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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano CiappeiIl trinomio possesso di conoscenze, possesso di strategie, sicurezza nell’azione rischia di mettere inombra sia il carattere parziale e fallibile di ogni interpretazione, sia l’autentica creatività del pensierolaterale, sia, infine, le capacità di morfogenesi paradigmatiche nella formulazione delle strategie d’azione.La ricerca e la verifica critica della strategia dovrebbe essere una condizione di normale sorveglianzanell’esistenza di impresa all’interno di un più generale atteggiamento di attenzione nei confrontidell’esperienza vissuta. Nella crescente differenziazione degli ambiti di significato all’interno dell’impresa,vuoi per le specificità dei business, vuoi per le specializzazione funzionali, il riferimento comune non puòfondarsi solo né su astratte missioni o puntuali obiettivi, né su metodi formalizzati di direzione, ma puòcostruirsi sul riconoscimento della comune appartenenza ad un vissuto strategico da parte delle personecoinvolte.Il prerequisito per l’autenticità di un governo della formazione della strategia è il riconoscimento delcontinuo stato di ricerca del senso di fare impresa senza pretendere di voler dare al problema una rispostadefinitiva, esaustiva e interamente soddisfacente.Il vertice d’impresa dovrebbe avere la consapevolezza, fonte di vera saggezza, di non sapere e, purnell’indispensabile esercizio del potere di governo, di non imporre proprie interpretazioni come veritàassolute o come strategie sicuramente vincenti, ma aprirsi verso un reale dialogo che lo ponga in unasituazione di ascolto onde evitare la farsa della piaggeria forzata che esalta il senso critico non espresso daparte di soggetti che rimangono pur sempre dei subalterni. Un coinvolgimento autentico non si ottieneattraverso una persuasione suadente o forzata che può dare risultati più immediati ed alla quale variconosciuto una efficacia di breve, e a volte di medio, periodo, ma che alla lunga non favorisce la crescitadelle persone e del contributo complessivo all’impresa.In questa prospettiva sicuramente astratta, e forse fattibile come una utopia, una riflessione sul vissuto diimpresa come tale può aiutarci a comprendere un atteggiamento maggiormente autentico e condiviso dellaformazione della strategia, riformulando i termini per una sua pianificazione.In particolare il vissuto strategico di impresa ricomprende tutte le tematiche fin ora affrontatefocalizzandosi, nel modello proposto, su cinque elementi chiave: a) il pensiero, la sensibilità el’atteggiamento strategico; b) la cultura e i processi di apprendimento; c) le capacità opportuniste; d) iprocessi politici in cui si esplicano le dinamiche del consenso e del potere; e) i processi manageriali inapplicazione di tecniche di mediazione simbolica, tra cui anche la pianificazione può svolgere un suo ruolo.In effetti tale impostazione ricorda in parte la distinzione tra strategic thinking, strategic planning eoppotunistic decision making, (Gluck F., Kaufman S., Walleck S., The four phases of strategic management,cit., p.12).Pensiero, sensibilità e atteggiamento strategico vogliono dire imparare a vivere strategicamente: porreattenzione e sviluppare sensibilità per la situazione in cui si è posti ed apprendere, attraverso l’esperienzaconcreta, sia la forza per accettare e non sfuggire le condizioni esistenziali date, sia l’abilità di dirigerlesecondo il verso che è loro proprio.Lo sviluppo di una capacità di pensiero strategico è connessa, senza pretesa di esaustività, alle seguentiqualità:! la capacità di captare le alee e di sfruttare i determinismi;! la capacità di apprendimento rapido e di tipo auto-didattico basato soprattutto sull'esperienza;! la disposizione a riconoscere l'importante dal secondario e a distinguere il rilevante dall'inutile,gerarchizzando il livello di crucialità;! la capacità di semplificare un problema riducendolo all'essenziale, pur rispettando la sua complessitàin termini di interferenze, diversità, incertezza;! la capacità a riconoscere l'impossibile a discernere il possibile e a sviluppare scenari in cuil'inevitabile e l'auspicabile sono distinti pur combinandosi;! la disposizione a riconsiderare la propria interpretazione della situazione mutandola incorrispondenza dell'evolversi delle circostanze e del proprio atteggiamento di fronte a dettecircostanze;! la capacità di costruirsi un'idea globale di un fenomeno partendo da indizi frammentari;! la capacità di arricchire, sviluppare, modificare l'azione intrapresa in funzione delle informazioniricevute e dell'esperienza acquisita;! la disposizione a prevedere il futuro, considerando il combinarsi di diverse possibilità, cioè dielaborare scenari tenendo conto delle sempre possibili sorprese strategiche, del presentarsiimprovviso dell'imprevedibile;23

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