nel corso di<br />
tutto il secolo.<br />
1.2. Fenomenologia del negativo e storicità<br />
La presenza del negativo <strong>che</strong> attraversa il Novecento si innesta su una dimensione<br />
concreta e storica, in cui il confronto ineludibile è col passato e con la memoria. Nel<br />
momento in cui la propria esperienza individuale si scontra con quella collettiva, con<br />
quelli <strong>che</strong> Fortini chiama i «destini generali», il dolore del singolo diventa segno e<br />
figura di una sofferenza esistenziale <strong>che</strong> non riguarda più solo il passato, ma <strong>che</strong> si<br />
proietta an<strong>che</strong> nel futuro. 22<br />
Il fulcro attorno a cui ruota il discorso poetico è il presente, quindi il rapporto del<br />
soggetto con la realtà nella quale si trova a vivere e la problematizzazione del rapporto<br />
col futuro, cioè della poesia come progetto <strong>che</strong> si proietti oltre il tempo chiuso e vuoto<br />
22 Cfr. Fabio Moliterni, Poesia e pensiero nell’opera di Giorgio Caproni e di Vittorio Sereni, cit., p. 38.<br />
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