cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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gratori, d’altra parte, ebbero un avvio molto lento e incerto nella provincia e, a<br />
<strong>di</strong>fferenza delle altre province marchigiane, raggiunsero i valori massimi degli<br />
espatri (negli anni 1906-1907 e 1912-1913) quasi senza preavviso, con una brusca<br />
impennata dei valori, anziché con una graduale e progressiva crescita. Anche per<br />
quello che riguarda le destinazioni la provincia pesarese mostrò un comportamento<br />
anomalo rispetto al resto della regione. Gli espatri transoceanici furono, infatti,<br />
assai contenuti, almeno inizialmente, mentre gran parte dei lavoratori espatriati<br />
venivano assorbiti dal mercato del lavoro continentale, in percentuale notevolmente<br />
più alta rispetto alle altre province. Erano le miniere della Germania, i <strong>di</strong>stretti<br />
tessili della Francia meri<strong>di</strong>onale, i lavori per il traforo del Sempione ad<br />
assorbire in maniera prevalente la manodopera in esubero. Quanto alle mete americane,<br />
gli emigranti pesaresi erano attratti dagli Stati Uniti più che dall’Argentina,<br />
che costituiva la meta <strong>di</strong> gran lunga privilegiata per gli espatri regionali.<br />
Così nel pesarese l’incontro tra emigrazione e sindacato, ossia l’elaborazione <strong>di</strong><br />
politiche sindacali sul fenomeno della emigrazione, avvenne quando ormai a livello<br />
nazionale le linee guida <strong>di</strong> tale politica erano state tracciate e i flussi <strong>di</strong> espatrio si<br />
erano arrestati a causa della guerra, cioè nel 1914.<br />
La Confederazione Generale del Lavoro, infatti, aveva fatto la sua scelta già nel<br />
1907, rinunciando <strong>di</strong> fatto a una presenza <strong>di</strong>retta in questo terreno e delegando i compiti<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e <strong>di</strong> tutela degli emigranti alla Società Umanitaria <strong>di</strong> Milano 2 . Con il<br />
concorso <strong>di</strong> questa istituzione e con la collaborazione delle autorità municipali e provinciali,<br />
le Camere del lavoro locali erano chiamate a dar vita agli organismi cui era<br />
delegata la tutela degli emigranti nel territorio: i Segretariati dell’emigrazione.<br />
Fino a quel momento gli emigranti della provincia pesarese avevano trovato un<br />
appoggio nelle organizzazioni del movimento operaio e nelle forme tra<strong>di</strong>zionali in cui<br />
si sostanziava il solidarismo <strong>di</strong> classe: le leghe e le cooperative. Ma i risultati, a giu<strong>di</strong>care<br />
da quanto scriveva nel 1903 il giornale socialista <strong>di</strong> Urbino «L’Aurora», erano<br />
stati piuttosto scarsi:<br />
L’On. Cabrini in una lettera all’Avanti!, richiama nuovamente l’attenzione del<br />
Partito socialista italiano sul doloroso problema morale della nostra emigrazio-<br />
______________________<br />
2 Sull’argomento cfr. A. Pepe, La Confederazione Generale del Lavoro e l’emigrazione tra fine<br />
secolo e fascismo, in V. Blengino – E. Franzina – A. Pepe (cur.), La riscoperta delle Americhe. Lavoratori<br />
e sindacato nell’emigrazione italiana in America Latina 1970-1970. Atti del Convegno storico internazionale<br />
promosso dalla Camera del Lavoro Territoriale/Cgil <strong>di</strong> Brescia. Brescia, 25/26/27 novembre<br />
1992, Teti, Milano 1994, pp. 15-34; Z. Ciuffoletti, La Società Umanitaria e l’emigrazione operaia<br />
oltreoceano, ivi, pp. 35-43; Id., Il movimento sindacale italiano e l’emigrazione dalle origini al fascismo,<br />
in B. Bezza (a cura <strong>di</strong>), Gli Italiani fuori d’Italia. Gli emigrati italiani nei movimenti operai dei paesi<br />
d’adozione 1880-1940, Fondazione Giacomo Brodoloni, Franco Angeli, Milano 1983, pp. 205-219; M.<br />
Punzo, La Società umanitaria e l’emigrazione, ivi, pp. 119-144.