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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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198<br />

uno degli in<strong>di</strong>zi più rappresentativi <strong>di</strong> una situazione sociale lacerata da drammatiche<br />

contrad<strong>di</strong>zioni, in città come in campagna 10 .<br />

Sotto il profilo socio-economico la provincia <strong>di</strong> Pesaro che (certamente non unica<br />

in Italia) fra molte <strong>di</strong>fficoltà, si apprestava a lasciarsi alle spalle l’ere<strong>di</strong>tà della guerra<br />

e a valicare la metà del secolo, manteneva un impianto che in nulla lasciava presagire<br />

lo sviluppo e la metamorfosi che da lì a pochi lustri ne avrebbe fatto una delle aree più<br />

ricche del Paese, nel contesto <strong>di</strong> quel modello <strong>di</strong> “terza Italia” che costituirà una delle<br />

forze <strong>di</strong> trazione principale dello sviluppo nazionale.<br />

La struttura economica della provincia <strong>di</strong> Pesaro nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra e<br />

fino alle soglie della grande trasformazione, restava infatti largamente tra<strong>di</strong>zionale, a<br />

prevalente vocazione agricola e strettamente con<strong>di</strong>zionata dall’orizzonte mezzadrile,<br />

molto più vicina a quella primonovecentesca (e ancora precedente) che non a quella<br />

del decennio successivo. Abbiamo quin<strong>di</strong> un tessuto sociale e produttivo che ere<strong>di</strong>ta in<br />

blocco limiti e contrad<strong>di</strong>zioni della scarsa propensione innovativa dei ceti agrari dominanti,<br />

rinsaldati dal fascismo 11 , e che appare lontano anche da quella modernizzazione<br />

che, pur senza sconvolgere la cornice dei rapporti produttivi imperniati anch’essi sul<br />

sistema mezzadrile, aveva caratterizzato lo sviluppo economico e commerciale delle<br />

vicine province romagnole, fra età giolittiana e seconda guerra mon<strong>di</strong>ale 12 .<br />

Nel 1951 quasi il 60% della popolazione pesarese in età attiva era de<strong>di</strong>ta all’agricoltura<br />

13 . Il settore primario restava saldamente ancorato al modello mezzadrile, e<strong>di</strong>ficato<br />

sul podere <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni a conduzione familiare. Circa l’80% delle famiglie<br />

(quasi 160.000 persone su una popolazione <strong>provinciale</strong> complessiva <strong>di</strong> 335.000<br />

abitanti) impegnate nell’agricoltura fondavano il loro rapporto con la terra sul tra<strong>di</strong>zionale<br />

capitolato colonico. I coltivatori <strong>di</strong>retti erano solo il 16% del totale degli addetti<br />

e gli affittuari il 4%. Netta era la prevalenza della proprietà <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni:<br />

______________________<br />

10 Oltre alle pagine <strong>di</strong> cronaca locale del «Giornale dell’Emilia», cfr. Amministrazione <strong>provinciale</strong><br />

<strong>di</strong> Pesaro-Urbino, In<strong>di</strong>ci della ricostruzione, dattiloscritto a cura della Camera <strong>di</strong> Commercio, Industria e<br />

Artigianato, s.d. (probabilmente 1952), p. 5.<br />

11 Prime valutazioni in questo senso sono espresse in A. Mezzino, Note sullo sviluppo economico<br />

della provincia <strong>di</strong> Pesaro e Urbino nel periodo fascista, in La provincia <strong>di</strong> Pesaro e Urbino nel regime<br />

fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, a cura <strong>di</strong> P. Giannotti, Il lavoro e<strong>di</strong>toriale,<br />

Ancona 1986. Ulteriori spunti <strong>di</strong> ricerca sulle basi socio-economiche del fascismo, fino alla marcia su<br />

Roma, sono sviluppati in Paolo Giovannini, “Tutto da abbattere, tutto da creare”. Le origini del fascismo<br />

nella provincia <strong>di</strong> Pesaro (1919-1922), Clueb, Bologna 1993.<br />

12 Gli stu<strong>di</strong> in ambito romagnolo su questi processi <strong>di</strong> sviluppo sono ormai numerosi. Un primo<br />

bilancio storiografico venne sintetizzato nel 1991 dallo stu<strong>di</strong>oso il cui contributo è stato fondamentale per<br />

la messa a fuoco <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>namiche socio-economiche fra l’area romagnola e quella padana: P. P. D’Attorre,<br />

«I lavora, i fa<strong>di</strong>ga e i si guadagna» Economia e società nella Romagna del ‘900, in «Padania», 1991, n.<br />

9. Dello stesso autore, precocemente scomparso, si veda la rassegna <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> Novecento padano. L’universo<br />

rurale e la «grande trasformazione», Donzelli, Roma 1998.<br />

13 ISTAT, IX Censimento generale della popolazione, cit.. Per un’analisi dettagliata sull’economia<br />

e sulla stratificazione sociale pesarese nel dopoguerra si vedano i due volumi curati da Angelo Varni, La<br />

Provincia <strong>di</strong> Pesaro e Urbino nel Novecento. Caratteri, trasformazioni, identità, Marsilio,Venezia 2003.

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