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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano CiappeiLa relazione gerarchica tra i diversi tipi di routine, secondo Nelson e Winter, permette di comprendere ilrapporto di interdipendenza che le lega e, in particolar modo, gli effetti del cambiamento sulla strutturaorganizzativa.2.3 L’innovazione: una ricombinazione di routine esistentiOltre a descrivere ed analizzare i comportamenti di un’impresa nello svolgimento dell’attivitàquotidiana, ponendo l’enfasi sulla continuità e sulla “condizione normale” dell’attività organizzativa, leroutine vengono utilizzate da Nelson e Winter anche per spiegare il processo di innovazione.Nell’ambito dell’attività aziendale l’innovazione si inserisce come risposta alle anomalie che siverificano minando e compromettendo l’esecuzione delle routine esistenti.Il processo che si innesca quando sorgono dei problemi nello svolgimento dell’attività quotidianaconsiste fondamentalmente in una ricombinazione delle routine esistenti, caratterizzata da un processo diproblem solving (Narduzzo, 1997, pp. 30-31).2.4 March e Simon: l’approccio cognitivoMentre per Nelson e Winter le routine sono delle specifiche sequenze di azioni, per March e Simonconsistono in particolari sistemi di regole. In pratica le organizzazioni sono dei “decisori” che compionodeterminate azioni in base a delle regole; ecco perché pare congruente l’analogia delle routine con iprogrammi per computer, contenenti le istruzioni che la macchina deve seguire per compiere una serie diattività.Nell’ambito di questo approccio le routine sono viste come dei programmi appresi in precedenza dalleorganizzazioni, che vengono eseguiti nel caso si percepiscano determinati stimoli. Nelle routine March eSimon identificano le unità di analisi del comportamento organizzativo concependole come base efondamento dei processi decisionali in un contesto dominato dalla razionalità limitata. Anche per questi duestudiosi la decisione scaturisce dalla selezione di più routine alternative e il cambiamento, spesso, risulta dauna ricombinazione di routine esistenti.Oltre a descrivere il processo decisionale le routine possono essere utilizzate per spiegare i processi dicoordinamento e di controllo. Per quanto concerne il primo, le routine regolano attività e determinanorisultati interdipendenti all’interno dell’organizzazione; per il secondo, esse costituiscono un utile strumentoper esercitare il controllo, definendo la quantità e la qualità di produzione richiesta nell’ambito di un certoprocesso.Secondo March e Simon l’attività di impresa non implica, generalmente, processi di ricerca o diproblem solving al fine di generare nuove alternative. I processi di search e selezione di alternative sonoattività a cui si ricorre raramente, soltanto quando si percepiscono stimoli nuovi. Nell’attività quotidiana leaziende si trovano a fronteggiare stimoli ripetitivi in relazione ai quali hanno già elaborato e sviluppato unrepertorio di risposte, e che pongono in essere ogniqualvolta essi si ripresentano. Le risposte in questo modofornite divengono routinizzate: la scelta dell’attività da porre in essere risulta semplificata in quanto iprocessi di selezione, apprendimento e ricerca hanno avuto luogo in precedenza, quando lo stimolo erarelativamente <strong>nuovo</strong>. In questo modo la fase di problem-solving viene esclusa, in quanto l’impresa ha giàappreso una risposta e conosce le modalità d’azione (March e Simon).In pratica, la caratteristica principale delle routine è che i comportamenti da esse attivati, che possonoessere anche complessi e coordinati, sono di tipo automatico. Essi non sono cioè deliberati di volta in voltadall’attore, tanto che può accadere che la relazione che intercorre tra gli stimoli che hanno determinato leazioni e le azioni stesse risulti oscura all’osservatore (causal ambiguity).Per March e Simon quindi le routine sono dei sistemi di regole che sottostanno il comportamento; dalloro punto di vista risulta errato indicare i comportamenti con la parola routine, così come fanno Nelson eWinter, e utilizzano allora per lo scopo l’espressione “attività routinizzata”.2.5 Routines e programmi per computerL’analogia tra le routine ed i programmi per computer scaturisce dall’osservazione che già negli anni’50, March e Simon avevano fatto: il livello di programmazione e routinizzazione delle attività umaneall’interno delle organizzazioni era sempre più elevato. Tutto ciò è confermato oggi dall’applicazionepraticamente in tutti i processi aziendali degli strumenti di Information Technology.70

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