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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano CiappeiPer raggiungere tale scopo, a livello di assetto produttivo, l’attenzione è generalmente concentrata suiseguenti aspetti (Ferrero, 1984, p.6): il mantenimento o il perseguimento di idonei equilibri strutturalifinanziari;l’economica amministrazione del capitale “comunque acquisito”.La relazione esistente fra struttura finanziaria e liquidità aziendale è stata già analizzata; in questa sede èopportuno ricordare come nell’asseto produttivo si cerchi di raggiungere un equilibrio globale nella strutturaattraverso i seguenti equilibri parziali: il mantenimento o il perseguimento dell’equilibrio nell’ambito dellefonti, per quanto attiene ai mezzi finanziari, di origine esterna o interna, acquisiti con vincoli differenti; ilmantenimento o il perseguimento dell’equilibrio nell’ambito degli impieghi, per quanto attiene all’originedei fabbisogni da coprire tenuto conto delle relazioni convenientemente istituibili tra “capitale circolante” e“capitale immobilizzato”; il mantenimento o il perseguimento dell’equilibrio tra fabbisogni di capitale emezzi di copertura sul piano delle rispettive durate e per quanto attiene ai connessi caratteri di varia elasticità(o anelasticità) della struttura finanziaria.Il raggiungimento di tali equilibri parziali non garantisce comunque il raggiungimento dell’equilibrioglobale. Non viene infatti considerata nelle precedenti osservazioni la dinamica temporale dei flussifinanziari sia in entrata che in uscita. Lo studio e la gestione di tale dinamica è fondamentale per garantire laliquidità dell’impresa in ogni istante. L’equilibrio finanziario è raggiunto non solo attraverso la gestione digrandezze stock, ma anche, e soprattutto, attraverso la gestione di grandezze flusso. La liquidità deve inoltreessere compatibile con un’equilibrata situazione economica; non è cioè sufficiente garantire la solvibilitàcontinua, occorre anche evitare che tale obiettivo sia raggiunto in modo scriteriato, senza tenere inconsiderazione i costi sostenuti.È necessario quindi, anche amministrare economicamente il capitale “comunque acquisito”sorvegliandone l’impiego sia per esigenze di rimborso, sia per esigenze di investimento (Ferrero, 1984, p. 7).Le esigenze di rimborso, che dipendono da condizioni contrattuali e da circostanze di fatto, non devonoappesantire, oltre i limiti della convenienza, l’onerosità del capitale stesso acquisito. Le esigenze diinvestimento devono tener conto da un lato della congrua onerosità e/o fruttuosità delle scorte liquidemantenute nella specie e nei livelli di conveniente disponibilità, dall’altro della funzione economica allaquale si mantengono vincolati gli investimenti che si trovano in attesa di realizzo sia diretta che indiretta.Indiretta nel senso che, ad esempio, occorre ridurre i “fabbisogni superflui” che costituiscono immobilizzi dicapitale non richiesti dall’economico svolgimento della gestione e come tali forieri di negativi influssi sullaredditività della stessa.Il ritardo nel regolamento degli scoperti di conto, la “scarsa movimentazione dei saldi” nei conticorrenti, l’affrettata ed antieconomica provvista di fondi destinabili all’ammortamento di prestiti di lungascadenza, costituiscono degli esempi di inefficienze finanziarie, che in misura più o meno sensibile, sonosintomi di peggioramenti nella redditività dell’impresa.Il classico indice di bilancio che deve essere dunque tenuto sotto controllo è il ROD, calcolato comerapporto fra gli oneri finanziari sostenuti dall’impresa e l’indebitamento medio della stessa. Tale indicemisura il costo medio sostenuto per utilizzare finanziamenti esterni, e quindi può essere utilizzato comemisura del costo che l’impresa deve sostenere per operare in condizioni di liquidità. Il livello ottimale delROD, viene individuato in base alla specifica situazione dell’impresa, ma in generale si ritiene che esso nondebba essere superiore alla reddititità prodotta dalla gestione tipica dell’impresa (espressa dal ROA). In taleipotesi infatti l’impresa non riuscirebbe a far fruttare i mezzi finanziari presi a prestito in misura maggiore alloro costo.In sostanza, la principale logica di comportamento del management finanziario deve dunque essereindividuata nella continua ricerca del binomio liquidità-redditività.2.3.2 I flussi finanziari dell’assetto produttivoA livello produttivo, la principale funzione di tipo finanziario consiste nel rendere operative le strategiefinanziarie impostate dal vertice.I flussi finanziari che interessano tale assetto sono sostanzialmente simili a quelli che sono stati visti peril vertice aziendale. La principale differenza risiede essenzialmente nel fatto che a livello di assettoproduttivo non interessa tanto avere una visione generale e di sintesi dei diversi flussi, ma soprattuttoanalizzarli in modo più analitico possibile.L’assetto operativo si occupa quindi dello studio dei flussi finanziari generati dalle singole operazioni.A differenza del livello di analisi strategico, quello operativo è caratterizzato da una visione meno globaledella dinamica finanziaria, e più esattamente per una visione che si “articola” fino al flusso di cassa prodotto238

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