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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano CiappeiTab. 2 Una sintesi del contributo degli economisti industriali (adattato Ancarani, p.40)economisti industrialistrutturalistieconomisti industrialicomportamentistioggetto di studioIl settoreIl settorescopo dello studioLe differenze intersettoriali sonoanalizzate con una prospettivaempirica al fine di produrrestrumenti per la politica economicadell’autorità pubblicaLe differenze intersettoriali sonoanalizzate con una prospettivaempirica al fine di produrrestrumenti per la politica economicadell’autorità pubblicatributo al concetto diconcorrenza e di strategiacompetitivaIl principale è il paradigma S-C-P. Epistemologicamente ilcontributo al concetto diconcorrenza e di strategiacompetitiva è simile a quelloneoclassicoFocalizzazione sulcomportamento competitivodell’impresaNel corso degli anni’80 si sviluppa, come ulteriore sviluppo dell’economia industriale di stampocomportamentista, un <strong>nuovo</strong> filone di pensiero, detto Nuova Economia Industriale, che prende le mosse dallaversione più debole del paradigma struttura- condotta- performance, il quale si pone l’obiettivo di superarequest’ultimo concetto, nonché di formulare un’analisi delle interazioni dinamiche tra le condotte delleimprese e le strutture settoriali, ad un livello dettagliato settore per settore e, se necessario, caso per caso. “Lanuova economia industriale colloca al centro del proprio schema il comportamento strategico delle imprese,ovvero le scelte razionali delle imprese in condizioni di interdipendenza concorrenziale” (Grillo M. e SilvaS., 1989, p.34).Secondo Schmalensee (Schmalensee R., 1982) le peculiarità della Nuova Economia Industriale sisostanziano (Ancarani, 1999, p. 56):! nel ritorno all’analisi settore per settore, contrariamente alle analisi cross section di Bain e dei suoiallievi;! il riferimento alla teoria macroeconomica formale e, specificatamente, alla teoria dei giochi (VonNeumann, Morgenstern, 1944);! un maggiore impegno dal punto di vista della teoria, rispetto al prevalente contenuto empirico deglistudi precedenti.Nella nuova economia industriale si distinguono quattro diverse impostazioni teoriche, ognuna dellequali fornisce un proprio specifico contributo al concetto della concorrenza, mentre quasi tutte (tranne laseconda), sono piuttosto aride in quanto a sostegno per l’analisi competitiva nella prospettiva dei decisoriaziendali. Esse sono: la teoria dei contestable market, la game theorists, la teoria transazionalista e la teoriaevoluzionista.1. la teoria dei contestable markets: nel 1982 Baumol, Panzar e Willig propongono la teoria dei mercati“contendibili”. Secondo i tre autori, infatti, la concorrenzialità di un mercato non è tanto decisa dallanumerosità degli offerenti, quanto dalla maggiore o minore difficoltà di entrare ed uscire dal mercatostesso. In particolare, un mercato è “contendibile” quando è possibile entrarvi ed uscirvi senza costo.In caso contrario, esistono costi irrecuperabili (sunk cost, o costi affondati) che rendonoparticolarmente oneroso l’insuccesso nel mercato in cui si verificano.2. i cosiddetti game theorist: rappresentano un insieme di studiosi che si occupano delle situazionicaratterizzate da elevata interdipendenza decisionale ed in particolare dei settori in cui esiste unoligopolio differenziato. A tale proposito Tirole J. sostiene che “il comportamento oligopolisticoverrà presentato sotto forma di giochi non cooperativi, in cui ciascuna impresa si comporti secondo ilproprio interesse. L’accento verrà posto sugli equilibri di questi giochi; l’equilibrio di Nash è ilconcetto fondamentale di soluzione della teoria dei giochi” (Tirole J., 1991, p. 352). I game theoristfanno emergere l’importanza del comportamento strategico delle imprese (introducendo il concettodi “barriere strategiche all’entrata” come funzione di comportamenti strategici realizzati dalleimprese - Shelling T., 1960), delle logiche di differenziazione, delle politiche di pricing (la politicadi prezzo viene ad assumere la connotazione di una politica di investimento volta a crearereputazione - Jacquemin A., 1989) e quindi di tutto ciò che costituisce strumento di competizione.161

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