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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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manifestata dai conta<strong>di</strong>ni non rappresenta solo il frutto <strong>di</strong> slanci spontanei, ma si<br />

raccorda con le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> assoggettamento in cui le masse rurali sono state tenute<br />

durante il fascismo.<br />

Ragionando sulla specificità marchigiana, va sottolineato che in alcune zone si<br />

assiste al rifiuto dei partigiani, soprattutto come conseguenza del risentimento indotti<br />

nei conta<strong>di</strong>ni dal passaggio <strong>di</strong> bande più o meno organizzate <strong>di</strong> semplici malviventi. In<br />

altre zone invece, pur avendo i partigiani approntato delle se<strong>di</strong> quasi permanenti, essi<br />

non riescono ad instaurare quel rapporto empatico con la popolazione del posto che<br />

permetterà invece, nei casi più favorevoli, <strong>di</strong> superare insieme anche problemi gravi<br />

derivanti dagli sviluppi della lotta armata. È su questo versante che deve soffermarsi la<br />

ricerca, se si vogliono capire meglio cause e modalità <strong>di</strong> quel fenomeno.<br />

In generale, nelle Marche sembra aver prevalso - in termini <strong>di</strong> prima manifestazione<br />

concreta della partecipazione conta<strong>di</strong>na alla Resistenza - l’assistenza agli sbandati,<br />

fenomeno che in effetti segna un salto <strong>di</strong> qualità rispetto ad una partecipazione<br />

alle vicende del Paese fino lì espressasi soprattutto in termini <strong>di</strong> un sentimento <strong>di</strong><br />

ingiustizia patita dai conta<strong>di</strong>ni. Da questo momento in poi va tenuto conto del contatto<br />

che si instaura con l’esercito <strong>di</strong> sbandati-fuggitivi-renitenti riversatosi nelle campagne:<br />

il mondo conta<strong>di</strong>no entra in relazione con <strong>di</strong>namiche che fuoriescono dalle consuete<br />

possibilità comportamentali, prevedendo sia reazioni <strong>di</strong> adattamento, sia reazioni<br />

innovative. In tal senso, l’atteggiamento dei conta<strong>di</strong>ni durante la Resistenza potrebbe<br />

essere definito “prepolitico”. Ma questo non significa sminuirne la reale portata. È<br />

infatti la definizione <strong>di</strong> “politico” che noi <strong>di</strong>amo oggi che andrebbe ulteriormente chiarita,<br />

perché è certamente <strong>di</strong>versa dalla concezione che se ne aveva all’epoca e che ne<br />

potevano avere, in particolare, i conta<strong>di</strong>ni. Ovvero: quello che per noi oggi è un ambito<br />

ben <strong>di</strong>stinto, per il mondo rurale era mescolato al dato culturale, antropologico, materiale.<br />

In tal senso, sembra <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che la partecipazione dei conta<strong>di</strong>ni alla Resistenza<br />

assunse varie forme, tutte però ra<strong>di</strong>cate in uno stesso humus culturale non esattamente<br />

assimilabile alla sfera del “politico” quale oggi viene intesa. Tuttavia questi<br />

comportamenti, in generale, hanno proprio il valore che noi oggi <strong>di</strong>amo al “politico”;<br />

sia perché il fondamento assiologico che viene dato al “politico” era presente, sia<br />

perché l’interazione con questo evento forte (la Resistenza) ha contribuito a far emergere<br />

in modo più netto, più consapevole quel fondamento assiologico <strong>di</strong> cui sopra. Va<br />

poi tenuto conto che se è vero che nei fatti il comportamento dei conta<strong>di</strong>ni può essere<br />

compreso a partire dal contesto culturale, è altresì vero che almeno una parte era, con<br />

sufficiente consapevolezza, ostile all’occupazione nazifascista e avrebbe fatto, se fosse<br />

capitata l’opportunità, qualcosa in tal senso. E non a caso da questo momento la<br />

campagna sente per la prima volta, oltre ad un’embrionale saldatura con gli altri strati<br />

sociali partecipi della lotta <strong>di</strong> liberazione, il desiderio <strong>di</strong> agire ponendosi da una parte,<br />

non restando alla finestra o emarginata come fino ad allora era accaduto. Vale a <strong>di</strong>re<br />

che mentre si consuma lo sfacelo morale <strong>di</strong> una classe <strong>di</strong>rigente (e <strong>di</strong> quei ceti sociali<br />

che l’avevano appoggiata, ma che tuttavia troveranno il modo <strong>di</strong> salvare le posizioni<br />

socio-economiche), una parte della popolazione italiana - quella conta<strong>di</strong>na - fa sentire<br />

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