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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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vissuto storico. La conoscenza poetica è conoscenza dell’uomo, come somma<br />

dell’oggetto storico e del soggetto, 32 e si definisce nell’esigenza di scoprire il senso<br />

della contemporaneità, di indagarne le pieghe più profonde, i nodi psicologici <strong>che</strong> la<br />

caratterizzano:<br />

È una reazione <strong>che</strong> si svolge in una certa parte della mente, <strong>che</strong> si avverte<br />

in un determinato momento dell’esistenza, è la risposta ad una provocazione<br />

<strong>che</strong> viene dall’esistenza e <strong>che</strong> consiste nel rendere conto di quel tanto di<br />

strano, di misterioso o di motivato, <strong>che</strong> in quel momento ha preso tutta la<br />

nostra attenzione e <strong>che</strong> ci porta a interrogare quella determinata intuizione, a<br />

svilupparla, a portarla fino in fondo, a vedere quali altri aspetti dell’esistenza<br />

coinvolge. 33<br />

La scrittura poetica deve «dire fino in fondo, portare fino al massimo espressivo» 34 la<br />

circostanza da cui essa scaturisce. 35 Il poeta rifiuta il carattere predeterminato della<br />

parola, <strong>che</strong> la chiuderebbe in una concezione logicista e utilitaria: essa deve reagire con<br />

la realtà, per diventare uno strumento dinamico di interpretazione. Nel saggio Il nome di<br />

poeta, Sereni scrive:<br />

Sembra oggi inevitabile <strong>che</strong> la libertà creativa debba essere condizionata,<br />

prima ancora <strong>che</strong> a una lunga «recensione della realtà», a un preliminare<br />

dibattito sull’interpretazione della medesima. 36<br />

L’interpretazione della realtà è contenuta nella natura stessa del fare poesia. La<br />

conoscenza dei realia avviene «per gradi, per momenti successivi» 37 alla prima<br />

impressione e alla prima emozione, e attraverso l’intervento dell’immaginazione il<br />

pensiero si concretizza:<br />

32 Si pensi a Henri-Irénée Marrou, La conoscenza storica, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 205: «La storia è nello<br />

stesso tempo percezione dell’oggetto e avventura spirituale del soggetto conoscente. Essa insomma, si risolve nel<br />

rapporto <strong>che</strong> si stabilisce tra due piani della realtà umana: quello del Passato, ovviamente, ma an<strong>che</strong> quello costituito<br />

dal presente storico, <strong>che</strong> pensa e si muove nella sua prospettiva esistenziale, con il suo orientamento, la sua<br />

sensibilità, le sue attitudini e, ancora, i suoi limiti, le sue chiusure».<br />

33 Vittorio Sereni in AA.VV., Sulla poesia. Conversazioni nelle scuole, con due interventi di Cesare Segre e Lucia<br />

Lumbelli, Parma, Prati<strong>che</strong> Editrice, 1981, pp. 42-43.<br />

34 Ivi, p. 43.<br />

35 La circostanza si accompagna alla concisione, all’essenzialità del dato e dei mezzi espressivi. Si legga ad<br />

esempio quanto scrive Parronchi in Un tacito mistero. Il carteggio Vittorio Sereni-Alessandro Parronchi (1941-<br />

1982), a cura di Barbara Colli e Giulia Raboni, prefazione di Giovanni Raboni, Milano, Feltrinelli, 2004, lettera<br />

XXV, p. 86: «In te […] sento, nelle tue cose migliori, l’estrema economia dei mezzi, per cui nulla appare nel<br />

componimento <strong>che</strong> non sia essenziale. […] Per Leopardi invece, e spesso per Hölderlin, e quasi sempre per Eliot, la<br />

poesia è diffusione in cui beninteso non c’è posto per nulla di superfluo, ma in cui la concisione, il puro equilibrio,<br />

continuamente si trasgredisce».<br />

36 Vittorio Sereni, Il nome di poeta, in Gli immediati dintorni, poi in La tentazione della prosa, cit., pp. 53-54.<br />

37 Vittorio Sereni in AA.VV., Sulla poesia. Conversazioni nelle scuole, cit., p. 43.<br />

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