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Una lingua che combatte - DSpace@Unipr

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monostilismo e nel monotematismo <strong>che</strong> forse sono una delle spie più luminose del<br />

particolare rapporto <strong>che</strong> Penna instaura tra pensiero e mondo. Nel breve giro di pochi<br />

versi la descrizione convive con una estrema resa astratta di una realtà scomposta in<br />

forma e colore, nel segno di una generale vaghezza (bellezza e indeterminatezza), quasi<br />

si trattasse di un acquarello di Kandinsky:<br />

Traversare un paese… e lì vedere<br />

<strong>che</strong>ti fanciulli ridestarsi a un soffio<br />

di musica e danzare. S’allontana<br />

forma o colore: un sogno. […]<br />

(Sandro Penna, Traversare un paese… e lì vedere, in Croce e delizia)<br />

An<strong>che</strong> «la poesia fortiniana segue un andamento tutto sommato unitario», <strong>che</strong> «non<br />

altera alcuni presupposti fondanti», differenziandosi da quella di Caproni e Sereni, «<strong>che</strong><br />

hanno percorso itinerari molto più accidentati, ricchi di svolte, di fratture, di mutamenti<br />

di registro o silenzi». 10 Questo tratto si concilia con la tensione alla totalità propria di<br />

Fortini, <strong>che</strong> pur partendo dal vissuto individuale, non si limita alla prospettiva<br />

esistenziale-biografica, ma cerca di abbracciare il mondo e il tempo. In ragione di ciò<br />

egli non riconosce all’immediatezza, tipica invece di Penna, un valore conoscitivo: 11 per<br />

Fortini la conoscenza è mediata da modelli culturali e ideologici <strong>che</strong> la collocano nella<br />

profondità del tempo e della storia. Il discorso risulta ancora più evidente se<br />

l’immediatezza di Penna viene messa in relazione an<strong>che</strong> con la sua scarsa propensione<br />

per l’attività metapoetica e critica o per l’autocommento, <strong>che</strong> invece Fortini, Sereni e<br />

Caproni integrano nello stesso fare poetico, con effetti di ampliamento e tensione del<br />

significato. 12 Così, per Sereni l’immediatezza creativa è «condizionata […] a un<br />

preliminare dibattito sull’interpretazione» 13 della realtà. Per il poeta umbro, al contrario,<br />

allontanarsi dalla realtà, ignorandone l’approccio analitico interpretativo, è il solo modo<br />

per rappresentare la vita e i suoi slanci. Il suo <strong>lingua</strong>ggio è ripiegato su se stesso, non si<br />

apre alla totalità, ma si impone come totalità. Fortini, dal canto suo, «accoppia il rigore<br />

10<br />

Elisa Gambaro, Fortini poeta, in AA.VV., «Se tu vorrai sapere…». Cinque lezioni su Franco Fortini, cit., p. 58.<br />

Per un confronto tra Penna e Fortini si legga in particolare Cesare Garboli, Le poesie parallele, in AA.VV., Per<br />

Franco Fortini. Contributi e testimonianze sulla sua poesia, cit., pp. 81-86.<br />

11<br />

Cfr. Elisa Gambaro, Fortini poeta, in AA.VV., «Se tu vorrai sapere…». Cinque lezioni su Franco Fortini, cit.,<br />

p. 58: «la resa immediata del reale è illusoria, poiché misconosce <strong>che</strong> non si dà verità se non nell’ordine di una<br />

totalità necessariamente mediata».<br />

12<br />

Cfr. Pier Vincenzo Mengaldo, Divagazioni in forma di lettera, in AA.VV., Per Franco Fortini. Contributi e<br />

testimonianze sulla sua poesia, cit., p.144.<br />

13<br />

Vittorio Sereni, Il nome di poeta, in Gli immediati dintorni, poi in La tentazione della prosa, cit., pp. 53-54.<br />

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