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DISPENSE DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE II (nuovo ...

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Dispense di Strategie d’impresa 2003Professor Cristiano Ciappeidell’impresa non è in grado di creare autonomamente le risorse per autoalimentarsi e per coprire i costi diesercizio e ciò comporta la necessità di ricorrere a finanziamenti esterni. Se nullo la gestione riesce aprodurre risorse che sono in grado di fornire una copertura limitata ai soli fabbisogni; i due flussi“complementari” - il cash flow il corrispondente flusso netto non monetario risultano di pari importo ma disegno opposto (l’uno positivo e l’altro negativo). In altri termini i ricavi sono in grado di coprire solo i costidi gestione. Se positivo: in tal caso la gestione oltre ad essere in grado di produrre risorse che coprono ifabbisogni della stessa è anche capace di produrre un flusso residuo che segnala propriamente unautofinanziamento avente origine economica in flussi, “economicamente esistenti, di “rigenerazione” delcapitale investito e di auto-produzione di risorse di capitale.In tale caso, la gestione corrente riesce anche a contribuire alla copertura di ulteriori fabbisogni monetarinon legati all’attività corrente; si tratta dei fabbisogni generati dagli investimenti in capitale immobilizzato oper eventuali crediti o “rimanenze” prodotte dalle altre aree di gestione.Restano a questo punto da determinare le caratteristiche del flusso di autofinanziamento sia in termini dicosto che di ciclo finanziario. Generalmente l’autofinanziamento è rappresentato da mezzi che: non costantoall’impresa, se non indirettamente in quanto una volta reinvestiti in azienda non possono essere impiegati inalternative forme di investimento; si tratta quindi di un costo opportunità (in alcuni casi l’autofinanziamentopuò produrre anche un costo esplicito per l’impresa, se ad esempio il reinvestimento di utili, che produce unaumento delle riserve, viene utilizzato per l’emissione gratuita di nuove azioni, si possono creare negliazionisti delle aspettative di maggiori dividendi in futuro. In tale ipotesi l’impresa deve mettere anche inconto di aumentare negli esercizi futuri i dividendi ai titolari del capitale azionario), hanno generalmente unadurata abbastanza lunga. Nel caso di utili reinvestiti la durata risulta a tempo praticamente indeterminato, inquanto l’impresa non ha l’obbligo se non in casi particolari di rimborsare il valore delle azioni. Per quantoriguarda invece l’ammortamento e i costi non monetari la durata si accorcia ed è legata, alla dilazione neltempo del rinnovo e delle spese corrispondenti. Gli ammortamenti infatti, vincolano risorse finanziarie alcontesto fino al momento in cui il bene viene sostituito. Analogamente, gli accantonamenti per fondi spese erischi consentono di trattenere risorse finanziarie fino al momento in cui non si verifica la spesa prevista. Leconsiderazioni sin qui svolte sono state relative all’autofinanziamento prodotto dalla gestione corrente;naturalmente le osservazioni e le conclusioni raggiunte possono essere generalizzate ad ogni area in cui puòessere suddivisa la complessiva gestione aziendale; in tal caso il flusso finanziario complessivo è denominatoautofinanziamento globale. Per ogni area della gestione aziendale è possibile determinare il flusso diautofinanziamento prodotto dalla stessa individuando, in modo analogo a quanto è stato fatto per la gestionecorrente, le due componenti di tale flusso ossia il net cash flow e il flusso non monetario.Avremo allora chel’autofinanziamento globale risulta costituito dalla somma dei singoli autofinanziamenti parziali generatedalle diverse aree gestionali.AU = ∑ ( α i + β i )dove:α i indica il flusso monetario netto prodotto dalla i esima area gestionale;β i indica il flusso non monetario prodotto dalla i esima area gestionale.1.4.1 La relazione fra autofinanziamento e capitale circolante nettoSi è appena mostrato come il flusso di autofinanziamento sia immaginabile come somma di duecomponenti fra loro complementari: il net cash flow, e il flusso non monetario. I due flussi che costituisconol’autofinanziamento confluiscono entrambi nel capitale circolante: il net cash flow è costituito in sostanzadalla variazione delle liquidità aziendali (cassa, c.c. bancari, c.c. postali,); analogamente il flusso nonmonetario rappresenta la variazione degli elementi del circolante non espressi in forma liquida quali, adesempio, le rimanenze e i crediti al netto dei debiti, ed è misurato sostanzialmente dalla componenteoperativa del capitale circolante netto. Sarebbe comunque errato ritenere che l’autofinanziamento “affluisca”totalmente negli elementi del CCN e che i due concetti coincidano. La discrasia fra il concetto diautofinanziamento e capitale circolante netto generato dalla gestione corrente va ricercatafondamentalmente in due motivi: la gestione corrente può generare anche flussi che non riguardano ilcapitale circolante; anche le operazioni estranee alla gestione corrente possono influenzare il livello delcircolante.198

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