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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano CiappeiSebbene l’approccio proposto da March e Simon enfatizzi l’aspetto ripetitivo dell’attività aziendale edevidenzi come la programmazione della stessa avvenga attraverso l’uso di routines, essi non escludono chepossano presentarsi degli stimoli per i quali i membri delle organizzazioni non abbiano ancora sviluppatodelle risposte. Ci sono cioè situazioni in cui il repertorio delle regole di comportamento elaboratedall’organizzazione risulta insoddisfacente; tutto ciò innesca un processo di innovazione che March e Simonassimilano ad un processo di problem-solving.Esistono due tipi di problem-solving: il primo, detto “riproduttivo”, consiste nel ricercare nel repertoriodi routine esistenti quella che meglio si confà alla risoluzione del problema rilevato.Il secondo tipo di problem-solving è detto “produttivo” poiché consiste nella definizione di nuoveroutine, non limitandosi esclusivamente alla ricombinazione di programmi già esistenti. Generalmente iprocessi completamente produttivi sono piuttosto rari: gli individui e le organizzazioni infatti tendono asfruttare la propria esperienza per la risoluzione dei problemi rilevati.2.9 Routines e competenzeAi fini del presente lavoro non risulta utile né opportuno addentrarsi in un’analisi critica degli approcciesaminati (Narduzzo, 1997, pp. 7-101), la nostra intenzione infatti consiste nell’evidenziare i rapporti,evidentemente stretti, che le teorie sulle routine organizzative hanno con gli studi basati sulle competenze alfine di spiegare i processi di creazione e diffusione di capacità distintive.Innanzitutto vogliamo sottolineare che le routine si riferiscono a quella parte automatica e ripetitiva delcomportamento dei membri dell’organizzazione, che non derivano da una decisione deliberata, maappartengono al repertorio delle abitudini dell’impresa. Le routine incorporano il sapere dell’impresa(conoscenza) e il saper fare (comportamenti) e, allo stesso tempo, costituiscono lo strumento diaccumulazione della conoscenza organizzativa.Le routine sono quindi una componente fondamentale delle competenze di un’impresa, ma non sonol’unica. Esse appartengono ad un più ampio contesto di forme di competenza, che vengono accumulate nelleorganizzazioni e che implicano modelli comportamentali maggiormente deliberativi e progettuali, al fine dicombinare le risorse e le capacità sviluppate.Riteniamo infatti che il termine routine sia utilizzato in modo eccessivamente estensivo, forse anche acausa dell’ambiguità semantica che, come abbiamo sottolineato, lo caratterizza. Competenze e routinerappresentano componenti fondamentali del processo di creazione e mantenimento del vantaggiocompetitivo: le prime però costituiscono una più ampia architettura all’interno della quale si inseriscono leseconde favorendo, attraverso le varie forme di apprendimento organizzativo, la diffusione e la“circuitazione” delle competenze distintive. “Infatti, le competenze dell’impresa sono il fruttodell’interazione che più risorse realizzano all’interno delle routine organizzative che ne definiscono lemodalità di utilizzo” (Ciappei e Poggi, 1997, p. 303).In pratica, le routine organizzative fungono da mediatori all’interno del rapporto tra le risorse e lecompetenze: “routines are the building blocks of organizational capability” (Winter, 1995, p. 2).2.10 La trasformazione della conoscenza da tacita in esplicitaIl tema della trasformazione della conoscenza da tacita in esplicita si è trovato inevitabilmente al centrodel dibattito sul ruolo delle competenze aziendali nel processo di creazione e mantenimento del vantaggiocompetitivo, ed ha sollevato interrogativi sulle condizioni e i meccanismi di diffusione delle conoscenzeall’interno delle strutture organizzative.I livelli di indagine che intendiamo analizzare riguardano i requisiti che permettono la trasformazionedella conoscenza tacita in esplicita ed i processi di trasformazione capaci di tradursi in un vantaggiocompetitivo nei confronti dei concorrenti.Per ciò che concerne il primo aspetto, dobbiamo sottolineare che gli studi fino ad oggi fatti hannoconcentrato l’attenzione sui problemi riguardanti la classificazione delle diverse categorie di conoscenza,lasciando un ruolo marginale ai processi di trasformazione della conoscenza tacita in esplicita.Per quanto riguarda il secondo punto, invece, i filoni di indagine che hanno fornito indicazioni suimeccanismi e gli strumenti che legano i processi di trasformazione della conoscenza e le determinanti delvantaggio competitivo, sono ricondotti alla teoria dell’apprendimento organizzativo e quella dell’impresabasata sulle risorse.72

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