cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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ne temporanea, la quale esercita a danno delle organizzazioni operaie austriache,<br />
tedesche, svizzere e francesi la triste funzione deprimente che adempiono<br />
i nostri <strong>di</strong>sgraziati krumiri contro le leghe del proletariato italiano. L’appello,<br />
che il Cabrini rivolge a tutto il partito, tocca molto davvicino anche la nostra<br />
città [<strong>di</strong> Urbino], dove l’emigrazione si deve purtroppo considerare come l’unica<br />
valvola <strong>di</strong> salvezza contro la <strong>di</strong>soccupazione e la fame e donde ogni primavera<br />
partono a centinaia i braccianti e i terrazzieri a consumare oltr’Alpe i tesori<br />
della loro energia <strong>di</strong> lavoro […]. Si tratta <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> braccia incoscienti<br />
gettate sul mercato del lavoro estero proprio nel momento la classe operaia del<br />
paese, meglio organizzata e più progre<strong>di</strong>ta, sta per conquistare il frutto <strong>di</strong> una<br />
lotta lunga e penosa e vede invece, con l’arrivo degli italiani, piombarle addosso<br />
improvvisa la sconfitta e la fame: sconfitta e fame che si compensano poi<br />
con sor<strong>di</strong> rancori e vendette contro l’o<strong>di</strong>ato e barbaro invasore. Eppure la colpa<br />
<strong>di</strong> questo triste stato <strong>di</strong> cose non si può far risalire al nostro povero operaio:<br />
scacciato <strong>di</strong> casa sua dalla miseria più nera, reclutato da impren<strong>di</strong>tori avi<strong>di</strong> e<br />
senza scrupoli, egli arriva in lontani paesi <strong>di</strong> cui ignora gli usi e la lingua e<br />
dove, nell’assoluta impossibilità del ritorno, non gli resta che scegliere tra la<br />
fame e il tra<strong>di</strong>mento. La responsabilità si deve invece far risalire tutta al sistema<br />
per cui, dopo più <strong>di</strong> vent’anni <strong>di</strong> esperienza, si continua ancora ad affidare<br />
il collocamento <strong>di</strong> una così preziosa forza <strong>di</strong> lavoro a quella classe o<strong>di</strong>osa <strong>di</strong><br />
appaltatori <strong>di</strong> carne umana che prosegue nella società moderna a salariati la<br />
triste funzione che esercitavano i negrieri nelle società schiaviste dei secoli<br />
passati. Il tra<strong>di</strong>mento e il krumiraggio, con le tristi conseguenze della <strong>di</strong>ffidenza<br />
continua e delle persecuzioni sanguinose, non cesseranno purtroppo mai più<br />
finché l’operaio nostro seguiterà a mantenere in vita questi parassiti, che si<br />
arricchiscono sulle loro miserie e sono i peggiori nemici dell’elevamento e della<br />
solidarietà proletaria.<br />
Né in tanto <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> leghe e <strong>di</strong> cooperative, sarebbe <strong>di</strong>fficile il trovare<br />
i mezzi per abolire e sostituire gli appaltatori. Nell’emigrazione temporanea<br />
si verifica per lo più il fatto – e lo osserviamo anche in Urbino – che da una<br />
stessa stazione <strong>di</strong> partenza la corrente migratoria si <strong>di</strong>riga sempre ad uno stesso<br />
punto <strong>di</strong> arrivo; e avviene pure che <strong>di</strong> anno in anno non vi siano gran<strong>di</strong> mutamenti<br />
nel numero o nelle persone degli emigranti stessi. Facile sarebbe quin<strong>di</strong><br />
l’organizzare nei paesi nostri delle leghe fra operai emigranti, le quali si mettessero<br />
in continua e <strong>di</strong>retta relazione con le organizzazioni operaie <strong>di</strong> oltralpe<br />
e trattassero <strong>di</strong>rettamente con esse, prima che coi padroni, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro<br />
e <strong>di</strong> salario. Iniziato un tale sistema si troverebbe subito un accoglienza<br />
[sic] cor<strong>di</strong>ale in tutte le organizzazioni straniere, <strong>di</strong> cui molte, specialmente<br />
tedesche, si son già vivamente adoperate e hanno perfino stampato un giornale<br />
in lingua italiana, per educare l’operaio nostro alla solidarietà.<br />
Si potrà obiettare che, tolta <strong>di</strong> mezzo la concorrenza, svanirebbe la principale<br />
ragion d’essere della nostra emigrazione. Ma ciò non è vero, perché è<br />
troppo noto che tutti i paesi settentrionali hanno assoluta necessità della mano<br />
d’opera italiana per certi lavori speciali, come la costruzione <strong>di</strong> strade o le<br />
fabbriche in murature. Continuando quin<strong>di</strong> la richiesta, si avrebbe invece una<br />
più equa <strong>di</strong>stribuzione della forza <strong>di</strong> lavoro e un elevamento <strong>di</strong> salario; e si<br />
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