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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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gli iscritti erano scesi a 27.000 (<strong>di</strong> cui solo 10.000 non iscritti a partiti <strong>di</strong> sinistra),<br />

contro i 31.000 del 1950, ma quello che era più grave è che l’abbandono della terra<br />

aveva fatto perdere alla Federmezzadri in pochi mesi 117 capolega frazionali e 200<br />

componenti dei comitati <strong>di</strong>rettivi <strong>di</strong> lega. Nuovi problemi si aggiungevano quin<strong>di</strong> ai<br />

limiti tra<strong>di</strong>zionali dell’organizzazione sindacale mezzadrile.<br />

Ma ciò che più contava è che, proprio quando la Federmezzadri assumeva con convinzione,<br />

dopo le ambivalenze dei primi anni del dopoguerra, l’obiettivo della conquista<br />

della terra come prioritario nella sua azione <strong>di</strong> lotta, i conta<strong>di</strong>ni stavano contemporaneamente<br />

abbandonando le campagne <strong>di</strong> gran lena, <strong>di</strong>rigendosi verso più <strong>di</strong>gnitose con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> lavoratori dell’industria o del turismo, cogliendo le opportunità che l’incipiente<br />

rivoluzione economica in atto stava liberando. Nel volgere <strong>di</strong> pochi lustri, appena un po’<br />

più lentamente del declino dei minatori, la figura del conta<strong>di</strong>no con contratto <strong>di</strong> mezzadria<br />

sarebbe scomparsa dal mondo del lavoro, insieme al contemporaneo tramonto <strong>di</strong><br />

questo secolare contratto, il cui superamento fu formalizzato per legge nel 1964.<br />

Con l’industrializzazione e lo sviluppo del settore turistico, alla forza lavoro delle<br />

campagne si prospettarono ine<strong>di</strong>te possibilità <strong>di</strong> fuga da un’umiliante e <strong>di</strong>fficile con<strong>di</strong>zione<br />

conta<strong>di</strong>na. Per la prima volta, ma troppo tar<strong>di</strong> e inutilmente, risultarono ribaltati i<br />

tra<strong>di</strong>zionali rapporti <strong>di</strong> forza fra il mezzadro e il proprietario. Nel progressivo<br />

affievolimento della richiesta <strong>di</strong> terra da coltivare e nell’esaurimento della pressione<br />

demografica sul mondo rurale, perse definitivamente efficacia la temuta minaccia della<br />

<strong>di</strong>sdetta. Per i giovani conta<strong>di</strong>ni si aprirono rapidamente scenari e aspettative completamente<br />

<strong>di</strong>verse. Il tema della riforma agraria, oggetto <strong>di</strong> interminabili, quanto non sempre<br />

chiari, infiammati <strong>di</strong>battiti fra le forze politiche e le organizzazioni sindacali, in<br />

vista dell’auspicata trasformazione in senso egualitario e moderno della società italiana,<br />

perse ben presto <strong>di</strong> attualità nella pratica e nel lessico della politica e del sindacato.<br />

Dopo tanto parlare <strong>di</strong> riforma agraria, la riforma la fecero i conta<strong>di</strong>ni, scappando<br />

dalle campagne. E, a <strong>di</strong>fferenza dei minatori, per molti dei quali il futuro si presentò<br />

sotto forma <strong>di</strong> altre gallerie da scavare in giro per il mondo, i mezzadri rivelarono<br />

un’insospettata duttilità e una grande capacità <strong>di</strong> adattamento al nuovo mercato del<br />

lavoro e ai processi <strong>di</strong> industrializzazione 266 .<br />

I miglioramenti al contratto colonico o i progressi riferiti alla qualità della vita <strong>di</strong><br />

questi lavoratori (erano ancora circa 70.000 alla fine degli anni cinquanta), apportati<br />

sulla spinta delle innumerevoli lotte conta<strong>di</strong>ne compiute nel primo decennio dell’Italia<br />

repubblicana, appaiono oggi <strong>di</strong> ben poco rilievo se accostati allo sforzo <strong>di</strong> mobilitazione<br />

messo in campo e al prezzo pagato in termini <strong>di</strong> scontro sociale. Un risultato <strong>di</strong>fficile<br />

da quantificare, ma forse più importante (anche per quel che concerne il futuro <strong>di</strong><br />

questi lavoratori-citta<strong>di</strong>ni in altre situazioni produttive e in altri contesti sociali), fu<br />

______________________<br />

266 Si vedano in proposito le stimolanti riflessioni <strong>di</strong> G. Allegretti, Il campo e la “buga”. Sull’economia<br />

<strong>di</strong> Perticara dalla metà del XIX alla metà del XX secolo, in Allegretti e Sori, Sopra l’inferno. Il<br />

villaggio <strong>di</strong> Miniera <strong>di</strong> Perticara, cit.<br />

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