cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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la propria voce, protesta una propria <strong>di</strong>gnità, prende coscienza della necessità <strong>di</strong> esprimere<br />
(e non più solo <strong>di</strong> vivere separatamente) i valori della propria moralità. Che in<br />
certi casi si saldano e si riconoscono in quelli degli altri italiani resistenti. C’è una<br />
moralità che muore, quin<strong>di</strong>, ma c’è anche una moralità nuova che nasce o per meglio<br />
<strong>di</strong>re si <strong>di</strong>chiara, si costituisce come parte del patrimonio collettivo del Paese. Non si<br />
può <strong>di</strong>menticare che su quei presupposti morali è stata scritta la Costituzione italiana.<br />
Sembra inoltre opportuno segnalare la possibilità <strong>di</strong> guardare alla Resistenza come<br />
a un evento che, mettendo in gioco globalmente l’esistenza delle persone, è in grado <strong>di</strong><br />
produrre stimoli verso una mo<strong>di</strong>ficazione dei para<strong>di</strong>gmi concettuali con i quali gli<br />
in<strong>di</strong>vidui si rapportano al mondo circostante, una mo<strong>di</strong>ficazione che non lascia inalterate<br />
neppure le strutture del linguaggio, ossia il rapporto tra le parole e le cose 8 .<br />
Il mondo delle campagne affronta i mesi dell’occupazione nazifascista e la Resistenza<br />
appoggiandosi ancora alla mentalità, ai comportamenti, ai tratti culturali consolidati<br />
(tra cui spiccano una forte religiosità, un forte senso <strong>di</strong> identità familiare, la <strong>di</strong>ffidenza<br />
verso il nuovo, il rispetto dell’autorità, la capacità <strong>di</strong> affrontare con tenacia le avversità,<br />
una certa rassegnazione unita ad una certa “astuzia”, ecc.), ma nel corso <strong>di</strong> questa<br />
interazione riesce a manifestare atteggiamenti nuovi, che pur innestandosi su convinzioni<br />
preesistenti, le esprimono però con modalità <strong>di</strong>verse, facendole convivere con altri<br />
valori ed altre idee provenienti dall’esterno. Poi, quando l’occupazione nazifascista termina,<br />
quelle esperienze non solo non vanno <strong>di</strong>sperse, ma vanno ad informare i comportamenti<br />
dei conta<strong>di</strong>ni (e per contagio, non solo <strong>di</strong> quelli che hanno vissuto più da vicino<br />
le vicende della Resistenza) nel periodo successivo, vale a <strong>di</strong>re negli anni delle lotte<br />
mezzadrili. In altri termini, l’esasperazione del periodo bellico e le peculiari stimolazioni<br />
psico-socio-culturali che si vengono a sviluppare, finiscono per rappresentare - in non<br />
pochi casi - una presa <strong>di</strong> coscienza decisiva delle proprie necessità e dei propri <strong>di</strong>ritti.<br />
Uno stimolo, questo, <strong>di</strong> non secondaria importanza per comprendere le ragioni degli<br />
impulsi e della determinazione all’azione del dopoguerra, quando i mezzadri riusciranno<br />
a trovare forme <strong>di</strong> coalizione e <strong>di</strong> lotta in grado <strong>di</strong> spezzare sia il tra<strong>di</strong>zionale isolamento<br />
del conta<strong>di</strong>no, sia un retaggio culturale stratificatosi nel corso <strong>di</strong> secoli.<br />
La nascita delle leghe conta<strong>di</strong>ne<br />
Con il Decreto Luogotenenziale del 23 novembre 1944 che sopprime le organizzazioni<br />
sindacali fasciste, inizia in Italia un nuovo periodo <strong>di</strong> libertà sindacali e subito si<br />
assiste, nelle aree del territorio nazionale liberate dall’occupazione nazifascista, al<br />
fiorire <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> iniziative volte alla formazione <strong>di</strong> nuovi complessi sindacali atti<br />
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8 Per approfon<strong>di</strong>menti su queste tematiche: D. Pela, Una notte che non passava mai. La guerra e la<br />
Resistenza nella memoria dei conta<strong>di</strong>ni marchigiani, Il Lavoro E<strong>di</strong>toriale, Ancona 1997.